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L’economia prende slancio: ecco 2 fondi per i tori dei metalli comuni

Pubblicato 01.03.2021, 14:48
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Dall’inizio della pandemia, più di un anno fa, i prezzi dei metalli hanno regolarmente fatto notizia. Gli investitori si aspettano che l’economia globale si riprenda dalla pandemia e dai relativi lockdown imposti per contenerla, idea che ha già spinto i prezzi dei metalli comuni, in quanto probabilmente saranno più richiesti man mano che le attività industriali in tutto il mondo riprenderanno a pieno ritmo. Nell’articolo di oggi, quindi, parleremo di due ETP che potrebbero essere adatti ai lettori interessati ai metalli comuni.

Ma cominciamo con un po’ di terminologia. Il mercato dei derivati, il CME (NASDAQ:CME), definisce i metalli comuni “metalli industriali non-ferrosi, come rame, alluminio, piombo, nichel, stagno e zinco”.

I metalli ferrosi hanno un alto contenuto di ferro. Il minerale di ferro, mercato in cui l’Australia è dominante, è importante per la produzione di acciaio. I metalli ferrosi sono ampiamente utilizzati in ingegneria.

I metalli non-ferrosi, invece, non contengono ferro. Di conseguenza, metalli non-ferrosi e metalli comuni sono solitamente usati in modo intercambiabile. Abbiamo già parlato dei metalli delle terre rare e dei metalli preziosi, come oro, argento, platino e palladio.

Recenti dati indicano che:

“La prevista crescita della Cina del 2% o oltre nel 2021 trainerà la domanda e i prezzi dei metalli in tutto il mondo, soprattutto del rame”.

Il London Metal Exchange (LME) “è il principale centro al mondo per il trading dei metalli industriali”. Circa un decennio fa, la piazza di Hong Kong ha acquisito il LME per 1,4 miliardi di sterline (2,95 miliardi di dollari). Perché è un aspetto importante per il quadro generale del trading dei metalli?

Al momento la Cina rappresenta la domanda maggiore per i metalli industriali. Possedendo il LME, la Cina possiede anche la più importante piazza dei metalli comuni nonché i relativi magazzini.

Infine, dobbiamo ricordare che i mercati utilizzano il dollaro USA come riferimento di prezzo per la maggior parte dei metalli comuni e delle materie prime. Di conseguenza, un calo del biglietto verde solitamente implica prezzi più alti per queste materie prime. Quindi, i potenziali investitori dovranno tenere d’occhio anche l’indice del dollaro USA. Tuttavia, la debolezza del dollaro, sullo sfondo di un’economia sottotono, potrebbe benissimo complicare questa relazione “inversa”. Ricordando questi aspetti, ecco i due fondi di oggi.

1. Invesco DB Base Metals Fund

  • Prezzo attuale: 18,70 dollari
  • Range su 52 settimane: 11,91 - 19,60 dollari
  • Rendimento dividendo: 1,46%
  • Percentuale di spesa: 0,84%

L’Invesco DB Base Metals Fund (NYSE:DBB) è un fondo di materie prime basato sui future. DBB rende possibile ai partecipanti del mercato investire sui future di alluminio, zinco e rame (quasi in uguale quantità). Tra i suoi asset troviamo anche titoli del Tesoro USA.

DBB Weekly

Grafico settimanale DBB

Il fondo replica i ritorni dell’indice DBIQ Optimum Yield Industrial Metals Index Excess Return index. Sia DBB che l’indice vengono riequilibrati e ricostituiti annualmente a novembre. Dal suo lancio nel gennaio 2007, gli asset gestiti hanno raggiunto i 242 milioni di dollari.

Negli ultimi 12 mesi, DBB è schizzato del 36%. Sull’anno in corso ha visto ritorni dell’8,34%. Ha segnato un massimo pluriennale il 25 febbraio, in una giornata in cui si sono registrati cali significativi tra i titoli azionari, soprattutto nel settore tech. Agli investitori che seguono i grafici tecnici potrebbe interessare sapere che potrebbe presto esserci resistenza intorno a 19,50-20,00 dollari, un livello che non si vedeva dall’aprile 2018.

Tuttavia, sul lungo termine, molti analisti concordano nel dire che la corsa rialzista potrebbe essere ancora solo all’inizio. Gli investitori in linea con questa visione a lungo termine potrebbero considerare un potenziale calo del prezzo una buona opportunità per comprare DBB.

2. United States Copper Index Fund

  • Prezzo attuale: 25,10 dollari
  • Range su 52 settimane: 12,87 - 26,85 dollari
  • Percentuale di spesa: 0,80%

Il fondo United States Copper Index Fund (NYSE:CPER) replica un portafoglio di future del rame sul COMEX. Possono anche esserci forward e contratti swap. In altre parole, i ritorni dipendono dal prezzo del rame, che viene influenzato a sua volta da fattori legati a scorte e domanda. Nel dicembre 2020, avevamo parlato della società mineraria Antofagasta (LON:ANTO) (OTC:ANFGF), membro del FTSE 100, e dei fondamentali di questo metallo.

CPER Weekly

Grafico settimanale CPER

CPER replica i ritorni dell’indice SummerHaven Copper Index Total Return, che si basa su regolamenti e viene riequilibrato ogni mese.

CPER ha iniziato gli scambi nel novembre 2011 ed i suoi asset netti sono di oltre 106 milioni di dollari. A febbraio, le componenti dei contratti dei future di riferimento erano: rame al 21 marzo, rame al 21 maggio e rame al 21 luglio.

Sullo scorso anno, il fondo ha visto ritorni di quasi il 57% ed è schizzato del 15,5% sull’anno in corso. Come DBB, ha segnato un massimo pluriennale il 25 febbraio.

Il massimo storico per il fondo è stato registrato nel febbraio 2012, ad oltre 28 dollari. Sul breve termine, probabilmente vedremo una resistenza tra i livelli attuali e circa 28 dollari. Gli investitori che desiderano avere un’esposizione al rame senza usare un account di future della materia prima potrebbero tenere sotto controllo questo fondo.

Nota dell’editore: Non tutti gli asset descritti sono necessariamente disponibili su tutti i mercati regionali. Consultate un broker accreditato o un consulente finanziario per trovare strumenti simili che possano essere adeguati alle vostre esigenze. Questo articolo è a solo scopo informativo. È opportuno condurre una due diligence prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

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