Ricevi uno sconto del 40%
🚨 Mercati volatili? Trovare le gemme nascoste per ottenere una seria sovraperformanceTrova subito azioni

La fatica di gestire le aspettative dei mercati

Pubblicato 05.09.2022, 16:39
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
  • Le aspettative sono più importanti di qualunque altra cosa
  • Il mercato si sta rimettendo in piedi dopo essere stato spiazzato a Jackson Hole
  • Le valute rispecchiano le ultime pressioni
  • C’è un criterio per il comportamento dei mercati che va oltre i fondamentali, i macro-dati, l’attività delle banche centrali. È la gestione delle aspettative.

    Immaginiamo che stia per uscire un importante macro-dato. Diciamo che un numero sopra 57 è buono, ma che il mercato si aspetta una lettura di 60. Il dato alla fine risulta 58.

    Il dato è buono, perché è sopra 57. Ma, avendo deluso le attese di 60, il mercato reagisce, quasi sempre con un calo immediato.

    I mercati, dopo la pubblicazione degli ultimi dati sull’inflazione negli Stati Uniti, hanno iniziato a convincersi e ad aspettarsi che la Federal Reserve, a settembre, avrebbe tolto il piede dall’acceleratore alzando di meno i tassi di interesse (50 punti base anziché 75) e che nel 2023 sicuramente avrebbe smesso di alzarli, cambiando rotta.

    Ed ecco invece l’amara realtà. A Jackson Hole, il Presidente della Fed Jerome Powell ha ribadito che l’obiettivo è controllare l’inflazione, a qualunque costo.

    Il report sull’occupazione non agricola ha battuto le attese, con 315.000 unità, più delle 300.000 attese, ad agosto, alimentando le aspettative di aumenti più aggressivi. Gli ultimi dati hanno rivelato che le posizioni lavorative aperte sono salite a luglio e che la fiducia dei consumatori si è ripresa ad agosto.

    Per quanto riguarda la Banca Centrale Europea, qualcuno propone un aumento da 75 punti base in occasione del vertice dell’8 settembre. Gli energetici sono prezzati in dollari, e un euro debole li rende più costosi per la zona euro, aggiungendosi alle pressioni inflazionarie. Una politica monetaria più inasprita con degli aumenti dei tassi aggressivi farà rafforzare il cambio EUR/USD e combatterà questo elemento di inflazione.

    Il che è importante, dato che l’inflazione nella zona euro è accelerata al 9,1% ad agosto. Esclusi gli energetici, è salita al 5,8% dal precedente 5,4%. E in Italia è arrivata all’8,4% ad agosto, il massimo in oltre 36 anni, dal 7,9% del mese prima.

    Questi due fattori correlati hanno spiazzato i mercati, facendoli cadere.

    In condizioni “normali”, settembre potrebbe essere un altro mese delicato.

    Storicamente, settembre è il mese peggiore dell’anno per la performance dell’S&P 500 in termini di ritorni di investimento. Negli ultimi 20 anni, il ritorno medio è di -1,18%, negli ultimi 50 anni di -0,92% e negli ultimi 100 di -1,08%.

    Venerdì scorso c’è stato un segnale che gli investitori non hanno del tutto perso il controllo delle loro emozioni. Sebbene l’indice S&P 500 sia crollato di oltre il 3%, l’{44336|indice VIX sulla volatilità}} è rimasto vicino a 25, cioè al di sotto dei livelli raggiunti quando l’S&P 500 ha registrato cali simili quest’anno.

    VIX

    Inoltre, il P/E dell’S&P 500 è ancora al di sopra del livello a cui si trovava alla fine degli ultimi 11 mercati bearish. Ciò significa che, nonostante i cali di quest’anno, il mercato azionario non si può definire ad un prezzo d’affare.

    Prendiamo in considerazione anche i drawdown. Un drawdown è un calo percentuale su un mercato dal suo massimo al suo minimo. Indica la portata di un mercato bearish.

    Il drawdown massimo finora nel 2022 è il seguente: S&P 500 -24%, Nasdaq -33%, Russell 2000 -27%.

    Vediamo la dimensione dei maggiori e dei minori drawdown dal 1928 al 2020:

    I maggiori drawdown

    • 1931: -57,5%
    • 1932: -51%
    • 2008: -49%
    • 1937: -45%
    • 1929: -44,6%
    • 1930: -44,3%
    • 1987: -34%
    • 2002: -34%
    • 2020: -34%
    • 2009: -28%

    I minori drawdown

    • 1995: -2,5%
    • 2017: -2,8%
    • 1964: -3,5%
    • 1961: -4,4%
    • 1958: -4,4%
    • 1954: -4,4%

    L’impatto delle aspettative

    Le valute sono uno dei mercati più turbolenti per quanto riguarda le aspettative dei movimenti delle banche centrali.

    Lo yen giapponese è crollato di quasi il 4% questo mese e la coppia USD/JPY ha raggiunto 139,40 a luglio.

    Yen

    La coppia USD/JPY è vicinissima ad un nuovo massimo di 24 anni ed al livello di 140, che potrebbe essere un livello chiave per la Banca del Giappone. Dovremo stare in allerta nel caso in cui la BoJ decidesse di intervenire sul mercato delle valute a questo livello.

    L’euro continua a sgonfiarsi contro il dollaro, soprattutto con l’ultimo segnale bearish: la perdita del supporto.

    Euro

    Le posizioni short (bearish) sull’euro hanno raggiunto i massimi dall’inizio della pandemia sul rischio che i prezzi degli energetici trascinino la regione in recessione.

    Notevole che la scorsa settimana siano aumentate le posizioni short sull’euro (44.120 contratti contro i 42.700 della settimana prima). Il record più recente risale al marzo 2020 con 86.700 contratti.

    Finora quest’anno l’euro ha perso il 15% contro il biglietto verde ed ha raggiunto il minimo in 20 anni.

    Intanto, l’indice del dollaro è salito a 109, avvicinandosi al massimo di 20 anni ed avviandosi al terzo guadagno mensile consecutivo.

Annuncio di terzi. Non è un'offerta o una raccomandazione di Investing.com. Consultare l'informativa qui o rimuovere gli annunci .

Ultimi commenti

Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.