L'indice dei prezzi al consumo USA sono aumentati il mese scorso al ritmo più lento su 12 mesi dal dicembre 2021, chiudendo un anno in cui l'inflazione ha raggiunto il livello più alto in quattro decenni e ha messo a dura prova la capacità della Federal Reserve di mantenere l'economia statunitense sulla buona strada.
Martedì il Dipartimento del lavoro ha dichiarato che il suo indice dei prezzi al consumo, una misura di ciò che i consumatori pagano per beni e servizi, è salito del 7,1% a novembre rispetto a un anno fa, in netto calo rispetto al 7,7% di ottobre. Il ritmo si è basato su una tendenza alla moderazione degli aumenti dei prezzi dal picco del 9,1% di giugno, ma è rimasto ben al di sopra del tasso medio del 2,1% nei tre anni precedenti la pandemia.
L'IPC core, che esclude la volatilità dei prezzi dell'energia e dei generi alimentari, è aumentato del 6% a novembre rispetto a un anno fa, in calo rispetto al +6,3% di ottobre. L'aumento del 6,6% di settembre è stato il balzo maggiore dall'agosto 1982.
Anche i prezzi sono diminuiti significativamente su base mensile, con i prezzi della benzina, delle utenze, dei servizi di assistenza medica e delle auto usate in calo. Gli aumenti dei prezzi si sono moderati per i pasti al ristorante, mentre i prezzi per i veicoli nuovi sono rimasti invariati.
Il CPI è aumentato dello 0,1% a novembre rispetto al mese precedente, rispetto allo 0,4% di ottobre. L'IPC core è aumentato dello 0,2% a novembre, in calo rispetto allo 0,3% di ottobre e allo 0,6% di agosto e settembre.
I dati lasciano la Fed sulla buona strada per alzare i tassi di interesse di 0,5 punti percentuali mercoledì, dopo maggiori aumenti di 0,75 punti nelle ultime quattro riunioni.
L'aumento di mercoledì sarebbe il settimo aumento consecutivo dei tassi quest'anno volto a combattere l'inflazione rallentando l'economia. Due mesi consecutivi di moderazione delle pressioni sui prezzi potrebbero complicare le deliberazioni della Fed su quanto alzare i tassi all'inizio del prossimo anno.