- I dati sull’inflazione hanno battuto le attese, con pressioni sulla Fed perché aumenti l’inasprimento
- Gli USA annunciano un contrattacco se la Russia dovesse invadere l’Ucraina
Con gli stessi temi ancora in atto, insieme alla possibilità che “l’Occidente risponderà con decisione ad un’eventuale invasione dell’Ucraina”, secondo quanto affermato dal Presidente USA Joseph Biden durante una telefonata con il Presidente russo Vladimir Putin sabato, non ci aspettiamo che la volatilità sul mercato si riduca questa settimana. Al momento della scrittura, Stati Uniti e Regno Unito hanno chiesto ai loro cittadini di lasciare l’Ucraina.
Con la stagione degli utili che volge al termine ed il dato più alto del previsto della scorsa settimana sull’indice IPC USA (il livello di inflazione più alto da decenni), oltre agli aumenti dei tassi di interesse all’orizzonte, gli investitori hanno rapidamente reagito all’aumento dei problemi, passando all’avversione al rischio in chiusura di settimana.
Mercati giù con l’indice IPC surriscaldato; aumenta la rotazione ciclica
L’indice sui prezzi al consumo è salito di un altro 0,6% a gennaio, portando la lettura su base annua al 7,5%, il rialzo maggiore dal febbraio 1982. Inoltre, l’indicatore preferito dalla Fed, l’inflazione core, che esclude i prezzi volatili di energetici ed alimentari, è salita del 6%, superando le stime.
Allo stesso tempo, anche al netto dell’inflazione, i compensi reali sono aumentati dello 0,1% e le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione sono scese a 223.000, sotto le 230.000 previste. L’aumento dei compensi e la minore disoccupazione sono ulteriori fattori che contribuiscono all’aumento dell’inflazione, dal momento che più persone che lavorano per uno stipendio migliore probabilmente aumenteranno la richiesta di prodotti.
Il mese scorso, i titoli azionari si sono staccati dai livelli record dopo che Jerome Powell aveva sconvolto i mercati passando da una posizione prudente ad una interventista. La drastica volatilità, che ha compreso il peggiore selloff del mercato azionario da anni, ha spinto una serie di membri della Fed a rilasciare commenti che placassero gli investitori, affermando che i tassi non saranno alzati tanto rapidamente quanto temevano i mercati.
E questo ha aiutato i tori a tornare sul mercato. Ma la Fed sarà in grado di mantenere queste promesse? Qualunque cosa dicano i policymaker, il loro mandato è quello di gestire l’inflazione per evitare che vada fuori controllo. E ciò significa alzare i tassi di interesse tanto frequentemente e fortemente quanto necessario, malgrado quello che pensano gli investitori. Se non dovessero tenere a bada l’inflazione, l’economia statunitense potrebbe cadere in recessione, portando ad un possibile tonfo del mercato.
Tutti e quattro gli indici di riferimento statunitensi, the Dow Jones, S&P 500, NASDAQ e Russell 2000, sono scesi venerdì. Il NASDAQ 100 legato al settore tech ha visto il crollo maggiore, -3,07%.
La performance debole delle big tech è in linea con la rotazione ciclica per l’aumento dei tassi, con gli investitori che puniscono prima i titoli con la valutazione più alta. In modo speculare, gli indici che rappresentano titoli value hanno avuto una performance migliore. Il Russell 2000, le cui small cap dipendono dalla crescita economica, è sceso “solo” dello 0,89%, il risultato migliore tra gli altri indici, dopo essere rimasto per molto tempo indietro. Il Dow blue chip, che comprende le 30 maggiori aziende USA, è sceso di “appena” l’1,43%.
L’S&P 500 ha segnato -1,9%, trascinato giù soprattutto dalle azioni tech, con il settore crollato del 3,05%. Gli energetici, un settore sensibile all’economia, hanno registrato +2,91%.
Lo stesso rapporto in termini di performance tra i settori growth e value si vede anche su base settimanale, mensile e trimestrale. Il mercato sembra essere in piena modalità di rotazione ciclica.
Il NASDAQ 100 potrebbe stare completando un pattern tecnico ribassista.
L’indice sembra sbilanciato. Potrebbe aver completato una rising flag, ribassista dopo il crollo iniziale, che potrebbe anche essere la spalla destra di un apice testa e spalle inclinato verso il basso, che non aveva abbastanza domanda per creare una spalla destra simmetrica.
Oltre a pesare sui titoli azionari, gli sconvolgenti dati sull’inflazione hanno spinto gli investitori a passare ai Treasury, premendo sui rendimenti, compresi quelli dei decennali.
I rendimenti stanno probabilmente vedendo una mossa di ritorno verso un triangolo simmetrico rialzista, a sua volta breakout di un triangolo simmetrico rialzista molto più grande. Questi pattern suggeriscono decisamente ulteriori rialzi per i rendimenti, che dovrebbero spingere giù i titoli azionari, in quanto dei tassi più alti rendono le azioni più costose e dunque i rendimenti dei bond più alti rappresentano un investimento più allettante.
Il dollaro venerdì è salito per il secondo giorno di fila. Il biglietto verde ha chiuso al massimo della seduta.
La geopolitica ha contribuito a far segnare all’oro il suo sesto giorno al rialzo.
Tuttavia, il livello intraday del 25 gennaio di 1856,70 ha fatto da resistenza.
Dopo un selloff di tre giorni, il Bitcoin sale.
Tuttavia, ci aspettiamo che la criptovaluta torni in discesa; il principale token digitale di recente ha completato un grande apice testa e spalle.
Il petrolio è schizzato venerdì, chiudendo la settimana con un’impennata di oltre il 3%, segnando il massimo dal 29 settembre 2014.