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I timori di una recessione pesano sui titoli bancari: è ora di approfittarne?

Pubblicato 20.08.2019, 15:07
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Recessione o no, abbiamo già una vittima di questa paura a Wall Street. I titoli del settore bancario.

L’imminente minaccia per l’economia globale a causa dello scontro commerciale tra USA e Cina e la decisione delle banche centrali di tagliare i tassi di interesse in tutto il mondo fanno sì che le compagnie che prestano soldi si trovino in forte svantaggio. Un potenziale rallentamento, o una contrazione economica, ridurrà le loro entrate sui prestiti, mentre i loro grandi clienti aziendali rinviano i loro piani di espansione.

Questi sentimenti negativi stanno già pesando sulle banche e gli investitori si allontanano da titoli che sono ciclici e strettamente legati allo stato di salute dell’economia globale. L’indice KBW Nasdaq Bank Index è crollato del 15% negli ultimi 12 mesi e metà di questa debolezza si è registrata nelle ultime settimane, con il rendimento dei bond che ha cominciato a colare a picco ed i policymaker che sono diventati più cauti circa le prospettive di crescita.

Guardando le quotazioni, non è difficile valutare l’umore degli investitori. Il mercato sta valutando le azioni delle banche come se l’economia fosse diretta sicuramente verso una recessione. Il P/E ratio dell’indice KBW di circa 10,29 è vicino ai livelli più bassi dal 2008 contro l’indice S&P 500.

“Non c’è modo di indorare la pillola dei rischi per le banche”, afferma Mike Mayo, a capo della ricerca su banche ad alta capitalizzazione di Wells Fargo in una recente nota, evidenziando la sua ferma decisione di tagliare le stime sugli utili e sui prezzi obiettivi per più di una decina di banche. “Nessuna grande banca è immune. Se i tassi di interesse resteranno a questo livello, gli utili saranno colpiti”.

Forza dei prestiti ai consumatori

Ma l’umore nero sui titoli bancari non significa che gli investitori debbano fare di tutta l’erba un fascio. I titoli di alcune delle principali banche sono diventati allettanti dopo anni di sforzi di ristrutturazione, all’interno di un panorama normativo più robusto. Tra questi, ci piacciono in particolare quelli di Citigroup Inc e JPMorgan Chase & Co.

Sebbene l’indebolimento dell’economia sia sicuramente un male per le attività di fusioni ed acquisizioni, trading e prestiti aziendali, le banche che posseggono portafogli grandi e diversificati riusciranno a trarre vantaggio dai prestiti ai consumatori, come carte di credito e finanziamenti di mutui. Questa forza è emersa nella stagione degli utili del secondo trimestre.

L’aumento dei prestiti ai consumatori è il responsabile dei profitti trimestrali maggiori registrati da JPMorgan Chase e Citigroup Inc (NYSE:C)., mentre Goldman Sachs Group Inc (NYSE:NYSE:GS), a cui manca una grande attività diretta ai consumatori, è stata l’unica grande banca USA a segnare profitti inferiori a quelli dell’anno scorso.

Le spese per le carte di credito di JPMorgan sono schizzate dell’11% a 192,5 miliardi di dollari, mentre i bilanci dell’8%. La banca, la più grande degli Stati Uniti per asset, ha affermato che la maggior parte della crescita è stata dovuta a clienti esistenti piuttosto che a nuovi conti. Allo stesso modo, Citigroup ha riportato che i volumi di acquisto sui suoi quasi 35 milioni di conti con carte di credito negli Stati Uniti sono rimbalzati dell’8%, mentre i bilanci del 3%.

La forza dei consumatori viene rispecchiata anche dalla performance di questi titoli rispetto a quelli dei rivali quest’anno, con Citigroup che segna un’impennata del 24% sul periodo e JPM di oltre il 12%. Citigroup ha chiuso ieri con un balzo dell’1,3% a 64,30 dollari, mentre JPM ha chiuso in salita dello 0,9% a 108,72 dollari.

Secondo noi entrambe le banche sono ben preparate per fare i conti con qualsiasi ribasso ciclico per via del loro costante taglio dei costi nello scorso decennio e del ribilanciamento dei loro portafogli. I loro sforzi cominciano a dare frutti ed entrambe hanno prodotto una forte crescita di ricavi e profitti negli ultimi trimestri, offrendo inoltre un decente rendimento del dividendo, pari al 2,9% per JPM ed al 3,1% per Citi, rispetto alla media di settore del 2,7%.

Morale della favola

Sicuramente non è un buon momento per andare long sui titoli bancari quando i macro-ostacoli non fanno che aumentare. Ma, nel caso di una debolezza prolungata, consigliamo agli investitori di prepararsi a scegliere con attenzione alcuni solidi titoli bancari. Per questi investitori, ci piacciono sia Citi che JPM, per via dei loro portafogli diversificati, dei dividendi crescenti e del miglioramento della qualità dei bilanci.

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