La settimana si apre con una limitata propensione al rischio dovuta all’escalation delle tensioni in Iraq. La lira turca ha subito le perdite maggiori, accusando un -0,80% all’apertura della seduta di Istanbul. Inoltre, nelle città di Adana, nel Sud della Turchia, un adolescente è stato ucciso con un colpo alla testa mentre le proteste continuano a mettere sotto pressione il paese. L’USD/TRY ha compiuto un rally fino a 2,1397, manteniamo un’impostazione prudente rispetto alla lira turca (TRY) e agli asset in TRY visto l’acuirsi dei rischi politici e geopolitici e anche alla luce delle pressioni del partito di governo AKP per tassi più bassi nonostante il cupo clima di contrattazioni. Assistiamo alla formazione di un supporto a 2,1000 (livello psicologico e media mobile a 21 giorni).
L’EUR/USD consolida la debolezza sotto 1,3580/1,3600 in vista della pubblicazione dei dati definitivi sull’inflazione di maggio nell’Eurozona. L’IPC m/m è visto al -0,1%, mentre l’IPC a/a e l’IPC di fondo a/a dovrebbero confermare i rilevamenti dell’inflazione primaria, rispettivamente allo 0,5% e allo 0,7%. Prevediamo una reazione di riflesso limitata, l’EUR/USD dovrebbe continuare a scendere gradualmente. La zona di supporto chiave staziona a 1,3477 / 1,3505 (minimo 2014 / minimo di reazione del 5 giugno dopo la BCE), sotto questi livelli s’intravedono gli stop.
Il vice governatore della BoE Bean ha detto che tassi più elevati dovrebbero essere visti positivamente, quale segnale di una normalizzazione dell’economia; questo commento ha fatto salire il cable sopra la resistenza a 1,7000. La coppia GBP/USD ha toccato quota 1,7011 per la prima volta da maggio 2008. Gli indicatori di trend e momentum sono nettamente positivi. Poiché la coppia si avvicina a condizioni d’ipercomprato (RSI al 67%, banda di Bollinger superiore a 30 giorni a 1,6989), c’è da mettere in conto qualche offerta correttiva prima di 1,7043 (massimo da 5 anni). L’EUR/GBP continua a indebolirsi, scendendo a nuovi minimi, l’RSI ha raggiunto il 18%. Su questi livelli sarebbe auspicabile una correzione. Tuttavia, le barriere per le opzioni che si susseguono sotto 0,80000 probabilmente freneranno il rialzo.
In Nuova Zelanda, stando al dato REINZ, a maggio c’è stato un calo del rallentamento dei prezzi delle abitazioni e l’indice sui prezzi immobiliari è sceso da 3,971,2 a 3,925,1 punti. La coppia NZD/USD ha toccato quota 0,8700, formando una resistenza di doppio massimo. Ci sono ordini di acquisto per opzioni in scadenza oggi in attesa di essere attivati a 0,8700/10. La coppia AUD/NZD viene offerta sotto la media mobile a 50 giorni (1,0850), l’inclinazione è negativa con supporti osservati a 1,0790 (media mobile a 100 giorni), 1,0707 (minimo di maggio), 1,0540 (supporto di marzo) e 1,0493 (minimo dell’anno).
L’USD/JPY e i cross con lo JPY sono scesi a Tokyo, parallelamente alle azioni del Nikkei (-1,08%). Gli indicatori di trend e momentum mostrano segnali di debolezza nell’USD/JPY, il supporto chiave rimane alla media mobile a 200 giorni (101,59). Si osserva resistenza a 102,30/66 (nuvola giornaliera di Ichimoku). L’EUR/JPY consolida la debolezza sotto la media mobile a 200 giorni (138,81), l’inclinazione rimane negativa.
Oggi gli operatori si concentreranno su: IPC (definitivo) di maggio m/m e a/a nell’Eurozona; transazioni di titoli internazionali di aprile e vendite di case esistenti di maggio in Canada; indice Empire sul manifatturiero di giugno, flussi TIC netti a lungo termine e flussi TIC netti totali di aprile, produzione industriale m/m e tasso di utilizzo degli impianti di maggio, produzione manifatturiera (SIC) di maggio e indice NAHB sul mercato immobiliare di giugno negli Stati Uniti.
Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd