Tutto nasce e finisce in America, ormai è un dato di fatto.
Il ciclo economico che va dall'ultima crisi del 2008, fino all'attuale ripresa economica trainata dal Paese a stelle e strisce, che dalle ultime stime viaggia ad un ritmo di crescita del Prodotto Interno Lordo superiore al 4% annuo, sembra dare qualche segno di cambiamento.
Viene, quindi, da chiedersi: ma quanto ancora potrà durare tutto questo?
Osservando più nel dettaglio, si vede ancora un tessuto aziendale solido, con gli utili in crescita (nelle ultime trimestrali oltre l'80% delle aziende dell'indice S&P 500 ha battuto le stime degli analisti).
Eppure qualche piccolo dettaglio, guardando meglio e più da vicino, possiamo notarlo.
Innanzitutto l'elevato livello di indebitamento non solo aziendale, ma anche a livello dei vari Paesi e dei singoli individui (il rapporto debito/PIL mondiale è abbondantemente oltre il 200%).
Bisogna iniziare a chiedersi quale sia il livello di crescita necessario a sostenere tutto questo.
Se poi notiamo come le grandi aziende tecnologiche siano cresciute a dismisura e rappresentino oggi dei pesi molto importanti all'interno dei diversi indici azionari, è facile capire come un cambio di rotta (vuoi per i conti, vedi caso Facebook (NASDAQ:FB)) oppure per un mercato che si evolve verso una nuova direzione, possa creare i presupposti per quello che poi rappresenterebbe agli occhi dei più un "cigno nero" con effetto a cascata nel resto del mondo.
La visione generale dei mercati, quindi, è ancora serena, ma con qualche avvisaglia di possibile "difficoltà".
Per l'investitore, quindi, una corretta strategia d'investimento, non può non tenere conto di tutti questi fattori, per evitare di trovarsi impreparato, nel momento in cui i mercati evidenziassero una crescente difficoltà.