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Il certificate italiano con premi incondizionati del 10,2% annuo

Pubblicato 17.08.2023, 09:31
Aggiornato 05.03.2021, 16:55

Quota vicino alla parità con i sottostanti sopra il livello iniziale. Il certificate di Vontobel con Isin DE000VU8N0V1 su Intesa Sanpaolo (BIT:ISP), Unicredit (BIT:CRDI) e Stellantis (BIT:STLAM) stacca premi trimestrali incondizionati del 2,55% (10,2% annuo).
Possibilità di rimborso anticipato dal sesto mese. In particolare le barriere del rimborso anticipato sono decrescenti, del 5% a semestre, dal 100% del livello iniziale alla prima data di valutazione, fino all'80% finale. A scadenza protezione del capitale fino a cali del 40% dei sottostanti dal livello iniziale. Durata tre anni.

Piazza Affari, stella europea da inizio anno

L’economia italiana corre più di quella europea e Piazza Affari conquista la vetta delle performance. Il Ftse Mib è in testa tra le big europee con un +19,16% da inizio anno e lascia indietro il gruppo degli inseguitori Madrid (Ibex35) a +13,74%, Francoforte (Dax) +13,3% e a Parigi il Cac 40 guadagna il 12,3%.
Anche la tassa sugli extra profitti delle banche è stata in parte riassorbita. Antonio Tajani, leader di Forza Italia, intende proporre alcune modifiche: dal prelievo fiscale all'introduzione della deducibilità della tassa e, soprattutto, l'assicurazione che rimanga un prelievo una tantum e dunque impatterà solo quest’anno sui conti degli istituti. Risultato? Più della metà del calo iniziale è già stato riassorbito. Gli analisti sono convinti che una misura su un solo anno non cambia le valutazioni sul settore bancario basate su scenari di 5-10 anni, inoltre, pensano che il governo non potrà essere troppo ingeneroso con un comparto che è il maggiore acquirente di titoli di Stato.
A sostenere la performance del nostro listino sono stati soprattutto i dati macroeconomici. Nel secondo trimestre il Pil del Bel Paese ha fatto meglio dei cugini europei, con un +0,6% contro lo 0,3% dell’eurozona. Secondo la commissione europea l’Italia dovrebbe chiudere l’anno con un Pil a +1,2% (0,8% già acquisito) contro lo 0,2% di Germania e il +0,8% della Francia.
Per l’Ocse, a trainare la crescita è anche la forte domanda del settore turistico (con un peso del 13% sul Pil tra diretto e indiretto). I dati definitivi del comprato devono ancora arrivare.
La crescita porta con sé anche un po' più di inflazione: in Italia i prezzi si sono surriscaldati del 6,4% a giugno e 6,3% a luglio sullo stesso periodo di un anno fa, nel resto dell’eurozona la crescita è stata del 5,5% (le attese per luglio in uscita il 18 agosto sono per un +5,3%).
Parola d’ordine per l’investitore italiano è battere l’inflazione. Con questo obiettivo Vontobel ha pensato a un certificate con tre big cap italiane e un flusso cedolare incondizionato del 10,2%.

Premi annuali incondizionati del 10,2%

Investire in Italia, quindi, continua ad avere molto senso grazie alla buona tenuta del Pil e alla solidità di alcuni titoli del nostro listino. Nelle settimane scorse Vontobel ha lanciato un nuovo certificate molto interessante con sottostanti tre blue chip di Piazza Affari: Intesa Sanpaolo, Unicredit e Stellantis. Il prodotto quota appena sotto la pari a 99,80 euro e si caratterizza per premi trimestrali del 2,55% (rendimento annuo del 10,2%) che vengono pagati senza condizioni. Il Cedola Fissa Express con codice Isin DE000VU8N0V1 è stato emesso il 19 giugno scorso a un valore nominale di 100 euro, ha durata di tre anni nel corso dei quali, il prodotto pagherà 12 premi incondizionati da 2,55 euro l’uno, su un valore del certificate che è oggi poco sotto i 100 euro del prezzo di emissione ma con i sottostanti tutti sopra al livello iniziale.

