Dopo il mese di novembre, uno dei migliori degli ultimi 23 anni, i mercati e gli investitori tornano a domandarsi se anche dicembre seguirà questo trend, oppure se possiamo aspettarci dell'altro. La domanda che pongo sempre a questo punto è "ma davero ci interessa?"
Nel senso, che importanza potrà mai avere la performance di un singolo mese, quando noi, in quanto investitori, probabilmente avremo bisogno di stare sui mercati per i prossimi 10-20 anni minimo?
Certi, considerato che purtroppo oggi il periodo di detenzione medio dell'investitore moderno in azioni sono 6 mesi, allora sì, un singolo mese conta, ma è sbagliata completamente l'impostazione iniziale.
I PREZZI GUIDANO LA NARRATIVA
Tornando ai mercati attuali, come condiviso oggi nel mio Canale Telegram possiamo notare (vedi immagine sotto) che gli investitori stanno gradualmente tornando ad una fase di risk on, ovvero di propensione al rischio e (quindi) di maggior sfrontatezza, minor cautela, maggiore avidità.
Questo proprio perchè (paradossalmente) i prezzi sono saliti parecchio a novembre.
Perciò ancora una volta guardate l'incoerenza (e la meravigliosa opportunità per chi è in grado di capirlo e sfruttarlo a suo vantaggio) dei mercati:
Prezzi Salgono ==> Valutazioni più elevate ==> Psicologia investitori ottimista ==> Potenziale rischio ribassi in aumento ==> Percezione del rischio tra gli investitori in diminuzione
Quindi proprio mentre il rischio sta aumentando (poco per ora ma è bene farlo oggi questo ragionamento insieme) paradossalmente gli investitori diventano più spregiudicati. Di contro, con i prezzi ed il morale sottoterra, e con il rischio in caduta libera ad ottobre 2022, nessuno voleva investire.
E' un mondo meraviglioso, e per chi inizia ad apprendere queste regole sempici ma essenziali, possono aprirsi spazi immensi.
Alla prossima!
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