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Il dollaro schizza al massimo del 2019, cosa c’è dietro all’impennata?

Pubblicato 25.04.2019, 10:21
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Rassegna giornaliera sul mercato forex, 24 aprile 2019

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management

I tori del dollaro tornano al controllo mentre il biglietto verde sale contro le altre principali valute. Il cambio USD/JPY è salito sopra 112 al livello più alto dell’anno, mentre il cambio EUR/USD è crollato al minimo da giugno 2017. Mercoledì non sono stati rilasciati dati USA, dunque non ci sono stati eventi catalizzatori. I rendimenti dei Titoli di Stato USA sono in calo e l’impennata dei titoli azionari di martedì non è andata oltre. Tuttavia, con gli indici di borsa vicini ai massimi storici e la Banca del Canada che si unisce al coro di chi parla di allentamento, la Federal Reserve diventa più propensa verso un inasprimento. La debolezza dell’economia globale, I miglioramenti dell’economia USA e la politica della Fed rendono il dollaro più attraente rispetto alle altre valute. I dati di giovedì su ordinativi durevoli e richieste di sussidio non influiranno sul biglietto verde in quanto si prevedono dati positivi.

L’euro è in calo in quanto la fiducia delle imprese tedesche è peggiorata ad aprile. Nonostante il miglioramento dell’attività del settore dei servizi la principale economia della zona euro sta registrando una certa debolezza nel settore manifatturiero. La Bundesbank ha dichiarato che la crescita potrebbe essere più debole di quanto inizialmente previsto. Tra rendimenti negativi, cautela della BCE, rischio di nuovi dazi dagli USA e dati deboli, ora che il supporto di 1,12 è stato superato, potrebbe essere solo una questione di tempo prima che il cambio riscenda a 1,10. Anche la sterlina è andata sotto pressione mercoledì, sebbene non siano stati rilasciati dati britannici. La Banca d’Inghilterra si riunirà la settimana prossima e nonostante alcuni miglioramenti dei dati, sicuramente farà eco alle omologhe internazionali.

Il cambio USD/CAD è schizzato sopra 1,35 dopo l’annuncio di politica monetaria della Banca del Canada. La BoC ha completamente ignorato i miglioramenti delle vendite al dettaglio e degli scambi commerciali. I tassi sono rimasti invariati all’1,75% e le previsioni sono state riviste al ribasso; invece di una crescita dell’1,7% nel 2019, ora si prevede solo l’1,2% di crescita per via dei dati peggiori del previsto sul settore immobiliare e sui consumi. Inoltre, la banca centrale non crede più che il prossimo intervento debba essere al rialzo, infatti, nell’annuncio di politica si legge che il “Consiglio Direttivo ritiene che debba essere garantita una politica accomodante sui tassi di interesse”. C’è apprensione per la crescita globale, per il settore immobiliare e anche per quello petrolifero, che dovrebbe beneficiare dell’aumento dei prezzi del petrolio. Inoltre, nella sua conferenza stampa, il Governatore Poloz ha affermato che se le previsioni si riveleranno esatte, i tassi potrebbero salire anziché scendere. Inoltre, vista la conferma di una visione da neutra a cauta, il cambio USD/CAD dovrebbe segnare ulteriori rialzi.

Intanto, il dollaro australiano e quello neozelandese sono scesi al livello più basso dell’anno. L’IPC australiano si è rivelato più debole del previsto nel primo trimestre. Invece di salire dello 0,2%, la crescita dell’IPC è rimasta invariata. La Reserve Bank è stata neutrale/cauta per diverso tempo, ma ora ci si aspetta un taglio dei tassi. I future indicano una probabilità del 70% di un intervento sui tassi il prossimo mese. Questo spiega la debolezza della valuta. La Banca del Giappone rilascerà questa sera l’annuncio di politica monetaria e ci sono alte probabilità che le valutazioni sull’economia vengano riviste al ribasso. Secondo gli ultimi dati, l’aumento della spesa delle famiglie sta rallentando, il surplus commerciale si sta riducendo, la fiducia sta scendendo, l’attività del settore manifatturiero, dei servizi e della produzione industriale si è indebolita e l’inflazione è in calo. Si prevede una contrazione dell’economia nipponica nel primo trimestre. Il rischio è al ribasso per lo yen ma la decisione della BoJ potrebbe anche non influiire affatto sul cambio USD/JPY.

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