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Maxipremio del 18,5% e Fast certificate, l’accoppiata vincente sulle banche

Pubblicato 30.10.2024, 10:47
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Il 5 dicembre il nuovo certificate con Isin XS2869897723 su Banco BPM, BPER Banca, MPS e UniCredit staccherà un Maxipremio del 18,5% se nessuno dei sottostanti sarà crollato del 60% dal livello iniziale. Si passa poi a premi trimestrali con memoria dell'1% (4% annuo) con barriera al 45% del livello iniziale.
Insieme alla Maxicedola il prodotto offre la possibilità di un rimborso anticipato a partire da 12 mesi dall’emissione con caratteristica Fast, ovvero con barriere del rimborso decrescenti, del 5% al trimestre, dal 100% del livello iniziale alla prima data di valutazione, fino al 65% finale. A scadenza, tra 3 anni, protezione del capitale fino a cali del 45% dei sottostanti dal livello iniziale. 



Più unico che raro, Bnp Paribas (EPA:BNPP) arriva sul mercato con un Maxicedola e Fast certificate tutto in uno. La forza di questo certificate è quella di unire una maxicedola molto elevata del 18,5% con un Fast certificate, ovvero barriere per il rimborso anticipato che calano velocemente e facilitano l’autocall.
Vediamo perché potrebbe rivelarsi un’ottima combinazione. Il giorno dello stacco del maxipremio, i certificate vedono il prezzo scendere di pari importo della cedola, portandosi spesso molto sotto la parità.
Il calcolo è semplice: si parte dal valore del giorno prima dello stacco e si detrae il valore del premio staccato. Abbinando a questa situazione la caratteristica tipica dei fast certificate, ovvero cali molto veloci della barriera di autocall, si aumentano le possibilità di un rimborso a 100 euro permettendo all’investitore di recuperare velocemente il premio staccato.
Facciamo due conti. Ipotizziamo che il quattro di dicembre il certificate di Bnp Paribas quoti 100 euro, il giorno dopo, con lo stacco del maxi premio, il suo prezzo tenderà a 81,5 euro (100 euro -18,5 euro). L’investitore incassa la maxicedola che potrà essere utilizzata per compensare eventuali minusvalenze fiscali. Le cedole condizionate successive di 1 euro su 81,5 euro sono pari a un rendimento trimestrale dell’1,22%.
In caso di rimborso anticipato, già dopo il primo anno, ovvero con i sottostanti sul livello iniziale l’investitore incasserà il 18,5% di maxi più tre cedole che rendono l’1,226% portando a un guadagno del 22,178%.
Se non dovesse andare in porto l’autocall subito, ogni trimestre il livello di rimborso anticipato scenderà del 5%. Ipotizziamo di arrivare al secondo anno, senza che sia intervenuto l’autocall, il 10 ottobre 2026 avremmo la possibilità di rimborso a 100 euro con i sottostanti all’80% del livello iniziale (-20%). L’investitore incasserebbe 18,5% di maxi più 1,226 * 7 ovvero 8,582% + 18,5% siamo a un rendimento del 27,082% in due anni pari al 13,54% all’anno nonostante i sottostanti abbiano perso fino al 20% del livello iniziale.
In caso di mancato autocall, il prodotto continua a trattare. Più si prosegue, più il valore della maxicedola verrà spalmato negli anni ma aumentano le possibilità di rimborso a 100 euro, perché scende il livello di rimborso anticipato come mostrato nella tabella.
tabella

Una volta capita la forza di questo prodotto andiamo a conoscerlo meglio. Il Maxicedola Fast di Bnp Paribas con Isin XS2869897723, il 5 dicembre staccherà un Maxipremio del 18,5% se nessuno dei sottostanti Banco BPM, BPER Banca, MPS e UniCredit  sarà crollato alla data di valutazione del 60% dal livello iniziale (ovvero non avrà perso il 40% del suo valore). In Borsa può sempre succedere di tutto, ma perdere il 40% in un mese è uno scenario poco probabile per questi sottostanti. Dopo lo stacco si passa a premi trimestrali con memoria da 1 euro (4 annui) ovvero il 4,9% l’anno su 81,5 euro, se nessuno dei sottostanti sarà crollato alle date di valutazione del 45% dal livello iniziale.
I premi godono dell’Effetto memoria per recuperare eventuali premi trimestrali non staccati. La possibilità di rimborso anticipato parte dal 12esimo mese ovvero da ottobre del prossimo anno per ripresentarsi ogni tre mesi. Come descritto precedentemente, le barriere del rimborso anticipato sono decrescenti, del 5% al trimestre, dal 100% del livello iniziale alla prima data di valutazione, fino al 65% finale. La durata è tre anni e a scadenza protezione del capitale fino a cali del 45% dei sottostanti dal livello iniziale. 
La tabella di seguito mostra i livelli di riferimento del certificate oggi