Capitale protetto da una barriera al 60%

Il capitale è difeso da una barriera posizionata al 60% del valore iniziale dei sottostanti. Quindi, chi compra oggi il certificate potrà incassare nei prossimi tre anni 30,6 euro di cedole incondizionate e il capitale investito verrà rimborsato al 100% anche in caso di calo del valore dei sottostanti, fino a un calo massimo del 40% del peggiore dei tre. In caso di sfondamento della barriera, il rimborso sarà proporzionale alla performance del peggiore dei sottostanti.
Le caratteristiche difensive del prodotto sono molto forti. Se, per ipotesi, fra tre anni il peggiore dei sottostanti varrà la metà di oggi, il certificate verrà rimborsato al 50% del suo valore nominale (50 euro). Ma nel frattempo l’investitore avrà incassato 30,6 euro di cedole, che andranno a lenire la sofferenza in conto capitale: alla fine l’investimento si chiuderebbe con una perdita di poco inferiore al 20%.

Livelli attuali del certificato

Ad oggi il certificate è interessante perché quota poco sotto la pari a fronte di tutti e tre i sottostanti che hanno guadagnato terreno dal livello iniziale, aumentando la loro distanza dalla barriera. Di seguito una tabella che mostra i livelli di riferimento del certificato.


Possibile il rimborso anticipato


Una buona occasione per aumentare il rendimento di periodo è quella di centrare il rimborso anticipato. A partire dal 18 dicembre 2023 (prima data di osservazione), così ogni trimestre successivo, verrà fotografata la situazione dei sottostanti, e se a una data di valutazione tutte e tre le azioni, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Stellantis, dovessero quotare sopra il livello trigger stabilito (o allo stesso livello), scatterà il richiamo anticipato. All’investitore verrà rimborsato il 100% del valore nominale (100 euro), verrà pagata l’ultima cedola, e l’investimento finisce lì: non saranno pagati altri bonus.
Il livello trigger è decrescente: si partirà a dicembre 2023 con il 100% dei valori iniziali e ogni sei mesi si scenderà di cinque punti percentuali, arrivando nei primi mesi del 2026 a un trigger dell’80%.
Oggi il certificate quota 99,80 euro e in caso di rimborso anticipato il prossimo 18 dicembre l’investitore vedrà il prodotto rimborsato a 105,1 euro (100 euro di rimborso + 2 cedole da 2,55 euro) con un guadagno di 5,3 euro in 4 mesi, annualizzando il rendimento si arriva a oltre il 15%.
Il livello di autocall discendente ha la forza di tentare di mantenere il valore di certificate a 100 euro a fronte di cali dei sottostanti in linea con il calo del livello di autocall (5% ogni sei mesi a partire dal 100% di dicembre di quest’anno) e di offrire la possibilità di rimborso anticipato anche quando il sottostanti perdono terreno e si assottiglia la distanza della barriera.
Se non dovesse andare in porto il rimborso anticipato l’investitore si assicurerà comunque il ricco flusso cedolare incondizionato.

Alla scadenza finale, due possibili scenari

Alla data di valutazione finale del 19 giugno 2026, se il certificate non sarà stato rimborsato anticipatamente, si potranno verificare due ipotesi.

Annuncio di terzi. Non è un'offerta o una raccomandazione di Investing.com. Consultare l'informativa qui o rimuovere gli annunci .
  • Tutti e tre i sottostanti quotano sopra la barriera (o allo stesso livello). Il certificate viene rimborsato a 100 euro (100% del Valore nominale) e l’investitore riceve l’ultimo premio.
  • Anche solo uno dei sottostanti accusa un ribasso superiore al 40% rispetto al Valore iniziale, quindi è stata perforata la barriera al 60%. L’investitore riceve comunque l’ultimo premio e il certificate viene rimborsato in proporzione alla performance del peggiore dei tre sottostanti. Ipotizziamo che il peggiore sia Unicredit con una discesa del 45% dal Valore iniziale: il certificate verrà rimborsato al 55% del Valore iniziale, cioè a 55 euro.
    Nei tre anni l’investitore avrà comunque incassato premi per 30,6 euro.

