Venerdì lo yuan cinese ha fatto registrare un minimo pluri mensile sulla scia dell’acuirsi delle apprensioni riguardo la stabilità dell’economia cinese e i potenziali effetti negativi della guerra commerciale con gli USA.
Il valore dello yuan offshore è sceso fino a un massimo dello 0,65%, con l’USD/CNH salito fino a 6,8367.
Sul mercato onshore, lo yuan ha avuto un andamento un po’ più moderato, con l’USD/CNY in rialzo dello 0,60%, a 6,8149. L’ondata di vendite è stata però passeggera, entrambe le divise sono infatti risalite sui prezzi di chiusura della seduta precedente.
Stando alle ultime indiscrezioni, l’inversione di rotta dello yuan potrebbe essere dovuta alla vendita di ingenti quantità di USD da parte di una banca cinese.
Su base ponderata per gli scambi, lo yuan ha vissuto la giornata peggiore dal 19 giugno, quando perse lo 0,60%.
Finora lo yuan è sceso dello 0,52%, dopo che la PBoC ha fissato l’USD/CNY a 6,7671, livello minimo dal 14 luglio 2017.
La continua debolezza dello yuan ha innescato timori di una fuga di capitali simile a quella avvenuta nel 2015 e 2016, quando la divisa cinese perse più del 13% contro il biglietto verde.
La guerra commerciale iniziata da Donald Trump è arrivata nel peggior momento possibile per la Cina, proprio quando il paese iniziava il processo di riduzione dell’indebitamento della sua economia.
Alla luce di queste premesse, è lecito prevedere un’ulteriore debolezza dello yuan contro il dollaro.