Dall’emissione i sottostanti si sono mossi poco rispetto al livello iniziale, sono tutti molto correlati fra loro appartenendo tutti al settore bancario italiano.
Questa caratteristica è un punto a favore del certificate, perché il prodotto è facilmente collocabile in un portafoglio, in quanto esprime con chiarezza un comparto e non invece esposto alla mercè di sottostanti di settori diversi con più possibilità di segnare performance decorrelate.
L’altra caratteristica che lo rende tipico sono i livelli discendenti delle barriere di rimborso anticipato a un ritmo del 5% al trimestre dal primo anno. Questo sistema, oltre a rendere più probabile l’autocall, difende il prezzo del certificate vicino a 100 euro con i sottostanti non troppo lontani dal livello di barriera. Significa che anche in caso di calo dei sottostanti ma alla stessa velocità con cui scendono le barriere di rimborso, il certificate “difende” il suo prezzo vicino al nominale perché aumentano le probabilità di rimborso anticipato a 100 euro.

Effetto Memoria


I premi godono dell’effetto memoria, ovvero se a una data di valutazione trimestrale, un premio non dovesse essere stato distribuito perché i sottostanti quotavano sotto al livello di barriera, allora l’investitore non avrà perso il suo premio.
Se, infatti, in una delle date di valutazione trimestrali successive, tutti i titoli sottostanti quoteranno ad un livello pari o superiore alla barriera, allora l’investitore, oltre al premio di quel trimestre, recupererà tutti quelli passati non distribuiti.

Possibile il rimborso anticipato


E’ probabile che il certificate non arrivi fino alla scadenza finale, perché è prevista la possibilità del rimborso anticipato con livello di autocall calante di 5 punti percentuali ogni trimestre.
Si inizia tra un anno, il 10 ottobre 2025 con un livello di rimborso anticipato pari al 100% degli strike iniziali: se quel giorno tutti e quattro i sottostanti quoteranno allo stesso livello o al di sopra del valore iniziale, l’investitore riceverà il 100% del valore nominale (100 euro), l’ultimo premio da 1 euro. L’investimento si chiuderà anticipatamente e nessun premio sarà più pagato. Se si chiudesse già il primo anno il certificate, come scrivevamo sopra avrebbe reso circa il 22%.
Se non dovesse andare in porto il rimborso, dopo tre mesi si riapre la possibilità, e per fare scattare l’autocall basterà che tutti e quattro i sottostanti siano pari o superiori al 95% del valore iniziale. Alla scadenza successiva si scenderà al 90%, e via via calando ogni trimestre di 5 punti percentuali fino ad arrivare al 65% ovvero rimborso anticipato anche a fronte di cali del 35% dei sottostanti!

Alla scadenza finale due possibili scenari


Alla scadenza finale dell'11 ottobre 2027 si potranno verificare due scenari:


  • Nel primo caso tutti e quattro i sottostanti si troveranno sopra la barriera o allo stesso livello, quindi il certificate verrà rimborsato al 100% del valore nominale (100 euro) con il pagamento dell’ultimo premio e dei premi eventualmente in memoria. L’investimento si chiude con pieno successo.
  • Il secondo scenario sia vrà se, alla scadenza, anche solo uno dei sottostanti avrà accusato un ribasso superiore al 45% dal Valore iniziale, e quindi quoterà sotto la barriera. A quel punto il certificate verrà rimborsato in proporzione alla performance del peggiore dei sottostanti. Ipotizzando per il peggiore un ribasso del 50%, il rimborso sarà al 50% del valore nominale (50 euro). Con un ribasso del 60%, il rimborsa sarà di 40 euro (40% del valore nominale). Ovviamente l’ultimo premio non sarà pagato, e neanche i premi eventualmente custoditi in memoria.


