L’inflazione statunitense non mostra segni di rallentamento e mette a segno un +0,8% su base mensile. Mentre il tasso annuo si attesta al 7,78%. Entrambi i dati registrati sono risultati lievemente sopra le attese del mercato.
Rispetto al 2021, dove l’andamento mensile del costo della vita, subiva una certa “dispersione” con oscillazioni al rialzo e al ribasso più marcati ed una rotazione tra le componenti cui attribuire “la colpa” dell’incremento, in questi primi mesi del 2022 la situazione è decisamente più equa. Non c’è un’eccessiva dispersione degli andamenti mese su mese, con una velocità che tende ad essere più costante e (fino ad ora) mai inferiore ai 0,58 punti percentuali.
Il grafico che mostra l’andamento annuale è ancora più preoccupante. La salita è lenta, ma piuttosto costante e non mostra segni di cedimento sul breve termine. L'ultimo dato, inoltre, è stato calcolato prima dell'inizio della guerra in Ucraina e, come chiaro a tutti, le conseguenze del conflitto non faranno altro che aggravare la situazione.
Il grafico seguente confronta i dati più recenti con la media mensile anno su anno. Il costo delle materie prime è diminuito, mentre la componente dell’energia e del cibo è quasi raddoppiata rispetto la media a 12 mesi; i trasporti si apprestano a battere 3 volte il proprio valore medio.
Il rapporto completo di questi dati (con tanto di dettagli) può essere consultato dal sito statunitense ufficiale, ovvero il U.S. Bureau of Labor Statistics. E’ bene precisare che i dati tendenzialmente sottostimano la reale inflazione.
E’ facile constatare come questi aumenti di prezzo si stiano verificando in tutta l’economia. Probabilmente ci vorranno mesi prima che alcune delle categorie inizino a rallentare, ma il pericolo di un’inflazione diffusa e fuori controllo resta molto alta. Come è stato spesso detto anche in questa stessa community, l’aumento del costo della vita è un circolo vizioso, un fenomeno autocorrelato che si fa strada attraverso l'economia nutrendosi di sé stessa.
Cercando conferma in un confronto tra i dati del BLS e quella della FED, vediamo che la situazione non cambia molto (pur essendo i numeri riportati diversi e non espressamente categorizzati, quindi non perfetti). Il grafico seguente mostra la comparazione dell’inflazione ad un mese, rispetto alla media sia annuale che ventennale. 5 categorie su 7 risultano essere ampiamente al sopra dei valori storici. Purtroppo, nessun analista, investitore o un semplice appassionato di finanza crede che il problema potrà risolversi da solo.
Come accennato all’inizio di questo articolo, la guerra probabilmente farà precipitare ulteriormente le cose; una risoluzione rapida del conflitto, tuttavia, potrebbe ammorbidire lievemente le conseguenze, ma non cambierebbe molto lo stato delle cose. Purtroppo per l'economia, il danno è ormai stato fatto e con lo spettro di una recessione globale all'orizzonte, le banche centrali di tutto il mondo saranno spinte a moderare i loro piani di inasprimento onde evitare una depressione globale. Ciò, molto probabilmente non farà altro che gettare ulteriore benzina sul fuoco dell’inflazione.