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L’incertezza della geo-politica sul portafoglio. Rimedi efficaci per difendersi

Pubblicato 03.03.2022, 14:56
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L’invasione dell’Ucraina da parte delle forze russe ha gettato un’ombra oscura sul mondo intero. Al di là che la guerra resti circoscritta in un’unica nazione oppure (sperando di no) si estenda fino agli ex confini della cortina di ferro, le conseguenze economiche, soprattutto per il vecchio continente, sono ancora avvolte dalla nebbia.

Dalle ultime dichiarazioni fatte dalla banca centrale USA, la Fed, sembra non ci sia intenzione di rallentare il passo verso una politica monetaria più aggressiva. D’altronde con l’imperante inflazione, gli istituti centrali devono pur fare qualcosa.

In uno scenario così opaco come può comportarsi un investitore? Purtroppo non c’è una risposta adatta a tutti; se ci fosse un meglio ed un peggio non starei scrivendo questo articolo. Una cosa però è certa, l’attenzione deve restare su una corretta gestione del rischio.

Difendersi dai ribassi

Non sono mai stato un tipo pessimista, ma una buona abitudine che ho sempre coltivato quando si parla d’investimenti, è ipotizzare lo scenario peggiore possibile in modo da poter pianificare adeguatamente senza essere colto totalmente di sorpresa.

Con i principali indici che da inizio anno perdono mediamente oltre il 10% viene spontaneo chiedersi come difendersi in modo adeguato evitando le “buche più dure”. Un buon portafoglio oggi non può escludere a priori nessun asset class. In situazioni di crisi come quella attuale, il mercato tende ha cambiare rapidamente “leader” ritrovandosi in una rotazione di comparto rapida. La mia idea attuale si basa, dunque, sulla costruzione di un portafoglio “anti-ciclico” che possedendo tutte le asset class al suo interno tenti di cavalcare un po’ tutte le onde.

Le azioni

Restano un “must have” all’interno di un portafoglio. L’esclusione totale di questo asset rischia di penalizzare il risultato finale, soprattutto sul lungo periodo dove la ripresa delle quotazioni (che spesso e volentieri) è repentina ed improvvisa.

Naturalmente non tutte le azioni vanno bene! E’ necessario bilanciare le scelte adeguandole al contesto di mercato. Oggi, con l’aumento della volatilità è bene optare per le società così dette “value” che dispongano di un buon business, bilanci solidi e magari di una politica dei dividendi crescente: Gli Aristocrats Dividends
 
Le obbligazioni

Non sono anni facili quelli che stiamo vivendo per gli amanti dei bonds. La maggior parte delle opportunità su questo comparto è “sfumato” da tempo, ma anch’essi trovano ancora spazio all’interno di un asset allocation anti-panico. Diviene però saggio imparare a scremare e selezionare le componenti con maggiori prospettive da qui ai prossimi.

Le obbligazioni indicizzate all’inflazione sono da prediligere; le sanzioni imposte dalla comunità europea alla Russia, potrebbero rivoltarsi contro il vecchio continente causando ulteriori aumenti sulle materie prime andando a “cronicizzare” la crescita del carovita. In tale prospettiva questo strumento è un’arma utile da sfoderare.

Oro

Ho parlato in un precedente articolo della bontà (secondo il mio punto di vista) di investire in oro. Il caso ha voluto che poco tempo dopo le sue quotazioni siano schizzate al rialzo in preda al “fuggi fuggi” degli investitori causato dall’escalation militare. Oggi, benché le quotazioni del metallo biondo (in euro) siano sui massimi di sempre, ritengo che il prezioso sia ancora un asset necessario da detenere nel proprio portafoglio.

La liquidità

Tanto odiata (ed in parte a ragion veduta) ritengo che oggi sia una componente fondamentale in un portafoglio perché, data la fallacità dell’essere umano (anche tra i più esperti) nel proiettare scenari futuri, il cash flow permette di “correggere il tiro” potendo intervenire tempestivamente adeguandosi al mutare degli eventi. Sul lungo periodo è certamente un pessimo investimento (come ci ricorda lo stesso Buffett), ma come risorsa tattica ritengo sia molto valida.

Conclusioni

I lettori più attenti avranno certamente notato che l’asset allocation anti-panico descritta in questo articolo ricalca lo scheletro del portafoglio perfetto di Harry Browne. Per come stanno procedendo le cose, oggi ritengo che una scelta benché semplice come quella del portafoglio permanente sia anche la più idonea per affrontare serenamente le incognite dell’anno in corso.

Per alcuni questo approccio potrebbe sembra “un po’ prudente”, ma non abbiate paura di partire con la prima marcia, perché una volta che l’auto si muove farete sempre in tempo ad acquisire più velocità ingranando altre marce.

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