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La trappola del rendimento

Pubblicato 14.07.2022, 08:56

Nel mar grosso si pigliano i pesci grossi” (proverbio russo)

Le misure previste dall’Unione Europea per sostenere l’economia post Covid rischiano di essere meno efficaci di fronte alla portata della recessione in arrivo. Le causa sono diverse rispetto al Covid e servono quindi strumenti, e probabilmente, risorse diverse. L’Italia può contare, a determinate condizioni, di oltre €200 miliardi, dal PNRR. Ma ulteriori fondi affluirebbero con un nuovo Piano per fronteggiare la crisi. L’ipotesi non è al momento sul tavolo delle autorità politiche ma gli economisti iniziano a parlarne. Una spinta in questa direzione potrebbe arrivare dal flusso di notizie macro in uscita oggi: alle 13:20 il discorso da parte di Mauderer membro della Buba tedesca, alle 14:30 le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione mentre l’indice dei prezzi alla produzione in USA nel mese di giugno.

La trappola del rendimento

La domanda che continuano a porsi gli investitori è: come muoversi con mercati così volatili? La caccia al rendimento, assoluto, però può essere fuorviante. Alto non vuole dire buono. E’ possibile che le stime degli analisti non siano ancora correttamente adeguate allo scenario recessivo. Ad esempio il rendimento dei dividendi: in Italia supera in media il 5%, con punte del 10% tra le blue chip ma l’inflazione si sta avvicinando anch’essa a quel traguardo. Il mix tra revisione al ribasso dei profitti e l’aumento del costo della vita, potrebbe mettere in forte discussione questa strategia, almeno per chi non h la pazienza di operare con un orizzonte di medio periodo.

L’inflazione fa novanta

Lo shock è arrivato nel primo pomeriggio con l’annuncio del dato sul costo della vita in Usa. Nonostante gli interventi della Federal Reserve, l’inflazione ha superato di molto le aspettative nel mese di giugno, accelerando del 9,1% su base annua rispetto al consenso del +8,8% (+8,6% a maggio). Ragione per cui gli investitori ora iniziano a ipotizzare che nella prossima riunione dei banchieri statunitensi il rialzo del costo del denaro possa essere di 100 punti base. A pesare sul costo della vita è la componente non core ovvero che include l’energia. Ma se in Usa la variabile da tenere sotto controllo è il greggio, in Europa pesa anche il gas, il cui prezzo è 6 volte superiore e rende le nostre industrie meno competitive rispetto a quelle Nordamericane. Aggiungiamo infine come ogni volta che il gas sale, l’euro scende. Interessante correlazione che gli analisti stanno osservando per comprendere quanto pesi la situazione geopolitica.

Joe d’Oriente

II Presidente degli Stati Unit ha iniziato il proprio viaggio in Medio Oriente, iniziando da Israele. Una scelta politica che arriva in un momento in cui il Paese sta giocando un ruolo fondamentale sul piano geopolitico alla luce della buone relazioni con la Russia. La tappa successiva sarà in Arabia Saudita, nazione altrettanto fondamentale in un momento in cui il petrolio è un bene particolarmente prezioso. Biden chiederà probabilmente di aumentare la produzione di barili, per calmierare i prezzi e mitigare in rischi di una recessione più profonda delle attese. Qualcosa di più per la verità potrebbero fare anche gli USA, la cui produzione è ancora sotto i livelli pre-covid. In questa prospettiva l’oro nero mantiene le quotazioni sotto la soglia psicologica dei $100. Livello che non manteneva dal periodo pre-conflitto Russia-Ucraina.

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