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Il mercato dei Treasury sbaglia la tempistica del primo taglio dei tassi, di nuovo

Pubblicato 07.02.2024, 12:34
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Ci siamo già passati. Nella primavera del 2023, il mercato dei bond è schizzato, prevedendo un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve.

Ma le scommesse sono saltate, con la Federal Reserve che ha continuato ad alzare i tassi di interesse, facendo crollare i prezzi dei bond e schizzare i rendimenti.

Gli aumenti dei tassi sono probabilmente storia stavolta, ma le recenti stime del mercato che i tagli siano vicini sembrano ancora una volta premature.

A metà gennaio, il tasso a 2 anni è sceso al 4,14%, segnando il punto di massimo rialzismo delle aspettative del mercato che un taglio dei tassi a marzo fosse probabile. Ma i funzionari della Fed continuavano a smentire l’idea.

Le notizie economiche sorprendentemente forti sul PIL del quarto trimestre e sull’occupazione di gennaio hanno alimentato l’idea che la crescita resta resiliente e quindi i tagli dei tassi possono aspettare.

Ci sono volute un paio di settimane, ma il mercato ancora una volta sta recependo il messaggio e rivedendo le aspettative di conseguenza.

UST2Y-Daily Chart

Il posto in prima fila per monitorare le scommesse implicite del mercato dei Treasury sul futuro della politica della Fed si può avere confrontando il rendimento a 2 anni con il tasso dei fondi Fed.

Il brusco calo del tasso a 2 anni rispetto ai fondi Fed ultimamente ha lasciato un profondo divario tra i due. A prima vista, suggerisce che il mercato crede che un taglio dei tassi sia imminente.

UST2Y vs Fed Funds Effective Rate

La differenza tra quello che il mercato si aspetta, o si aspettava, e i piani della Fed è diventata così grande che il Presidente della Fed Powell si è sentito in dovere di andare in TV domenica e spiegare:

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“Riteniamo di poter affrontare con attenzione la questione di quando iniziare a ridurre i tassi di interesse”.

Il Presidente della Federal Reserve di Minneapolis, Neel Kashkari, lunedì ha approfondito questo indizio non tanto sottile scrivendo che la politica della Fed è meno restrittiva per la crescita economica di quanto non sembri, e quindi la banca centrale può essere paziente con i tagli dei tassi.

“Questo insieme di dati mi suggerisce che l’attuale posizione di politica monetaria potrebbe non essere tanto restrittiva quanto pensavamo, dato il contesto di tassi bassi neutrali esistente prima della pandemia”, ha affermato.

Non aiuta che i dati ISM sui servizi di gennaio abbiano riportato il maggiore aumento mensile della componente dei prezzi pagati dal 2012.

Sebbene ci siano ragioni per essere cauti nell’interpretazione dei dati mensili, gli economisti di Wells Fargo (NYSE:WFC) concludono:

“Il report sui servizi dell’ISM non è quello che i policymaker della Federal Reserve volevano vedere” perché “supporta appena un taglio dei tassi”.

Non sorprende che i future dei fondi Fed ora valutino la probabilità di un aumento dei tassi a marzo come bassa (circa il 17%). La nuova stima per un taglio è ora per il vertice del FOMC del 1° maggio, attualmente pari ad una probabilità del 66%.

Un modello semplice che usa l’inflazione al consumo e la disoccupazione suggerisce che la politica della Fed è ancora moderatamente restrittiva e quindi l’ipotesi di allentamento è plausibile.

Ma nell’ultimo anno o più il mercato ha decisamente sbagliato, così come è stata sbagliata la fiducia nella cosiddetta fiducia della folla.

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Fed Funds vs Unemployment Rate

Secondo alcuni, il fatto che questo sia un anno elettorale suggerisce che i tagli dei tassi sono probabili, presumibilmente sulla base dell’idea che alla Fed non piace che si pensi che gioca con la politica mentre la nazione sceglie un presidente.

Forse, anche se l’idea di giocare con la politica vale per entrambe le cose, dato che sia lasciare i tassi invariati che ridurli può sembrare sospetto, a seconda delle proprie idee politiche.

Morale della favola: la tempistica dei tagli dei tassi non è chiara, di nuovo. Maggio potrebbe essere l’inizio di una politica prudente, ma la Fed, come sempre, guarda ai dati per avere supporto per un passo indietro dalla politica restrittiva.

Il timore è che succeda come negli anni Settanta, quando l’inflazione era scesa, la Fed aveva abbassato la guardia e l’inflazione era tornata.

Una replica degli anni Settanta è difficile, in parte perché la Fed è consapevole del pericolo stavolta e vuole preservare i recenti progressi nel domare l’inflazione.

A questo proposito, il mercato sarà super-concentrato sui dati della prossima settimana sull’inflazione al consumo di gennaio. Allo stesso tempo, aspettiamoci che il mercato dei bond resti titubante fino a quando i nuovi dati non gli daranno motivo di riprendere il suo atteggiamento prudente.

Ultimi commenti

Ho capito che tutti questi grandi esperti non sono per niente esperti anzi sono giunto ad una conclusione.......non sanno niente.....sanno solo dire bla.bla.bla.bla.bla.bla...........quelle chiacchiere che fanno loro le so fare anche io.
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