Solo qualche mese fa, circolavano voci secondo cui la Russia potrebbe reintrodurre controlli delle esportazioni come cartello per difendere il prezzo del frumento, la sua principale esportazione agricola.
Ora gli esportatori russi puntano ad indirizzare il cereale verso destinazioni internazionali al prezzo più basso possibile per insidiare i concorrenti europei, con l’eccesso globale che pesa sul mercato del frumento.
I future del frumento sul Chicago Mercantile Exchange sono i principali sconfitti tra le materie prime finora nel 2019, con un crollo di quasi il 13% sull’anno. Lo scorso anno il frumento aveva registrato la seconda migliore performance su oltre 30 materie prime, con un’impennata del 17%.
Le offerte più convenienti in Russia ed Europea mettono sotto pressione il frumento USA
Jack Scoville, analista dei cereali per The Price Futures Group a Chicago, che ha assistito alla transizione della strategia di commercializzazione del frumento russo nell’ultimo anno, ha scritto in una sintesi della scorsa settimana:
“L’idea e le notizie di offerte più economiche da parte di Europa e Russia continuano a far scendere il valore del frumento USA”.
Ieri, il contratto spot sul CME per i future del frumento con consegna a maggio ha segnato il minimo di 13 mesi di 4,3762 dollari al bushel. Dovrebbe chiudere la settimana con un tonfo del 4% segnando la quinta settimana al ribasso consecutiva, il periodo in discesa peggiore degli ultimi 2 anni e mezzo.
Si tratta di un cambiamento considerevole per un mercato che solo sei mesi fa circa toccava il massimo di 2 anni e mezzo per via di una carenza globale delle scorte.
Consigliato “Strong Sell”
Gli analisti tecnici di Investing.com danno un consiglio “Strong Sell” sul frumento con consegna a maggio, prevedendo un livello di supporto al minimo di 4,1904 dollari. In base all’attestazione di ieri, ciò permette agli orsi di avere spazio di manovra per far scendere il mercato di quasi 19 centesimi, circa il 4%.
Come hanno fatto le cose a mettersi così male per il frumento?
Bryce Knorr, analista senior dei mercati di Farm Futures, fornisce alcuni indizi, scrivendo in un articolo di metà febbraio:
“Il mercato del frumento ha vissuto un momento di gloria l’estate scorsa, quando le minacce per i raccolti in Europa, nella regione del Mare del Nord e in Australia hanno alimentato le speranze che fosse arrivato il momento giusto per gli Stati Uniti per cominciare a vendere un sacco di frumento al mondo affamato”.
I controlli in stile cartello da parte della Russia, il principale fornitore, rappresentano un altro motivo della salita dei prezzi.
Dopo la campagna di successo per ridurre le esportazioni nel corso dell’estate per aiutare l’impennata del frumento - proprio come il suo attuale accordo sul taglio della produzione con l’OPEC per spingere i prezzi del greggio - la Russia intendeva limitare le spedizioni di circa 18 milioni di tonnellate del cereale fino a tutto giugno quest’anno, secondo quanto riferiscono fonti del settore.
Rendimento alto e clima favorevole portano ad un raccolto enorme
Ma il piano non è stato attuato. Knorr spiega che il rendimento migliore del previsto dei cereali al di fuori dell’Europa del Nord e dell’Australia ha comportato un raccolto enorme verso la fine del 2018.
Aggiunge:
“Le vendite, in linea di massima, sono state lente ad avvenire. Gli affari sono finalmente ripresi all’inizio del 2019 ma potrebbe essere troppo poco, e troppo tardi, per un mercato del frumento quasi in fin di vita”.
Scoville afferma che, a parte la pacchia per la produzione globale grazie ai buoni rendimenti europei ed australiani, il clima favorevole negli Stati Uniti ha contribuito al raccolto di frumento nazionale.
Aggiunge:
“La stagione autunnale in entrambe le regioni di frumento invernale è stata caratterizzata da molta pioggia che ha pesato per tutto il periodo sul raccolto e sulla piantagione. La pioggia è continuata per la maggior parte dell’inverno ed è probabile che il raccolto avrà una buona umidità del terreno per quando uscirà dal riposo vegetativo il mese prossimo”.
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