Si potrebbe pensare che la guerra in Medio Oriente, l’aumento del rischio geopolitico altrove e il potenziale di turbolenze nelle prossime elezioni statunitensi possano mettere in difficoltà i mercati azionari mondiali.
Ma un’analisi dei risultati annuali fino alla chiusura di lunedì (23 settembre), basata su una serie di ETF, suggerisce il contrario.
La maggior parte delle principali categorie di azioni di tutto il mondo sta registrando guadagni quest’anno. I titoli dell’Africa (AFK) e degli Stati Uniti (SPY) sono sostanzialmente a pari merito per il primo posto, con aumenti del 21% circa dall’inizio dell’anno.
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I rialzi segnano solidi premi rispetto alle azioni mondiali in generale (VT), che finora hanno registrato un solido progresso del 16,4% nel 2024.
L’elemento negativo è rappresentato dai titoli dell’America Latina (ILF), che finora hanno perso quasi il 10%.
I cosiddetti titoli dei mercati emergenti (VWO) stanno ora sovraperformando leggermente le azioni dei mercati sviluppati ex-USA (VEA) quest’anno. I recenti titoli hanno rafforzato le aspettative che il rally delle azioni nei mercati emergenti continui.
La decisione della scorsa settimana della Federal Reserve di iniziare a tagliare i tassi d’interesse statunitensi ha illuminato le prospettive dei mercati emergenti.
“Le banche centrali dei mercati emergenti hanno più spazio per rispondere al profilo dell’inflazione locale e allentare la pressione più di quanto avrebbero fatto altrimenti”, afferma Christian Keller, responsabile della ricerca economica di Barclays (LON:BARC).
La notizia odierna che la Cina sta diventando più aggressiva nel rilanciare la sua economia in rallentamento è un altro fattore che contribuisce a rafforzare le prospettive dei mercati emergenti.
Le azioni della banca centrale cinese “suggeriscono che il governo sta finalmente facendo i conti con la grave situazione in cui versa l’economia”, afferma Eswar Prasad, professore di politica commerciale alla Cornell University ed ex capo della divisione Cina del Fondo Monetario Internazionale.
Negli ultimi anni, i titoli dei mercati emergenti hanno sottoperformato i mercati statunitensi e sviluppati, mettendo in crisi le precedenti previsioni che prevedevano rendimenti più elevati in questi Paesi. Gli ottimisti sperano che si stia verificando un’inversione di tendenza.
Un barlume di speranza: Nell’ultimo mese l’EM (VWO) ha leggermente superato le azioni statunitensi (SPY). È troppo presto per dire se si tratta di un rumore, ma per i tori dei mercati emergenti, da tempo assediati, è un segnale che fa sperare nella fine della siccità di performance di questi titoli.
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