Rassegna giornaliera sul mercato forex, 11 aprile 2022
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management
Gli investitori continuano ad acquistare dollari USA portando così il biglietto verde al massimo degli ultimi 6 anni contro lo yen giapponese.
Il traino maggiore per la coppia USD/JPY in questo momento sono i rendimenti statunitensi, che sono stati in un implacabile trend rialzista negli ultimi 2 mesi. Oggi è il settimo giorno consecutivo di rialzi per i rendimenti a 10 anni, che hanno superato il 2,7%. Poco più di un mese, i tassi a 10 anni erano in bilico sotto l’1,8%.
Con il persistere dei prezzi elevati, gli investitori sono convinti che la Federal Reserve aumenterà i tassi di interesse di 50 punti base durante il prossimo vertice. Questo è coerente con tutto ciò che abbiamo sentito dai presidenti della Fed la scorsa settimana. Sentiremo altri policymaker questa settimana, e ci si aspetta che rafforzino le opinioni “falco” della banca centrale. I report sull’inflazione e sulla spesa dei consumatori potrebbero confermare la necessità di un inasprimento più aggressivo.
Ora ci chiediamo: quanto ancora potrà salire il cambio USD/JPY? Il livello di resistenza più vicino è quello del massimo di maggio di 125,86, ma se questi report saranno una sorpresa al rialzo, potremmo vedere il cambio toccare il massimo di aprile 2001 di 126,85 e poi toccare il livello di 130.
Oltre a questi dati statunitensi, ci sono anche tre decisioni sui tassi delle banche centrali in calendario, e due dovrebbero aumentare i tassi di interesse. La Reserve Bank of New Zealand si riunirà per prima mercoledì mattina, ora locale, e ci si aspetta che alzi i tassi per la quarta volta di 25 punti base.
La Bank of Canada, d’altra parte, si aspetta selvaggiamente di alzare i tassi di interesse di 50 punti base. Questo sarebbe il secondo rialzo dei tassi della BoC e il maggiore aumento in un mese dal 2000.
A differenza di RBNZ e BoC, la Banca Centrale Europea non dovrebbe alzare i tassi di interesse. Nonostante l’inflazione elevata sia un problema nella zona euro, sulla crescita pesano le sanzioni alla Russia, i problemi della catena di approvvigionamento e lo shock dell’aumento dei costi alimentari ed energetici sui consumatori. L’aumento dei tassi a lungo termine in tutta Europa dovrebbe aiutare a far scendere i prezzi. Anche se la BCE non può alzare i tassi questa settimana, ci sono dei passi che possono essere fatti in quella direzione. Il più importante è quello di affrontare il loro programma di Quantitative Easing. In precedenza, la BCE aveva dichiarato che i tassi non sarebbero aumentati fino alla fine degli acquisti di asset.
La scelta ora è di terminare il QE immediatamente o di spostare le previsioni indicando che suggerendo che i tassi potrebbero aumentare man mano che il QE viene eliminato. Ci aspettiamo che la BCE aumenti i tassi di interesse quest’anno, ma la mossa potrebbe non avvenire fino alla fine del terzo o all’inizio del quarto trimestre, il che lascia la banca centrale molto indietro rispetto alle sue omologhe, una situazione negativa e non positiva per l’euro.
Con la prospettiva di un inasprimento globale, il conflitto russo-ucraino in corso, lo stress dei prezzi elevati, i problemi delle catene di approvvigionamento e la crisi del COVID-19 in Cina, ci aspettiamo che la propensione al rischio prenda una svolta negativa. Il Dow Jones Industrial Average è sceso più di 400 punti questo lunedì, ed un sell-off generale potrebbe essere dietro l’angolo.