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Il dato che Batte il Mercato: Alfa

Pubblicato 09.03.2023, 12:17
Aggiornato 24.02.2022, 13:15


Diverso tempo fa abbiamo parlato di un indicatore importantissimo da tenere sott’occhio quando si valuta un titolo, un asset, o il proprio Portafoglio: il Beta.
Oggi invece ci concentreremo su un altro indicatore, che spesso viene accoppiato al Beta: parliamo in questa puntata dell’Alfa.

Come sempre iniziamo dalla base: cos’è l’Alfa?
Questo indicatore va a quantificare la capacità di un investitore, di un gestore, di una strategia o di un asset di Battere il Mercato.
Scendendo nel pratico, l’Alfa calcola la performance positiva di un determinato investimento rispetto al suo benchmark di riferimento in un determinato periodo di tempo.
Quindi per avere in chiaro cosa sto dicendo: se un titolo mediamente negli ultimi 5 anni ha avuto una performance positiva annua del +10%, contro un benchmark che ha avuto una performance positiva del +7% annua, l’alfa di quel titolo sarà di +3,0; viceversa lo stesso titolo con una performance annua del +4% avrà un’Alfa di -3,0.
Questo significa, dunque, che un titolo con un Alfa pari a 0 o in negativo non necessariamente sta perdendo in senso assoluto, semplicemente che il suo rendimento è in linea o inferiore al suo benchmark.

Quindi stupendo giusto? Il segreto per un buon investimento è che questo abbia un alto Alfa, corretto?
Beh, come sempre dobbiamo fare diverse considerazioni, e dobbiamo ricordare che l’investimento perfetto non esiste, e se esistesse non saremmo qui ogni giorno a lavorare.
Prima di tutto, l’Alfa ha un senso quando compariamo il titolo con un effettivo benchmark di riferimento, che sia il più simile possibile all’asset che stiamo valutando.
Secondo poi, l’Alfa può essere impiegato quando andiamo a valutare due asset simili, per vedere quale è stato più performante.
Terzo aspetto: a mio parere non ha granché senso utilizzare questo dato per valutare un ETF, il quale per sua stessa natura tende a replicare il suo benchmark, non a cercare sovraperformance.
Viceversa è un dato particolarmente utile quando si studiano i fondi attivi, io stesso ne faccio grande utilizzo quando valuto gli investimenti per i miei clienti. Questo perché il fondo attivo ha come finalità quella di tentare di battere il benchmark, poi che ci riesca o meno è tutto un altro paio di maniche. Ecco che in questo caso l’Alfa ci permette di calcolare egregiamente la bontà del fondo che stiamo considerando. Pari discorso lo applicherei per le singole aziende.
Ultimo aspetto prima di passare al rapporto con il Beta: l’Alfa è un indicatore del PASSATO, e come sempre diciamo, i rendimenti passati non sono in alcun modo garanzia di rendimenti futuri. Tuttavia possono di certo aiutare.

E arriviamo finalmente al rapporto che l’Alfa ha con il Beta.
Come detto prima, questi due indicatori sono complementari, perché ci permettono di avere una chiara e sintetica visione del titolo che stiamo valutando. Ricordiamo che il Beta calcola la volatilità rispetto al Benchmark.
Avere un titolo che ha tanto più basso il Beta, ma con un alto Alfa, indica uno strumento molto stabile, ma che anno su anno sovraperforma il mercato.
A differenza dell’Alfa però, il cui valore positivo è sempre ben accetto, un Beta alto o basso è molto più relativo, e varia in base alla predisposizione al rischio dell’investitore, per cui la combinazione perfetta di questi due parametri per te andrebbe vista caso per caso.

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