La settimana è iniziata in modo tranquillo sull’onda dei pochi appuntamenti economici in calendario.
Gran parte delle coppie di valute lunedì ha annaspato, l’EUR/USD è passato di mano fra 1,0960 e 1,10.
La moneta unica ha reagito sommessamente ai dati IFO sul clima delle aziende superiori alle attese, calati a 108,3 punti a luglio (a fronte dei 107,5 previsti) dai 108,7 del mese precedente.
Il dato più basso suggerisce che i responsabili delle aziende tedesche prevedono effetti negativi sulle prospettive economiche tedesche dal voto sulla Brexit.
Una nota positiva viene dal dato sulla valutazione della situazione attuale, che fa registrare un lieve rialzo, da 114,6 a 114,7 punti, superando i 114 punti delle previsioni, a conferma che i dirigenti sono piuttosto contenti della resilienza dell’economia tedesca.
Martedì il biglietto verde ha stornato i guadagni di venerdì scorso, perché gli investitori sono tornati sugli asset rischiosi. L’EUR/USD è risalito a 1,1021 a Tokyo, perché gli investitori hanno liquidato le posizioni lunghe in dollari. Al momento la coppia testa il minimo del canale rialzista in atto da mesi, intorno a 1,0950, ma per il momento non sembra verosimile una violazione al ribasso.
Nelle negoziazioni notturne, lo Yen giapponese è salito bruscamente, perché gli investitori temono che la BoJ possa non essere all’altezza delle aspettative alla prossima riunione di politica monetaria che si terrà venerdì.
L’USD/JPY è crollato dell’1,55% a 104,30 dopo aver toccato quota 107,49 giovedì scorso.
Lo Yen rimarrà molto sensibile alle voci e alle oscillazioni della propensione al rischio sul mercato man mano che ci avviciniamo alla decisione di venerdì, per ora, il mercato crede che la BoJ deluderà di nuovo, anche se non è da escludere un capovolgimento, che spingerebbe al ribasso loYyen, preparatevi a brusche oscillazioni.
Malgrado il surplus inferiore alle attese (127 mln di NZD rispetto ai 150 previsti e ai 348 precedenti), il dollaro neozelandese ha compiuto un forte balzo contro il biglietto verde, guadagnando lo 0,68% e portandosi a 0,7045 USD.
La spinta è venuta dalle cifre incoraggianti sulle esportazioni. Infatti, le esportazioni di prodotti caseari sono cresciute del 13,6% m/m, quelle di greggio dell’83,8% m/m dopo la contrazione pari al 25,2% registrata a maggio e le esportazioni di frutta sono rimaste stabili, salendo del 7,6% m/m.
Su base annua, a giugno le esportazioni sono aumentate del 2,6% e le importazioni sono calate del 4,6%.
Nonostante questa spinta positiva per il kiwi (NZD), preferiamo rimanere cauti, soprattutto considerando che la RBNZ dovrebbe fornire nuovi stimoli. Al ribasso, un supporto giace a 0,6952 (minimo 21 luglio), mentre al rialzo si osserva una resistenza a 0,7095 (38,2% di Fibonacci sulla svalutazione di luglio).
Oggi gli operatori monitoreranno l’IPP in Spagna e Svezia; l’indice Case-Shiller, il PMI servizi e composito di Markit, l’indice sulla fiducia dei consumatori, l’indice sul manifatturiero della Fed di Richmond e le vendite di nuove abitazioni negli USA.