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La settimana dei cigni neri

Pubblicato 16.03.2023, 10:58
Aggiornato 12.01.2022, 13:50

"Il panico è altamente contagioso, specialmente in situazioni dove nulla è noto e tutto è in divenire” (Stephen King)

Il mercato adesso ignora le buone notizie. Prezzi all’ingrosso in calo, vendite al dettaglio in calo. Dati macro statunitensi che giustificherebbero un allentamento della politica monetaria a livello mondiale, a prescindere dalle crisi finanziarie. Ed invece gli investitori si stanno concentrando sul “filotto” di fallimenti, l’ultimo dei quali potrebbe coinvolgere Credit Suisse, sulle montagne russe in Borsa a causa della crisi di liquidità della società. Ma davvero questo può essere il cigno nero o si tratta soli di prese di beneficio? Piazza Affari, nonostante il sell off, da inizio anno è ancora in territorio positivo dopo essere arrivata a guadagnare quasi il 20% trascinata dai titoli bancari. Di positivo c’è che aumenta la pressione sulla Fed per farla tornare sui propri passi rispetto alla politica monetaria restrittiva. Quindi la probabilità che i tassi restino invariati in occasione della prossima riunione è balzata addirittura al 62%, era “zero” meno di una settimana fa. La speranza è che un eventuale cambio di atteggiamento di Jerome Powell non sia anticipatore dell’arrivo di una recessione mondiale come sembrerebbe indicare il rendimento del treasury a 2 anni sceso al 3,8% (sui minimi da 6 mesi) in linea con il titolo decennale, ovvero la curva si sta rapidamente appiattendo. La lezione che apprendiamo da questa situazione di volatilità è che la finanza pesa ancora troppo, rispetto all’economia reale, sulle decisioni dei Governi e degli investitori. Nel frattempo lo Stato svizzero è interventuo con 56 miliardi di prestiti per salvare il Credit Suisse, e la reputazione del Paese.

Se la Fed frena cosa fa la Bce?

Secondo il capo economista di Moody's Analytics, Mark Zandi, ritiene "improbabile" che la Fed aumenti i tassi di interesse nella riunione della prossima settimana, a causa "dell'incertezza legata ai recenti fallimenti bancari". Anche Goldman Sachs (NYSE:GS) ha espresso delle perplessità sulla possibilità di un aumento dei rendimenti del dollaro, così come l'investment bank Nomura ritiene che la Fed "potrebbe tagliare i tassi durante il vertice della prossima settimana" e "sospendere il programma di inasprimento quantitativo" in risposta ai rischi incombenti per la stabilità finanziaria. Al contrario Mitsubishi UFJ Financial Group conferma un’attesa per un altro rialzo di 25 punti la prossima settimana sottolineando che “ci sono ancora poche prove che l’aumento dei tassi abbia innescato un rallentamento della crescita dell’occupazione sufficiente a convincere la Fed di aver fatto abbastanza". In questo scenario di incertezza cosa farà la Bce? Lo capiremo oggi alle 14:15 quando verrà presa una decisione sul tasso di interesse. Le previsioni, nonostante la crisi finanziaria in corso, è per un rialzo di 50 punti base ovvero dal 3,5% al 3% ma non si può escludere una pausa. Se la Fed tra una settimana dovesse mantenere il tasso al 4,50%, si tratterebbe del minore spread da quando è iniziata la politica monetaria restrittiva globale. Sempre oggi in Usa a partire dalle 13:30 sono attesi importanti dati sul mercato immobiliare (nuove costruzioni a febbraio), del lavoro (sussidi settimanali di disoccupazione) e sullo stato di salute delle imprese (Fed di Filadelfia).

I Mercati soffrono, le cripto sorridono

Se nel corso degli ultimi 5 giorni le principali piazze finanziarie hanno lasciato sul terreno quasi il 10%, in particolare Piazza Affari -8,2% peggiore Borsa in Europa, davanti allo Stoxx 50 -5,9% e il Dow Jones -3,7%, nello stesso periodo il Bitcoin ha guadagnato il 9%. La prima cripto mondiale è tornata sopra la soglia psicologica di $25mila, superando la capitalizzazione di Meta Platform, ovvero $470 miliardi rispetto a $469 miliardi, e raggiungendo la 11° posizione, appena sotto il produttore di veicoli elettrici Tesla (NASDAQ:TSLA), tra le attività finanziarie quotate. Bitcoin resta ancora parecchio distante dall'oro (il future), che occupa la prima posizione con una capitalizzazione di mercato di ben $12.589 miliardi. La riscoperta delle criptovalute può essere letta come un segnale anticipatore della fine della politica monetaria restrittiva e un ritorno di interesse per le attività che proteggono dal basso rendimento per effetto della loro rarità come l’oro, e appunto il Bitcoin che ha un tetto posto a 21 milioni di unità in circolazione rispetto ai 19 milioni attuali.

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