Sconto Black Friday! Risparmia il massimo su InvestingProFino al 60% di sconto

Powell fatica a difendere l’aumento dei tassi che era già stato messo in conto

Pubblicato 20.12.2018, 06:45

Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell è stato determinato a respingere qualsiasi idea di un’interferenza politica nella decisione di alzare i tassi di un altro quarto di punto, ma ha incontrato difficoltà nel difendere l’aumento per quanto riguarda il fatto che l’inflazione supera l’obiettivo del 2% della Fed.

Quando gli è stato chiesto perché la Fed abbia alzato i tassi quando l’obiettivo dell’inflazione viene superato e le previsioni indicano che lo farà anche l’anno prossimo, Powell ha risposto in modo vago, almeno per quanto possibile vista la sua promessa di essere chiaro.

La sua unica risposta è stata che questo aumento dei tassi, il nono da quando la banca centrale ha cominciato ad alzare i tassi e il quinto aumento trimestrale di fila, è stato giustificato nell’ottica di una “economia in salute”. Tuttavia, i policymaker della Fed hanno ridotto lievemente le previsioni sulla crescita, in calo di 0,1 punti percentuali per quest’anno e fino al 2021, ma tra l’1,9 e il 2,0% è effettivamente ancora in salute.

Ciononostante, potrebbe essere sbagliato. Il che solleva la domanda del perché la Fed abbia alzato i tassi proprio durante questo vertice, quando niente suggeriva che fosse necessario.

Powell è stato altrettanto vago quando gli è stato chiesto del distanziamento dei futuri aumenti dei tassi, oltre a ribadire che i policymaker prevedono due aumenti dei tassi il prossimo anno anziché tre, come avevano annunciato a settembre. I suoi commenti potrebbero benissimo dare l’impressione che la Fed abbia alzato i tassi durante questo vertice semplicemente perché ne aveva la possibilità. Così facendo ha dimostrato che non deve dare ascolto al Presidente Trump né a chiunque altro pensi che la tempistica di questo aumento possa essere sbagliata.

L’inasprimento quantitativo continuerà: due aumenti il prossimo anno

Powell non ha dato agli investitori molta speranza nemmeno sul fronte dell’inasprimento quantitativo. Ovviamente ha evitato di usare le parole “inasprimento quantitativo” preferendo parlare di “deflusso di bilancio”. Il Federal Open Market Committee (FOMC), secondo Powell, ritiene che questo deflusso stia funzionando piuttosto bene con il pilota automatico, con circa 50 miliardi di dollari al mese, e che l’attenzione della politica monetaria debba restare sui tassi dei fondi federali.

Poco dopo, i giornalisti sono passati a chiedere della supervisione della banca, rendendosi conto che non avrebbero ottenuto altre indicazioni dal presidente sulla politica monetaria.

Nel complesso, il presidente della Fed è sembrato un po’ più disorientato e a disagio rispetto alle scorse conferenze stampa. La Fed probabilmente è felice che questo vertice sia finalmente finito. Aveva preventivato un aumento dei tassi e non poteva fare marcia indietro proprio quando Trump ha cominciato a criticarlo.

Gli investitori probabilmente avrebbero preferito un po’ più di incertezza circa i due aumenti dei tassi del prossimo anno. Forse uno? O magari nessuno? Ma l’impegno è stato molto più contenuto in vista di questo aumento dei tassi.

Nella dichiarazione della Fed, approvata all’unanimità dai 10 membri votanti, è stata inserita la parola “qualche” davanti alla frase “ulteriore aumento graduale del range obiettivo dei fondi federali”, segnalando che ci sarà una fine di questo processo.

Inoltre, i policymaker hanno abbassato le previsioni sul livello a lungo termine del tasso di riferimento dal 3,0% al 2,8%. La banca potrebbe in realtà affermare di essere abbastanza vicina a quel livello con un solo aumento dei tassi il prossimo anno. Ed è stata aggiunta una lunga frase per spiegare che le prospettive sembrano piuttosto equilibrate, affermando che continueranno “a monitorare gli sviluppi economici e finanziari globali e a valutare le loro implicazioni per le previsioni economiche”.

Se la Fed avesse evitato di alzare i tassi durante questo vertice, tuttavia, la reazione dei mercati (tutti i principali indici USA sono andati in selloff dopo l’annuncio) sarebbe potuta essere persino peggiore. Rinunciare a questo aumento dei tassi avrebbe dimostrato minore fiducia nell’economia, oltre al fatto che avrebbe rappresentato un preoccupante cedimento alle pressioni politiche.

A partire dal prossimo anno, il presidente della Fed terrà una conferenza stampa dopo tutti gli otto vertici del FOMC. Questo renderà ogni vertice “in tempo reale”, ossia suscettibile ad un cambiamento della politica monetaria, eliminando al contempo molta pressione dalla Fed. La banca centrale potrebbe o non potrebbe alzare i tassi a marzo, ma potrebbe farlo a maggio se dovesse saltarlo e non dovrà aspettare fino a giugno.

Una pausa potrebbe durare fino a che sarà necessario. La Fed potrebbe saltare l’aumento dei tassi a marzo e anche a maggio e potrebbe comunque intervenire altre due volte nel 2019, se volesse. I future dei fondi Fed sul CME mostrano maggiori probabilità che i tassi restino al tasso del 2,25-2,50% fissato questa settimana almeno fino ad ottobre.

Ultimi commenti

Prossimo articolo in arrivo...
Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.