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La scarsa volatilità sostiene la domanda di AUD, NZD e CAD

Pubblicato 23.06.2014, 11:21
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Market Brief

La settimana si apre con una limitata propensione al rischio perché la situazione in Iraq rimane tesa. Il Brent ha aperto la seduta in gap a 115 USD, il greggio WTI viene richiesto sopra i 107 dollari americani. Il dollaro USA continua a essere venduto contro la maggior parte delle valute del G10 e dei mercati emergenti nonostante la ripresa in chiusura di seduta a New York di venerdì. La diffusa debolezza dell’USD e la richiesta di porti sicuri fanno sì che la coppia XAU/USD rimanga sopra i 1.300 dollari nonostante le condizioni d’ipercomprato. S’intravedono leggeri ordini sopra 1.290/1.300 USD.
In Giappone i rilevamenti preliminari del PMI manifatturiero puntano a un’espansione più rapida a giugno (51,1 punti contro i 50,1 previsti e i 49,9 del rilevamento precedente). Sull’onda del clima di rischio elevato, l’USD/JPY è sceso a 101,91. I livelli tecnici sono piatti e ci aspettiamo un movimento limitato prima dell’intervento del primo ministro Abe di domani. Il supporto chiave stazione alla media mobile a 200 giorni (101,65). L’EUR/JPY continua a essere offerto sotto la media mobile a 200 giorni (138,97).
Il complesso dell’AUD ha compiuto un rally dopo che il PMI manifatturiero cinese si è attestato a 50,8 punti nel rilevamento preliminare riferito a giugno (contro i 49,7 punti previsti e i 49,4 precedenti). L’AUD/USD si è imbattuto negli stop sopra 0,9400 e ha raggiunto quota 0,9445 (massimo dal 10 aprile). Si osservano resistenze critiche a 0,9461 (massimo del 2014) e 0,9499 (76,4% di Fibonacci sul calo da ottobre 2013 a gennaio 2014). Le basse volatilità e l’elevato interesse sulle strategie di carry trade fanno sì che l’inclinazione rimanga positiva.
Venerdì la coppia NZD/USD ha corretto a 0,8682 (come suggerito dalla formazione a “tweezer top”) e ha aperto la settimana all’insegna dell’ottimismo dopo il consistente aumento delle spese con carta di credito registrato a maggio. Gli indicatori di trend e momentum suggeriscono l’estensione dei guadagni, la resistenza critica staziona a 0,8780 (massimo dell’anno).
In risposta alla raccomandazione dell’FMI, il presidente della BCE Draghi ha detto che il QE fa parte degli strumenti a disposizione della BCE, ma che l’attenzione al momento è puntata sugli stimoli attuali (fonte: De Telegraaf). L’EUR ha aperto in modo contrastato in Asia. L’EUR/USD è sceso a 1,3584 prima di riprendersi e risalire sopra 1,3600 sull’onda della diffusa debolezza dell’USD. Le pressioni a vendere sull’euro dovrebbero limitare i tentativi al rialzo, noi continuiamo a vendere sui rally. La coppia EUR/GBP è passata di mano nella stretta fascia compresa fra 0,79812/915. Permangono solide offerte in area 0,80000/0,80500.
L’IPC canadese, pubblicato venerdì, ha mostrato un’accelerazione del 2,3% a maggio, rispetto al 2,0% previsto e precedente; le vendite al dettaglio di aprile sono aumentate dell’1,1% m/m (veicoli inclusi) e dello 0,7% m/m (veicoli esclusi). L’USD/CAD ha infranto il supporto chiave di Fibonacci a 1,0804, scendendo così, per la prima volta da ottobre 2013, sotto la media mobile a 200 giorni (1,0780). Dal punto di vista tecnico, la violazione sotto il supporto a 1,0800 suggerisce uno slittamento della banda fra 1,0550 e 1,0800 (zona di resistenza di dicembre). L’USD/CAD ha esteso la debolezza fino a 1,0721, perché, a inizio seduta, c’è stata una revisione delle posizioni in Asia.
Oggi la Banca d’Inghilterra (BoE) pubblicherà il sondaggio sulle condizioni del credito. Gli operatori seguiranno la pubblicazione dei seguenti dati: massa monetaria M3 a/a di maggio in Svizzera; PMI manifatturiero, servizi e composito (preliminare) di giugno in Francia, Germania e nell’Eurozona; indice sull’attività nazionale di maggio della Fed di Chicago, PMI manifatturiero (preliminare) di giugno e vendite di case esistenti m/m di maggio negli Stati Uniti.

Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd

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