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L'ultima elezione di Donald Trump del 5 novembre 2024 può avere un impatto significativo sui mercati azionari, dato il suo approccio particolare verso le politiche economiche, commerciali e internazionali. Vediamo come il nuovo mandato del Presidente statunitense può influire sui mercati finanziari europei.
Le politiche economiche di Trump e il mercato europeoDow Jones - DJIA
(Image: macrotrends.net)
Una delle caratteristiche primarie delle politiche economiche di Trump è il sua agenda "America First", che si traduce in una serie di misure fiscali, economiche e commerciali orientate principalmente a favore degli Stati Uniti, soprattutto nella promozione del settore manifatturiero, con implicazioni per il resto del mondo, Europa inclusa.
Maxim Manturov, Responsabile della ricerca sugli investimenti presso Freedom24, afferma che: "Investire in Europa presenta una combinazione unica di opportunità intrecciate tra loro dalle diverse dinamiche di mercato regionali, dal complesso contesto normativo e dai settori emergenti che attraggono investitori esperti da tutto il mondo. Il continente, ricco di storia e cultura, è altrettanto attivo nelle sue offerte di investimento, proponendo un terreno fertile per diversificare i portafogli e capitalizzare nuove opportunità di crescita. Comprendere le sfumature del panorama degli investimenti europei è fondamentale per il successo.
Il panorama degli investimenti in Europa è tanto diversificato quanto le sue culture. Dai centri finanziari di Londra e Francoforte ai mercati emergenti dell'Europa orientale, il continente fornisce un'ampia gamma di opportunità di investimento. Ciò che rende l'Europa particolarmente attraente per gli investitori è la combinazione di economie sviluppate con solidi sistemi finanziari e mercati emergenti maturi per la crescita. Questa unione rappresenta un campo equilibrato per l'applicazione di tecniche di analisi degli investimenti, sfruttando una vasta gamma di asset, dalle azioni agli immobili e tutto il resto".
I vantaggi delle politiche economiche di Trump
Le politiche fiscali di Trump, come i tagli alle imposte che ha sempre millantato e gli incentivi alle imprese, potrebbero stimolare la crescita economica negli Stati Uniti. Di solito, un'economia americana florida è favorevole anche per i mercati azionari globali. La domanda di beni e servizi statunitensi potrebbe aumentare, incrementando le esportazioni europee, in particolare quelle nei settori tecnologico, automobilistico e manifatturiero.
Aziende come Volkswagen (ETR:VOWG), Airbus, e i produttori di beni di lusso europei si avvantaggerebbero dalle maggiori esportazioni verso il mercato americano.
Già nel precedente mandato da Presidente degli Stati Uniti, Trump ha fortemente sostenuto il settore tecnologico, grazie a politiche fiscali che hanno incentivato gli investimenti e la crescita delle aziende del settore. La proliferazione delle tech company americane ha avuto un impatto globale e la stessa Europa ha cercato di sviluppare il proprio ecosistema tecnologico creando un'opportunità di crescita per le aziende del settore.
Se il nuovo leader Repubblicano continuasse la politica di deregulation, in particolare nel settore energetico e finanziario, si avrebbe l'effetto di stimolare la competitività e gli investimenti in questi campi. E se l'Europa seguisse una tendenza simile potrebbe avere una maggiore libertà operativa e minori oneri normativi per le aziende, stimolando l’innovazione e l’ingresso di nuove realtà lavorative.
Inoltre Trump, normalmente tiepido nei confronti della Nato, porterebbe l'Europa a investire più autonomamente nella difesa e quindi a potenziarne il settore. Infine, data la sua spiccata inclinazione a rinegoziare gli accordi commerciali, se questi fossero favorevoli per il vecchio Continente, anche le aziende europee ne trarrebbero beneficio.
Gli svantaggi delle politiche economiche di Trump
(Image: investing.com)
Uno degli aspetti più controversi della politica di Trump è il suo approccio protezionista, che ha visto gli Stati Uniti imporre dazi su una vasta gamma di prodotti importati, in particolare dalla Cina. Sebbene abbia ridotto il suo attivismo commerciale rispetto agli anni precedenti, in questo nuovo mandato potrebbe riportare al centro del dibattito globale le imposte e le guerre commerciali. Le tensioni o gli inasprimenti con la Cina e con altri partner globali, compresa l'Unione Europea, potrebbero ripercuotersi negativamente sugli scambi internazionali e danneggiare le esportazioni europee, penalizzare le aziende che dipendono dai mercati esteri e destabilizzare le borse europee.
Il personaggio e le politiche del numero uno della Casa Bianca sono spesso imprevedibili. Un'eccessiva aggressività nei confronti dei suoi storici alleati può portare, come si è già visto anche in passato, a un'incertezza geopolitica e a un’elevata volatilità nei mercati finanziari globali, scombussolandoli e iniettando sfiducia da parte degli investitori. Queste turbolenze nuocciono ai mercati azionari europei e ai fondi di investimento che potrebbero essere attratti da operazioni più sicure o da mercati meno vulnerabili alla volatilità. Soprattutto, Trump potrebbe mettere sotto pressione il settore bancario europeo, già affranto dai margini ridotti dettati della Banca Centrale Europea (BCE), influenzando i tassi di cambio, con implicazioni per le aziende europee che operano a livello internazionale. Un dollaro forte potrebbe rendere le esportazioni europee più costose e meno competitive e la potenziale crescita dei tassi di interesse statunitensi per combattere l'inflazione potrebbe costringere la BCE ad agire di conseguenza, rallentando l'economia europea.
In definitiva, l’impatto della nuova elezione di Donald Trump sul mercato azionario europeo è difficile da prevedere, dipenderà da una molteplicità di fattori, ma le implicazioni politiche ed economiche suggeriscono che gli investitori dovranno navigare con cautela in un contesto caratterizzato da incertezze globali, dovranno monitorare attentamente gli sviluppi e adattare le loro strategie di conseguenza, magari affidandosi a seri professionisti del settore e differenziare il proprio portafoglio con azioni, ETF e obbligazioni.
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