- Il greggio WTI oscilla vicino a un livello di supporto critico.
- La debolezza della domanda cinese e l’aumento della produzione statunitense pesano sui prezzi.
- Le misure dell’OPEC+ devono far fronte a una crescente pressione per contrastare il momentum ribassista.
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Il greggio è sotto pressione, con i prezzi del WTI che flirtano pericolosamente vicino alla soglia cruciale dei 67 dollari al barile. Questo livello, ripetutamente testato dagli acquirenti, rappresenta ora l’ultima linea di difesa contro una potenziale ondata ribassista.
Se i venditori violano questo supporto critico, una cascata di ribassi guidati dall’offerta potrebbe puntare alla soglia dei 60 dollari. Una confluenza di fattori - il rallentamento della domanda cinese, l’aumento dell’attività di trivellazione negli Stati Uniti e le politiche di produzione dell’OPEC+ - ha creato un braccio di ferro che tiene i trader con il fiato sospeso.
Il rallentamento della Cina e il suo effetto Ripple
La Cina, un tempo motore globale della domanda di petrolio, è alle prese con un rallentamento della crescita economica, che ha messo in allarme il mercato. Con una crescita che secondo le proiezioni del PIL dovrebbe scendere sotto il 5% annuo, gli sforzi di Pechino per riaccendere l’economia stanno deludendo.
Gli investitori osservano con attenzione il prossimo pacchetto di stimoli, previsto per l’inizio del prossimo anno, sperando che inverta questa tendenza. Fino ad allora, il calo dell’appetito cinese per il greggio rimane un freno ribassista per i prezzi.
La ripresa delle trivellazioni statunitensi prende slancio
Dall’altra parte del Pacifico, l’industria petrolifera statunitense sta accelerando. I dati Baker Hughes hanno mostrato che il numero di impianti di perforazione è recentemente salito a 482, segnando i livelli più alti da ottobre.
Con la leadership repubblicana che probabilmente sosterrà l’aumento della produzione nazionale secondo il mantra “drill, baby, drill”, la tendenza all’aumento dell’attività di trivellazione non mostra segni di rallentamento.
La nomina di Chris Wright a capo del Dipartimento dell’Energia non fa che rafforzare l’ipotesi di un aumento della produzione nel prossimo anno.
L’OPEC+ lotta per sostenere i prezzi
Nel frattempo, l’OPEC+ ha esteso i tagli alla produzione almeno fino ad aprile, ritardando gli aumenti previsti per arginare il calo dei prezzi.
Sebbene questa mossa fornisca un certo sostegno a breve termine, potrebbe non essere sufficiente a contrastare le dinamiche di mercato più ampie. Il gruppo mantiene una certa flessibilità per tagli più profondi o altre misure, ma la possibilità di superare le forze ribassiste rimane incerta.
Prospettive tecniche: emerge un modello ribassista
Da un punto di vista tecnico, il greggio WTI è bloccato in una formazione a triangolo discendente, un classico modello ribassista. I prezzi che si aggirano tra i 67 e i 65 dollari al barile rischiano di rompere al ribasso, aprendo la porta a cali più profondi verso il livello dei 60 dollari.
Tuttavia, un breakout al di sopra dei 73 dollari potrebbe annullare questo scenario, segnalando un potenziale trend laterale nell’intervallo 65-73 dollari.
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