Una scommessa semplice con una buona protezione

La scommessa del certificate DE000VU8N0V1 è semplice con un rischio controllato dalla protezione della barriera. Che possibilità ci sono che le quotazioni delle prime due banche italiane e del terzo gruppo automobilistico a livello mondiale perdano in tre anni più del 40%?
Le due banche sono reduci da performance molto forti sostenute da consistenti aumenti dei profitti. Nell’ultima settimana è arrivata una decisa frenata a causa della tassa sugli extraprofitti delle banche. Fatto il conto tra le performance delle banche italiane e quelle europee (senza nessuna tassa), la sottoperformance dall’annuncio della tassa è tra il 2 e il 3%. Ma negli ultimi 12 mesi l’azione Intesa Sanpaolo è salita del 30,9% e Unicredit addirittura del 120%.
Grazie all’aumento del margine di interesse, lievitato in seguito al rialzo dei tassi, Intesa andrà a chiudere il 2023 con un utile di 6,9 miliardi di euro, in rialzo del 60% sull’anno precedente (consensus Market Screener).

CRESCITA DEI RICAVI DELLE PRIME 5 BANCHE ITALIANE
Unicredit il balzo dell’utile lo ha fatto nel 2022 passando da 1,5 miliardi di euro a 6,4 miliardi. Per il 2023 gli analisti si attendono un ulteriore incremento del 3% a 6,6 miliardi. Il margine netto salirà così al livello record del 30,5% dei ricavi. Quello di Intesa si attesterà a un ottimo 28,3%.
Visto che i tassi di interesse non scenderanno tanto presto, quasi certamente non quest’anno e forse neanche nel primo semestre 2024, la redditività delle banche italiane dovrebbe restare alta. Ci può essere preoccupazione nel caso di rallentamento dell’economia, o addirittura recessione, che potrebbe portare a un incremento dei crediti deteriorati.
Ma a questo proposito appare rassicurante l’analisi di Dbrs Morningstar sulle prime cinque banche italiane. “Se i tassi d'interesse più elevati si manterranno a lungo e la pressione inflazionistica persiste, è probabile che si verifichi un aumento dei crediti deteriorati nei prossimi trimestri, poiché le famiglie e le imprese avranno progressivamente una minore flessibilità nel servizio del debito. Tuttavia – si legge in un report di metà maggio - i profili di rischio delle banche italiane sono migliorati significativamente negli ultimi anni e notiamo che in alcune banche è stato o sta per essere completato un ulteriore de-risking dopo la fine del primo trimestre del 2023”. Dbrs Morningstar segnala poi che la consistenza patrimoniale delle banche rimane solida. Il CET1 ratio medio, a pieno carico, era pari al 14,3% a fine marzo 2023, circa 540 punti base al di sopra dei minimi regolamentari.
Coperta da 27 analisti (dati Refinitiv), Intesa Sanpaolo conta 23 raccomandazioni di acquisto (Buy o Strong Buy) e tre giudizi hold (mantenere il titolo in portafoglio) e uno strong sell (vendere con decisione). La media dei target price raccolta dal consensus di Refinitiv è 3,50 euro (+44% sul prezzo attuale).
Simile la situazione di Unicredit con 23 raccomandazioni di acquisto su 25 analisti che seguono il titolo e due hold. La media dei target price è 28,89 euro (upside del 30%).

