Per la Banca Nazionale Svizzera (BNS), il rialzo del tasso della Fed non sarà mai abbastanza rapido.
Stando ai dati diffusi oggi dal FMI, c’è stata un’impennata delle riserve totali pari a 17 mld di CHF, escluso l’oro.
La cifra totale è salita da 636,091 a 653,786, appena inferiore al 100% del PIL attuale, cifra spaventosa per qualsiasi legislatore.
Visto il calo del cambio EUR/CHF (da 1,0922 a 1,0883), questo balzo non è dovuto alla valutazione, ma all’intervento sul forex della BNS.
Crescono i costi per proteggere l’economia alpina dall’eccessivo apprezzamento del CHF.
Il rialzo di 25 punti base della Fed in programma questa sera dovrebbe alleggerire temporaneamente la pressione sul franco ma, poiché l’incertezza politica è stata uno dei catalizzatori principali dei movimenti sul forex e continuerà ad esserlo nel 2017, il CHF rimane sotto la minaccia costante di un apprezzamento.
La riunione di politica monetaria di domani della BNS dovrebbe svolgersi alla luce di nuove speranze globali di reflazione e delle crescenti prospettive di una normalizzazione della politica delle banche centrali.
Si tratta di tendenze macro, che dovrebbero aiutare la BNS nella sfida posta dal deprezzamento del CHF.
La BNS pubblicherà anche previsioni d’inflazione e prospettive di crescita aggiornate.
Anche se l’interesse per i differenziali fra i tassi d’interesse dovrebbe dare all’EUR/CHF una piccola spinta nel medio termine, in Europa crescono i rischi legati agli eventi e l’incertezza sulla strategia di politica monetaria della BCE dovrebbe far scendere la coppia.
Al momento, l’intervento sul forex sembra essere lo strumento di politica preferito dalla BNS; tassi d’interesse più bassi, nonostante l’insistenza dei membri del consiglio, rappresentano uno strumento d’improbabile applicazione.
Mentre l’inflazione inizia ad aumentare, la BNS potrebbe essere meno propensa a proteggere l’EUR/CHF, purché non si registrino movimenti eccessivi.