Rassegna giornaliera sul mercato forex 20.03.2019
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
Il dollaro USA è crollato bruscamente contro le principali controparti dopo che il dot-plot della Federal Reserve ha mostrato che 11 membri su 15 credono che un aumento dei tassi non sia più necessario quest’anno. Per la decisione del tasso del FOMC, gli investitori ed economisti avevano previsto un calo da 2 aumenti a 1, e invece siamo arrivati a zero – un cambio di rotta inatteso che riflette i timori della Fed. Secondo la dichiarazione di politica monetaria, tra i principali problemi c’è l’inflazione debole, il calo della spesa delle famiglie e degli investimenti delle imprese. Sebbene la banca centrale ritenga che il mercato del lavoro sia positivo e la creazione di nuovi posti di lavoro sia stabile, il rallentamento economico maggiore del previsto ed il calo dell’inflazione sono le ragioni per cui tenere la politica monetaria accomodante per il resto dell’anno. Il Presidente della Fed Powell ha confermato che l’economia USA sta bene ed è destinata a crescere in maniera stabile nel 2019, ma le dispute commerciali, la Brexit, i dazi europei e la crescita globale debole rappresentano dei rischi. Finché qualcuna di queste fonti di incertezza non verrà risolta, secondo Powell “la Fed deve essere paziente, osservare e aspettare”. Nel discorso del Presidente della Fed ci sono stati degli sprazzi di ottimismo, passati però in secondo piano a causa delle previsioni sui tassi di interesse, sul PIL e sull’inflazione. Prevediamo un ulteriore calo del dollaro, con il cambio USD/JPY, che ha chiuso sotto la media mobile di 20 giorni per la prima volta da gennaio, destinato a scendere a 110.
Nel frattempo, i trader della sterlina sono stati delusi dalla richiesta della Premier Britannica May all’UE di un rinvio breve della Brexit fino al 30 giugno . Nella lettera al Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, ha dichiarato di non essere pronta a rinviare ulteriormente la Brexit. Facendo questo, è chiaro che abbia intenzione di portare l’accordo sull’uscita al voto per la terza volta, ma, come avvisato dal portavoce della Camera e dall’UE, l’accordo necessita di modifiche sostanziali per essere preso in esame. Sta cercando di propinare nuovamente l’accordo già bocciato due volte, e sia il parlamento che l’UE sono sul piede di guerra. Il Parlamento sta cercando di bloccare il controllo del processo della Brexit e, secondo quanto dichiarato dal Ministro degli Esteri francese, se la May non può offrire la certezza che l’accordo sulla Brexit verrà approvato, la richiesta del rinvio non potrà essere accettata. L’UE ha detto chiaramente che l’accordo per l’uscita non sarà in alcun modo rivisto, dunque, l’unica opzione è quella di ottenere l’approvazione del parlamento. Considerando il ritardo con cui la richiesta è stata presentata, non si riuscirà a prendere una decisione durante il vertice del Consiglio Europeo di giovedì. Il Presidente UE Juncker ha accennato alla possibilità di un summit di emergenza nella prossima settimana, prima della scadenza del 29 marzo, per decidere se la richiesta di rinvio debba essere approvata. L’UE non approva il fatto che non ci sia un accordo nel Gabinetto della May né in Parlamento e sembra molto improbabile che si trovi un accordo nei prossimi due mesi. Le previsioni per la sterlina restano abbastanza cupe, mentre l’UE si prepara alla possibilità di una Brexit senza accordo e circolano le voci di possibili dimissioni per Theresa May.
Niente di tutto ciò è positivo per la Banca d’Inghilterra, costretta a trascurare il miglioramento nell’aumento degli stipendi e dei prezzi al consumo a causa dell’incertezza sulla Brexit. La banca ha operato nella convinzione che l’accordo si sarebbe trovato, ma con la scadenza del 29 marzo alle porte e nessun accordo approvato, ci si dovrà preparare alla possibilità di una perturbazione del mercato e alla necessità di maggiore cautela. Durante l’ultimo vertice, la BoE ha dichiarato che il Regno Unito è destinato a registrare l’anno peggiore dalla crisi finanziaria. La BoE ha rivisto al ribasso le previsioni sul PIL e sull’inflazione del 2019 , esprimendo i timori per una crescita più debole e per la Brexit. Purtroppo, i miglioramenti registrati dall’ultimo vertice non riescono a fare da contrappeso all’incertezza. Prevediamo un calo del cambio GBP/USD a 1,30.
È atteso anche l’annuncio di politica monetaria della banca centrale svizzera, ma l’impatto sul franco svizzero potrebbe essere limitato. Il dollaro neozelandese e il dollaro australiano attendono i dati sul PIL 4° trim della Nuova Zelanda e i dati sull’occupazione in Australia. Si attendono dati positivi in quanto in Nuova Zelanda gli scambi commerciali e la spesa dei consumatori hanno segnato un rialzo alla fine dello scorso anno. Anche la crescita occupazionale in Australia ha superato le aspettative e gli indici PMI hanno riportato condizioni migliori per il mercato del lavoro nei settori terziario, manifatturiero ed edile.