MILANO (Reuters) - Piazza Affari prosegue debole e si avvia a chiudere in calo una settimana convulsa tra le elezioni Usa, il taglio - previsto - dei tassi Fed, un terremoto politico in Germania e, da ultimo, un piano di stimoli economici in Cina che ha deluso le aspettative degli investitori.
La vittoria di Trump ha innescato un rally dei mercati americani, ma ha scatenato timori in Europa sulle ripercussioni di possibili nuovi dazi. I futures Usa oggi oscillano intorno alla parità dopo che ieri tutti e tre gli indici principali hanno rinnovato i massimi storici.
Le preoccupazioni su un piano di aiuti insufficiente da parte di Pechino penalizza intanto i settori esposti alla Cina come il lusso, l'automotive e in generale gli industriali.
Intorno alle 12,25 il Ftse Mib cede lo 0,8% con volumi per 1,3 miliardi di euro.
Tra i titoli in evidenza:
Si mette in luce Saipem (BIT:SPMI) (+2,3%) nonostante la debolezza del greggio che pesa sul resto del settore energetico.
Brillano anche Pirelli (BIT:PIRC) (+2,6%) e Nexi (BIT:NEXII) (+1,5%), seppur sotto i massimi iniziali, che beneficiano di conti superiori alle attese.
La discesa delle banche trascina invece Mps (BIT:BMPS) (-0,8%), che era partita con slancio dopo una trimestrale migliore del previsto.
L'indice bancario cede l'1,2%, un po' meglio di quello europeo. Banco Bpm (BIT:BAMI) cede l'1,7% dopo il balzo di ieri in scia a conti solidi e all'Opa su Anima (BIT:ANIM) (-1,4%), Bper (BIT:EMII) perde più del 3%.
L'automotive perde in media l'1,6%, in linea con il resto d'Europa. Stellantis (BIT:STLAM) cede il 3,5%, Iveco quasi il 4% dopo il +10% incassato ieri post risultati.
Pesante Moncler (BIT:MONC) a -4%, Ferragamo (BIT:SFER) -3% tra titoli del lusso tutti colpiti dai risultati sotto le attese di Richemont e dai timori sulla tenuta della domanda cinese.
Unipol (BIT:UNPI), che ha annunciato stamani utili in calo per i costi di uscita del personale, cede il 4% circa.
Tra i titoli più piccoli, perde il 2% Illimity che ha annunciato un utile in calo e un accordo strategico con Apax che l'ha spinta a rinviare il piano industriale al 2025 per incorporare i benefici attesi.
(Claudia Cristoferi, editing Sabina Suzzi)