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L'inflazione spinge i titoli growth

Pubblicato 30.08.2022, 08:44

I sogni sono come le stelle, basta alzare gli occhi e sono sempre la” (Jim Morrison)

Dopo decenni in cui i banchieri centrali sono stati considerati dei geni, ora c’è molta più pressione politica sulle decisioni di FED e BCE che non sono state in grado di riconoscere un’inflazione duratura da una transitoria. Ma a questo punto non è più sufficiente riconoscere l’errore, occorre agire in maniera severa al prezzo di creare una recessione. La sofferenza per famiglie e imprese di cui ha parlato Jerome Powell e su cui tutti i banchieri centrali sono allineati. Il Consiglio Direttivo della BCE, in trasferta a Jackson Hole con l’eccezione della Lagarde, si è allineato alla linea dei falchi della FED. Entro fine anno i tassi saliranno a livello di neutralità ovvero l’1,75%, che significa almeno 3 rialzi in 4 mesi. Nello stesso periodo gli Usa saliranno al 4%. Il problema è che l’eurozona si avvia verso una recessione severa entro fine anno, per cui la finestra della BCE per intervenire sui tassi è molto più stretta rispetto agli USA. In questa prospettiva riflettori puntati sui dati dell’inflazione in Spagna in uscita alle 9:00. In USA, alle 16:00 è invece il turno del rapporto sulla fiducia dei consumatori ad agosto: stimato un aumento dell’indice a 97,9 punti da 95,7 di luglio.

Meglio value o growth
L’economia in USA è abbastanza robusta al momento, e a differenza dell’Europa non sconta difficoltà lato rialzo del prezzo del gas. Un taglio dei tassi nel 2023 è quindi più lontano. A meno di un crollo repentino dell’inflazione: secondo gli economisti interpellati da Class CNBC per almeno 2 anni sarà difficile assistere a un calo sotto il 5%. La strategia della FED è quindi quella di alzare i tassi sino a fine 2022 per poi tenerli su quella soglia per diverso tempo. Gli hedge e i fondi comuni di investimento si stanno orientando così verso il comparto Growth rispetto a quello Value, con un aumento dell’esposizione a Info Tech e Consumer Discretionary. Questa almeno l’analisi di David Kostin, top strategist azionario statunitense di Goldman Sachs (NYSE:GS). Gli strateghi della banca d’affari hanno analizzato le partecipazioni azionarie di hedge e fondi comuni all’inizio del terzo trimestre 2022. I risultati mostrano un aumento dei pesi nel fattore di crescita long/short settoriale neutrale di 422 punti base, che rappresenta il maggiore aumento trimestrale dal 2013.

Space economy
Cinquanta anni dopo la missione Apollo 17, l’uomo si prepara a tornare sulla Luna, questa volta per mettere radici. La data del lancio è fissata per il 2 settembre. L’obiettivo del programma Artemis, guidato dalla Nasa con la partecipazione dell’agenzia spaziale europea, è quello di portare degli astronauti sul suolo lunare già con la terza missione, programmata per il 2025. Una tappa intermedia, perché l’obiettivo finale è lo sbarco su Marte e la sua colonizzazione. La space economy rappresenta uno dei grandi trend di crescita del futuro anche perché offre uno sfogo alle pressioni sui grandi problemi del nostro pianeta: sovrappopolamento, inquinamento, scarsità di risorse e ciclicità economica. Investimenti stellari, con un elevatissimo rendimento. Un trend a cui è esposta anche Piazza Affari con una pattuglia di titoli attivi nell’industria spaziale e tra questi Officina Stellare. Da inizio anno il titolo è in rosso del 18,4%, ma in un orizzonte di tre anni il rialzo supera il 72%.

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