Stellantis sottovalutata

Alla quotazione attuale di 16,67 euro, Stellantis capitalizza 53,41 miliardi di euro, vale a dire solo 2,7 volte gli utili attesi nel 2024. E’ un multiplo leggermente inferiore a quello di Volkswagen (ETR:VOWG) (3,9 volte), ma decisamente più basso rispetto a Ford (capitalizza 5,65 volte gli utili 2024) e a General Motors (NYSE:GM) (4,3 volte). A pesare non sono certo le diverse prospettive di crescita fra le aziende: il consensus degli analisti stima che gli utili di Stellantis saliranno del 3,3% nel 2024 arrivando a 15,5 miliardi di euro. La crescita prevista per Ford è del 4,4% e per GM il consensus stima un calo dei profitti nel 2024 del 2,5%.
Stellantis, a differenza dei concorrenti, vanta una cospicua posizione finanziaria netta positiva, stiamo parlando di oltre 24,4 miliardi di euro. Togliendo dai 53 di capitalizzazione i 24,4 miliardi di posizione finanziaria netta si arriva a meno di 30 miliardi pari a meno di 2 volte l’utile previsto per il prossimo anno.
Stellantis è quindi in una situazione di riconosciuta sottovalutazione, in parte dovuta a un retaggio della reputazione non brillante dei due gruppi, Fiat-Chrysler e Psa, che fondendosi hanno dato vita al terzo produttore mondiale di auto. E’ uno di quei casi in cui gli investitori sono più prudenti degli analisti, i quali sono unanimemente positivi sul titolo con 19 raccomandazioni di acquisto su un totale di 24 esperti che coprono la società, 4 hold e nessun sell. La media dei target price è 22,77 euro (upside del 36%).


Attenzione: Il Certificate DE000VU8N0V1 è soggetto ad un livello di rischio pari a 4 su una scala da 1 a 7.

Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento.
Vontobel gode di un buon rating: Aa3 da parte di Moody's

I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione.
Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.

Attenzione: Il Certificate DE000VU8N0V1 è soggetto ad un livello di rischio pari a 4 su una scala da 1 a 7.
Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento.
Vontobel gode di un buon rating:

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  • Aa3 da parte di Moody's


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Questo articolo è stato scritto grazie alla sponsorizzazione di un emittente o di un intermediario. Le informazioni in esso contenute non devono essere considerate né interpretate come consulenza in materia di investimenti. Eventuali punti di vista e/o opinioni espressi non sono intesi e non devono essere interpretate come raccomandazioni o consigli di investimento, fiscali e/o legali. Orafinanza.it non si assume alcuna responsabilità per azioni, costi, spese, danni e perdite subiti a seguito di informazioni, punti di vista o opinioni presenti su questo sito. Prima di intraprendere decisioni di investimento, invitiamo gli utenti a leggere la documentazione regolamentare sempre disponibile per legge sul sito dell'emittente ed ottenere una consulenza professionale.

Ultimi commenti

Ma come fai a scrivere ricavi del 10% annui se alla fine il capitale investito sarà forse del 60% sai fare i conti?
La banca incassa premi doppi e lascia nel certificato il rischio del capitale
Certificato su FTSE MIB top
Preso a 21.000
L' ho prenotato , mi sembra buono .
Preso anch'io!
Mi sembra o è buono?
qualcuno sa se le cedole di questo certificate sono considerati redditi da capitale o redditi diversi?
Diversi
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Scusate, qualcuno prova a spiegarmi dov'è l'inghippo. 10% lordi l'anno (quindi circa 7.5% netti) investendo in compagnie solide, sembra troppo bello per essere vero
Se da qui a 3 anni queste 3 aziende dovessero guadagnare in Borsa più del 30% tu ci avrai perso rispetto all'alternativa di comprarle direttamente sul mercato. In cambio hai una cospicua protezione in caso di ribassi.
Secondo me quasi tutti i certificate di banche Italiane sono una fregatura. Il titolo sottostante vola? Ti chiudono l'investimento e ti ritrovi con un 15% lordo, mentre loro hanno raddoppiato e si sono puri presi le cedole dirette e forse pure senza tasse. Crollano? Ci rimetti il 50% e tre anni di investimenti mancati col capitale congelato. Si evviva, ti sei ripreso in 3 anni il 20%..ma lordo eh, e toglici pure le eventuali spese di acquisto. se prendevi direttamente il sottostante avresti potuto vendere prima del tracollo, o decidere di tenere le azioni per i dividendi e attendere ancora. Lo sweet spot è se prevedi che i sottostanti quotino in maniera abbastanza stabile nei prossimi anni.
ahaahahaah
Ottimo 💪💪💪💪
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