L'anno che verrà, pronunciava il celebre e indimenticato Lucio Dalla in una nota canzone, riuscire a condensare tanti sentimenti di mercato così contrastanti e guardare al futuro è un esercizio mentale difficile, soprattutto psicologicamente. Difatti, Powell, che è diventato suo malgrado il falco più odiato da Wall Street, ha attuato, di fatto, una politica molto restrittiva, forse troppo, portando il costo del denaro a livelli inimmaginabili anche solo un anno fa.
Dal tasso vicino allo zero si è passati in una sola porzione di anno al tasso vicino alla soglia del 5%, rendendo così l'accesso al credito impossibile per moltissime famiglie, incapaci di gestire sui mutui degli interessi così esosi da sborsare; tutto questo al solo scopo di contenere l'inflazione, che è schizzata sui massimi da 40 anni a questa parte, arrivando a toccare quota 11% sui massimi espansivi per poi retrocedere da questi valori verso la seconda metà dell'anno. Ebbene, l'anno che verrà, nonostante dalla fed non emergano toni distensivi ed accomodanti sull'argomento tassi, ciò non significa che il rialzo sarà infinito.
Dai verbali rilasciati si evince che, come sempre, la linea guida che indirizza l'azione è il monitoraggio dell'inflazione, ed esistono molte ragioni affinchè possiamo essere ottimisti in merito.Innanzitutto dobbiamo considerare che c'è sempre un nesso di causa effetto in qualsiasi evento della nostra vita,quindi anche nel fenomeno dell'aumento indiscriminato dei prezzi e il nostro punto di osservazione deve sempre iniziare dall'origine del fenomeno, ovvero le materie prime. Basti guardare un grafico per rendersi conto che il valore di un barile di petrolio in dollari in 1 anno solare è schizzato assurdamente ad un massimo di +400% rispetto ai valori di inizio anno, stessa cosa per il gas, dove dobbiamo addirittura aumentare percentualmente i decimali (+2000% valore massimo); ebbene questa spinta così marcata e così violenta che possiamo definire storica, come ben sappiamo, è stata determinata per larga parte dallo scoppio del conflitto russo/ucraino che ha reso molto più onerosa la catena di approvvigionamento del gas e di tutti quanti gli idrocarburi, ebbene, nell'anno che verrà, è ragionevole pensare che il conflitto lascerà spazio ad una lunga negoziazione, per delle ragioni soprattutto economiche.
In Russia, alimentare la macchina bellica, è costato un bagno di sangue alla popolazione civile, ritrovatasi con una moneta che ha perso più del 90% del suo valore da un giorno all'altro e con l'impossibilità di approvvigionarsi dall'estero proprio per queste ragioni.In effetti, l'isolamento sta fecendo sentire il suo peso, che diverrà persino più marcato nell'anno che verrà, rendendo di fatto, la negoziazione, come unica soluzione attuabile per attenuare le conseguenze di ciò che gli americani definiscono il "no way". In secondo luogo bisogna considerare che molti investitori hanno posto in essere delle modifiche sostanziali nei loro portafogli di lungo periodo, modificandone l'allocazione, e le relative percentuali, sovrappesando le materie prime e sottopesando l'azionariato, con la conseguenze dirette che questa ulteriore domanda ha comportato, un ulteriore aumento del prezzo e quindi un'inflazione percentualmente più marcata. Nell'anno che verrà, queste rotation di portafoglio, potrebbero essere presenti ma nel verso opposto, segnali distensivi sul tema tassi, potrebbero indurre gli investitori a riposizionarsi sull'azionariato, che ritornerebbe appetibile, a discapito delle materie prime, già su valori da capogiro.
In terzo luogo, dobbiamo considerare che i governi centrali mirano a combattere i comportamenti speculativi provocati da questo aumento indiscriminato dei prezzi. In effetti, per talune categorie merceologiche, l'inflazione registrata nel corso del 2022 ha toccato quasi il 100%, questo è un fenomeno ricorrente nella nostra società, che invece di estirpare il cancro, tende a replicarne gli effetti su soggetti sani, ma, nella vita , esistono i cicli e tutto rientra nelle normali dinamiche di quel meraviglioso e imperscrutabile mondo chiamato economia, che , a volte crea leggi e correlazioni, e a volte li nega, quindi, chi desidera le certezze assolute. guardasse altrove.