Rassegna giornaliera sul mercato forex, 16 maggio 2019
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management
Con le borse USA in salita per la terza giornata consecutiva, il biglietto verde è salito contro tutte le principali valute questo giovedì. I dati economici statunitensi migliori del previsto hanno di certo fatto la loro parte, i nuovi cantieri e le concessioni edilizie hanno visto un aumento rispetto al mese scorso. L’attività manifatturiera nell’area di Philadelphia è salita più del previsto, mentre sono scese le richieste di sussidi di disoccupazione. I dati positivi aiutano a stemperare un po’ le preoccupazioni sull’andamento dell’economia USA, ma non riescono a spazzare via i timori per la crescita. I dati di mercoledì sulle vendite al dettaglio sono stati deboli e il peggioramento di questi dati si ripercuoterà su tutta l’economia. Il report sul sentimento dei consumatori dell’Università del Michigan sarà rilasciato venerdì ed è difficile pensare che il sentimento possa migliorare tra l’esacerbarsi delle tensioni commerciali e il calo di oltre il 2% segnato questo mese dalle borse. Attendiamo ancora che il rally del cambio USD/JPY si esaurisca tra 110,50 e 111,00.
L’aumento del dollaro ha fatto scendere tutte le valute, ma tra tutte la più debole è stata la sterlina. Sarebbe facile attribuire il calo della crescita alla richiesta delle dimissioni della Premier May, tuttavia, anche dopo i dialoghi odierni, la Premier ha deciso di restare al suo posto finché il Parlamento non avrà firmato l’accordo sull’uscita. L’accordo potrebbe tornare al voto il mese prossimo, ma ancora al momento non ha i voti necessari per essere approvato. Gli investitori cominciano a preoccuparsi per le conseguenze della Brexit. Abbiamo visto già dei segnali nel report sull’occupazione di questa settimana, tra aumento delle richieste di sussidio e rallentamento dell’aumento della retribuzione media settimanale. E con la questione degli scambi commerciali che va avanti, non vediamo fattori positivi per il Regno Unito nel breve termine.
Il dollaro australiano è crollato al minimo di 4 mesi dopo i dati deludenti sull’occupazione . Nonostante la creazione di 28K posti di lavoro il mese scorso - una lettura superiore alle attese - gli investitori non hanno gradito il fatto che si tratti di posti di lavoro part time. I posti di lavoro a tempo pieno sono scesi di 6,3K, portando il tasso di disoccupazione al 5,2%. La Reserve Bank of Australia non ha tagliato i tassi di interesse il mese scorso, ma in quell’occasione non c’era alcuna buona notizia proveniente dai dati economici. Il motivo per cui la banca ha deciso di aspettare è stato quello di vedere l’evoluzione dei negoziati USA-Cina. Ora che sappiamo com’è andata, la banca non ha scelta se non quella di tagliare e la decisione sarà motivata ulteriormente da questi ultimi dati – specialmente visto il calo delle aspettative di inflazione al consumo al minimo dal novembre 2016. Non c’è livello di supporto supporto per il cambio AUD/USD fino al minimo di 0,6750. Il dollaro neozelandese ha seguito quello australiano, in attesa dell’indice PMI manifatturiero e dei dati IPP attesi per stanotte. Vista la posizione cauta della RBNZ, si prevede una lettura debole. Il cambio USD/CAD ha continuato a salire nonostante l’aumento delle vendite nel settore manifatturiero e dei prezzi del petrolio.
In ultimo ma non per importanza, il cambio EUR/USD sceso al minimo di 7 giorni. Sebbene il cambio non abbia toccato livelli importanti come GBP o AUD, il calo è significativo perché rappresenta un chiaro rifiuto della media mobile su 50 giorni. Il cambio EUR/USD ha cercato di chiudere sopra 1,1250 tre volte nelle ultime tre settimane senza mai riuscirci. Il calo di questa settimana conferma che il trend ribassista resta intatto e il cambio è destinato a scendere sotto 1,11. Fondamentalmente, anche se il settore dell’auto è stato momentaneamente risparmiato dai dazi, sarà molto difficile per Germania mantenere la ripresa mentre la Cina sta rallentando. Gli investitori lo sanno e anche la BCE lo sa. Il mese prossimo, quando sarà presentato in dettaglio il nuovo programma TLTRO, la banca potrebbe promettere di intervenire ulteriormente se l’economia dell’area dovesse rallentare ancora.