Sottostanti


I quattro sottostanti appartengono tutti al settore bancario italiano che, secondo gli analisti, ha ancora spazio per correre grazie a M&A, commissioni in crescita e multipli molto bassi. Fino ad oggi a sostenere le performance del comparto è stato l’ottimo andamento dei tassi di interesse, con il tasso sui finanziamenti presso la Bce rimasto sotto controllo mentre quello dei prestiti erogati alla clientela è aumentato in maniera decisa, generando alti margini e aree di extraprofitto. Nonostante le stime, i tassi non stanno scendendo con la rapidità attesa e le banche continuano a generare extra profitti.
Il grafico sotto mostra la resilienza del settore a livello di margini sui tassi di interesse del settore bancario italiano, secondo i dati di Banca d’Italia ripresi da Bloomberg (in bianco il tasso sui mutui meno il tasso sui depositi, in arancione il tasso dei prestiti alle imprese meno il tasso sui depositi e in verde il tasso sui prestiti ai consumatori retail meno il tasso sui depositi).

grafico


La view degli analisti è quella di un settore molto resiliente, in grado di sostituire, in caso di calo dei tassi, gli ampi margini di intermediazione con un aumento delle commissioni, con coperture sui tassi nel breve periodo. A rendere più attraente la situazione sono le continue voci di M&A nel nostro Paese alimentate dalle speculazioni sulla nascita di un terzo polo, mentre il Tesoro proseguirà a ridurre la propria quota in Mps (BIT:BMPS), quota messa nel mirino da Unipol (BIT:UNPI) che ha partecipazioni appena sotto il 20% in Bper (BIT:EMII) e Popolare Sondrio. Circolano, inoltre, voci di un interesse per Bpm (BIT:PMII) anche da parte dei gruppi stranieri (Credit Agricole (EPA:CAGR) in particolare), rumors che si sono riscaldati dopo il blitz di Unicredit (BIT:CRDI) su Commerzbank (ETR:CBKG).
Terzo motivo di interesse sono i multipli, tutti ancora molto bassi. La tabella sotto riporta i multipli del comparto. In particolare a livello di P/E la media è sotto le 8 volte.
P/E


Unicredit

Il 6 novembre, prima dell’apertura del mercato, il gruppo guidato da Andrea Orcel presenterà la trimestrale. Jp Morgan (NYSE:JPM), in un report datato 10 ottobre dal titolo “Revisione positiva del margine di interesse e degli utili, ma gli occhi sono puntati su Commerzbank”, ha rivisto al rialzo le stime sul titolo. “In vista dei risultati del terzo trimestre, aumentiamo la nostra stima sugli utili per azione (EPS) di circa l'1,5% per il 2024-25, riflettendo le nostre conversazioni con la società”, si legge nel report.
UniCredit ha rivisto al rialzo la guidance sul net interest income (NII) per il 2024, prevedendo tendenze stabili anno su anno. A livello di utile netto 2024 le indicazioni sono per oltre €9 miliardi rispetto alla precedente stima di oltre €8,5 miliardi, con l'utile netto che dovrebbe rimanere sopra i €9 miliardi anche nel 2025.
“I nostri aumenti sugli EPS sono limitati poiché le nostre stime EPS sono già del 7%/15% superiori al consenso di Bloomberg per il 2025/2026”, si legge nel report di Jp Morgan “Tuttavia, l'attenzione degli investitori rimane concentrata sulle operazioni di fusione e acquisizione (M&A), specialmente ora che Commerzbank ha alzato il livello con obiettivi più elevati in termini di ROTE (Return on Tangible Equity) e distribuzione.
Jp morgan conclude lo studio mantenendo la raccomandazione Overweight sul titolo (che rientra nel portafoglio delle migliori scelte europee di Jp Morgan) con il titolo che scambia a circa 5,5 volte gli utili stimati al 2026 da Jp Morgan che assegna un target price a 50 euro.
Positivo anche il consensus degli analisti raccolto da Bloomberg che ha un target price medio sul titolo a 45,59 euro, più del doppio della barriera e sopra il livello iniziale.

