I listini azionari asiatici hanno chiuso la giornata per lo più in negativo. In Cina, gli investimenti diretti non finanziari sono cresciuti del 3,4% a/a (rispetto al +1,0% previsto e al -1,5% precedente), da gennaio ad aprile gli investimenti esteri diretti (FDI) sono cresciuti del 5,0%, mentre gli investimenti non finanziari in uscita hanno accusato un pesante calo, scendendo a 25,7 mld di USD, flessione pari al 12,9%. Il vice presidente USA Biden ha detto che le contese territoriali in mare stanno danneggiando le relazioni con gli USA. A Hong Kong lo yuan è passato di mano all’interno della fascia compresa fra 6,2267 e 6,2340.
In Giappone a marzo la produzione industriale è cresciuta più rapidamente, a un ritmo del 7,4% a/a (rispetto al 7,0% precedente), l’utilizzo degli impianti è aumentato dello 0,4% (a fronte del -2,6% di un mese fa). I cross con lo JPY si sono mossi poco a Tokyo. L’USD/JPY ha toccato quota 101,32 (minimo dal 19 marzo) sull’onda della debolezza dei dati industriali USA. Il supporto chiave staziona a 101,20 (minimo da 3 mesi), cui segue 100,76 (minimo 2014), sotto questo livello s’intravedono gli stop. Gli indicatori di trend e momentum rimangono piatti, in area 101,50-102,00 abbondando deboli barriere per le opzioni, la resistenza coincide con la base della nuvola giornaliera di Ichimoku (102,44). L’EUR/JPY s’indebolisce ulteriormente (minimo di ieri a 138,98). I livelli tecnici puntano a un ribasso per effetto del rischio legato all’EUR, il supporto chiave coincide con la media mobile a 200 giorni (137,95).
Come si evince dal dato diffuso ieri, ad aprile l’inflazione USA ha centrato le previsioni del mercato al 2,0%, l’inflazione al netto di generi alimentari ed energia è cresciuta dell’1,8%. L’indice DXY è salito a 80,338, anche se poi ha ceduto tutti i guadagni in scia al dato sulla produzione industriale (pubblicato 45 minuti più tardi), che ha mostrato una contrazione dello 0,6%; inoltre, nello stesso mese, c’è stato un calo del tasso di utilizzo della capacità produttiva (sceso dal 79,2% al 78,6%). I rendimenti dei decennali USA sono scesi sotto il 2,50% per la prima volta da luglio 2013.
Market Brief
L’EUR/USD ha compiuto un buon rimbalzo dal minimo segnato a New York a 1,3648 (leggermente inferiore alla media mobile a 100 giorni). Gli indicatori di trend e momentum continuano a essere inclinati al ribasso visto il rischio di una BCE accomodante alla riunione del 5 giugno. Ieri i bond denominati in EUR dei paesi periferici hanno subito un restringimento perché sono circolate voci secondo cui la Grecia potrebbe introdurre tasse retroattive sui detentori stranieri di bond greci. Le tensioni si sono allentate dopo che il governo greco ha respinto queste dicerie. I bond spagnoli e italiani sono usciti dai territori d’ipercomprato. L’EUR/USD si è stabilizzato nella fascia compresa fra 1,3708 e 1,3720. In questo venerdì ci sono discrete scadenze di opzioni standard a 1,3745/50. In caso di chiusura inferiore a 1,3700, dalla prossima settimana la coppia sarà soggetta a barriere a quota 1,3700. L’inclinazione è negativa.
L’EUR/GBP ha ceduto parzialmente i guadagni ottenuti dopo la pubblicazione del Rapporto Trimestrale sull’Inflazione (QIR), in scia alla delusione per i dati riferiti all’Eurozona pubblicati giovedì (p.e. i PIL discordanti dei paesi di Eurolandia). Gli indicatori di trend e momentum rimangono ribassisti, una chiusura inferiore a 0,81850 manterrà l’inclinazione al ribasso (stando al MACD a 12-26 giorni). Per quanto riguarda le materie prime, l’indice XAU/USD testa al ribasso la media mobile a 21 giorni (1.295 USD). Su questi livelli s’intravedono discrete opzioni prima del fine-settimana. Il supporto chiave rimane a 1.275 USD.
Il calendario economico odierno prevede la pubblicazione dei seguenti dati: buste paga non agricole e salari t/t (dati preliminari) riferiti al primo trimestre in Francia; bilancia commerciale di marzo in Italia e nell’Eurozona, transazioni di titoli internazionali di marzo in Canada; nuovi cantieri residenziali e permessi di costruzione m/m di aprile e indice sulla fiducia (preliminare) di maggio dell’Università del Michigan negli Stati Uniti.
Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd