Il dollaro è scambiato vicino a minimi plurimensili contro le maggiori controparti, nelle aspettative che la Federal Reserve possa rallentare gli aumenti dei tassi. Il calo dell’indice del dollaro potrebbe continuare sulle notizie che la Cina potrebbe finalmente eliminare la sua politica zero-COVID, il che dovrebbe far rallentare la domanda degli asset rifugio, alimentando l’appeal degli asset di rischio.
Il dollaro ha cominciato a scendere in scia all’ultima lettura dell’indice sui prezzi al consumo, da cui è emerso che le pressioni inflazionistiche si stanno riducendo negli Stati Uniti, alimentando le speranze degli investitori che la Fed possa rallentare il ritmo degli aumenti dei tassi.
Il governo cinese ha annunciato che accelererà le vaccinazioni per la fascia più anziana della popolazione, per facilitare la riapertura e sostenere l’economia, facendo schizzare le valute legate alle materie prime.
Inoltre, i funzionari cinesi sembrano aver adottato una posizione più conciliante nei confronti delle proteste pubbliche contro la politica zero-COVID. È di ieri la notizia che il paese allenterà i lockdown.
L’attenzione torna sulla Fed?
Gli investitori attendono il discorso del Presidente della Fed Jerome Powell questo mercoledì, per ulteriori indizi circa i piani della banca.
Molti si aspettano che Powell si attenga al copione (cioè una retorica interventista) e non cambi posizione dopo un solo dato sull’inflazione minore del previsto. L’attenzione poi si sposterà alla prossima lettura dell’indice IPC di dicembre.
Nel complesso, gli ultimi sviluppi spingono a chiedersi se il rally senza precedenti del biglietto verde quest’anno non sia vicino alla fine. Il dollaro ha perso oltre il 4% nell’ultimo trimestre, dopo aver segnato un massimo di 20 anni ad agosto. La scorsa settimana è stata la prima volta che gli investitori sono diventati bearish sul dollaro in oltre un anno.
Gli esperti di strategie di Goldman Sachs notano che gli investitori sono sempre più ansiosi di vedere un segnale di un “cambiamento dei fondamentali”.
Oltre alla crescita più lenta dell’inflazione ed al potenziale cambiamento della politica zero-COVID cinese, il clima più mite in Europa ha contribuito a previsioni economiche più ottimistiche, alleviando i timori per la crisi energetica di quest’inverno.
Intanto, ci sono anche numerosi rischi che potrebbero far cambiare l’attuale tono ottimistico dei mercati. Se il Presidente Xi Jinping ed i legislatori cinesi manterranno la politica zero-COVID, ciò potrebbe ostacolare la crescita della seconda economia mondiale, spaventando gli investitori, nonché alimentando un altro potenziale rally del dollaro. Il biglietto verde è salito all’inizio della settimana sulla notizia di un lockdown di cinque giorni in uno dei principali distretti di Guangzhou.
Inoltre, altri fattori, come l’incertezza per i piani futuri della Fed e la guerra in Ucraina, potrebbero influenzare le prospettive per l’Europa e le altre economie globali.
Cosa dicono gli esperti di strategie forex?
Persino alcuni dei principali tori del dollaro quest’anno, come JPMorgan (NYSE:JPM) e Morgan Stanley (NYSE:MS), stanno diventando bearish sul biglietto verde, con i dati sull’inflazione di ottobre più deboli del previsto che fanno sperare in un approccio più prudente della Fed. Se così dovesse essere, potrebbe sostanzialmente aumentare l’appeal di euro, yen ed altre valute bistrattate negli ultimi mesi.
“I mercati ora hanno un’idea migliore della traiettoria della Fed”, dice Kerry Craig, esperto di strategie di JPMorgan Asset a Melbourne. “Il dollaro non è più quel buy diretto, a senso unico, che abbiamo visto quest’anno. Valute come euro e yen hanno spazio di ripresa”.
Tuttavia, una serie ribassista a lungo termine del dollaro potrebbe avere un forte impatto sui mercati forex, dal momento che l’USD rappresenta l’88% di tutti i trade forex. Una simile serie ribassista potrebbe però avere effetti più ampi, che vanno ben oltre i mercati monetari, come la riduzione delle pressioni sulle economie europee causate dall’inflazione importata, o il calo dei prezzi degli alimentari per le economie in via di sviluppo.
L’indice sul dollaro spot di Bloomberg, che replica l’andamento del biglietto verde contro 10 rivali, segna -6% dal massimo di settembre. La valuta è inoltre scesa contro tutti e 10 i rivali nell’ultimo mese, con -7% contro lo yen giapponese ed il dollaro neozelandese.
James Athey di Abrdn pensa che la Fed sia consapevole degli effetti ritardati che un aumento dei tassi di interesse avrebbe sulla crescita dei prezzi. Intanto, la differenza tra la politica monetaria nipponica e quella statunitense ha “raggiunto il limite”, aggiunge.
Se Cina ed Europa supereranno questo periodo meglio del previsto, ciò potrebbe spingere le rispettive valute contro il dollaro. Citando questi fattori, l’esperto di strategie di Nomura Jordan Rochester crede che il biglietto verde possa aver raggiunto il picco contro il paniere di valute.
Conclusione
Al picco o no, un dollaro debole potrebbe ridurre i costi alle stelle di alimentari ed energetici, nonché alleviare i timori dei governi con alti debiti in dollari. L’attenzione sul breve periodo resta focalizzata sulla Cina e sull’allentamento della politica zero-COVID, ma le aspettative sulla Fed e sui rendimenti dei bond continueranno a determinare la direzione del biglietto verde.