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Il peggior anno per le obbligazioni. Forse qualcosa sta per cambiare?

Pubblicato 20.12.2022, 18:26

Oltre ad essere stato un anno negativo per le azioni, il 2022 verrà ricordato soprattutto per le performance delle obbligazioni.
 
I bond su tutte le scadenza stanno infatti affrontando dei drawdown mai visti prima, creando picchi di volatilità che non si osservavano dal 2009.
 
Il calo combinato di azioni e obbligazioni ha inoltre creato molta difficoltà a tutti quegli investitori che hanno messo i propri risparmi in un portafoglio 60/40. Si tratta, anche in questo caso, della peggior annata per questa tipologia di allocazione.Che cosa dobbiamo aspettarci ora?

Molto dipenderà dalle future scelte della Fed. Se, come ormai molti prevedono, l’economia statunitense dovesse entrare in una recessione, la Banca Centrale potrebbe spostarsi verso una politica monetaria più accomodante, che potrebbe quindi dare nuova spinta alle obbligazioni.

Dobbiamo inoltre considerare che ad una ripresa del mercato obbligazionario solitamente fa seguito, con mesi di ritardo, anche il bottom di quello azionario. 

Come si osserva dal grafico seguente, i mercati ribassisti tendono però a concludersi solo dopo la riduzione significativa dei tassi da parte della Fed
In altri termini, questo vuol dire che dopo il pivot della Fed potremmo vedere ancora per un po’ il mercato scendere. Storicamente passano diversi mesi di ulteriori cali dal primo taglio dei tassi al bottom del bear market.
 
Anzi, a dir la verità, come si osserva da questo grafico, quando la Fed taglia i tassi di interesse non siamo nei pressi della fine dei “mercati ribassisti”, ma piuttosto l’inizio.
 
Come mostra il grafico di seguito, al Pivot della Fed fa seguito un periodo di declino del mercato.
Questo fatto ha anche una spiegazione logica. Solitamente quando la Fed si trova a tagliare i tassi è perché qualcosa si è rotto nell’economia reale. In altri termini, una recessione è in corso. 
 
I mercati cominciano così a soffrire non più per una Fed aggressiva ma per un’economia debole che si traduce in scarsi risultati aziendali.
 
Attualmente il primo taglio dei tassi è previsto per metà 2023.
 
Sul fronte inflazione, gli ultimi dati rilasciati sull’inflazione cominciano a mostrare i primi segni duraturi che qualcosa sta cambiando.

Un altro dato interessante è che durante gli ultimi cinque cicli di aumento dei tassi da parte della Fed, i rally delle obbligazioni sono iniziati in media 206 giorni prima del primo allenamento vero e proprio delle politiche monetarie.
Ci aspettano mesi molto interessanti.

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