Mps

Fine settimana scorsa, il gruppo ha incassato la fiducia di Fitch che ha promosso il rating sul credito di un notch, portando il Long-Term Issuer Default Rating (“IDR”) a “BB+” da “BB”, e il Viability Rating (“VR”) a “bb+” da “bb”. L’upgrade riflette i miglioramenti nella capacità organica di generare capitale e nel profilo di rischio.
Mps, aggiunge l’agenzia, ha dimostrato la capacità di mantenere un modello di business piuttosto diversificato, che ha contribuito a un buon andamento dei ricavi. In particolare, Fitch nella nota evidenzia il completamento del piano di ristrutturazione, un profilo aziendale stabile, maggiore appetito del risiko bancario, dove Mps appare una preda interessante, ristrutturazione completata. Ora l’attenzione sarà rivolta alla data dell’8 novembre, quando Mps pubblicherà i risultati del terzo trimestre e gli analisti di WebSim Intermonte si attendono “un quarter profittevole, in leggera decrescita su base trimestrale a livello operativo”.
Ad essere ottimisti sul titolo è anche il consensus degli analisti raccolto da Bloomberg che ha un target price medio sul titolo a 6,45 euro, più del doppio della barriera e sopra il livello iniziale.

Banco Bpm (BIT:BAMI)

La settimana scorsa, gli analisti di Deutsche Bank (ETR:DBKGn) nel report intitolato 'A very underpriced profitable business', hanno promosso il titolo a Buy da Hold spiegando di aspettarsi un margine di interesse più resiliente del previsto nel 2025, che dovrebbe battere le stime di consensus e un probabile rialzo dell’indicazione dell’indice di patrimonializzazione Cet 1 del 14% nel 2026. Atteso anche un incremento degli utili per azione nel triennio 2024-27 a +4%.
Interessanti anche i multipli, secondo le stime di Deutsche Bank, il titolo tratta a un rapporto prezzo e utili stimati al 2026 di 2 volte, dunque, business redditizio ”ma attualmente sottovalutato". Come tutte le banche anche Bpm si sta proteggendo dalle attese di un ribasso dei tassi.
Risultato, Deutsche Bank rialza le previsioni per l'utile per azione (Eps) del 2024 e rafforza la fiducia nel raggiungimento dell'obiettivo di utile netto del 2026, anche se l'Euribor raggiungesse un livello (2%) ben al di sotto delle ipotesi incorporate nel piano (3,1%). Il prossimo 6 novembre il gruppo comunicherà la trimestrale.
Ad essere ottimisti sul titolo è anche il consensus degli analisti raccolto da Bloomberg che ha un target price medio sul titolo a 7,18 euro, più del doppio della barriera e sopra il livello iniziale.

Bper

Appuntamento anche per la trimestrale di Bper, la società toglierà il velo dai conti il prossimo 6 novembre. Il terzo trimestre dell’anno dovrebbe chiudersi, secondo le stime di raccolte da Bloomberg con un utile per azione rettificato a 0,25 euro.
Lo scorso 10 ottobre, la società ha comunicato l’aggiornamento al Piano Industriale 2024-2027 denominato ‘B:Dynamic/Full Value 2027’. La banca si attende a fine periodo un aumento dell’1,5% dei ricavi (Crescita media composta annua - cagr +0,5%) a 5,5 miliardi di euro, grazie soprattutto all’aumento delle commissioni (250 milioni) e della crescita selettiva dei volumi degli impieghi (300 milioni). Numeri che permetteranno all’istituto emiliano di compensare il calo del margine di interesse dovuto alla riduzione dei tassi di interesse e l’effetto dell’ecobonus (450 milioni).
Il management si attende un margine di interesse a circa 3,1 miliardi a fine 2027 (-5% 2024-2027; cagr -1,8%), considerando sempre gli effetti di un minor costo del denaro (300 milioni), dell’ecobonus e di altri fattori per 150 milioni, parzialmente compensati da positive dinamiche di raccolta e impieghi per 300 milioni.
Attese in aumento di 250 milioni le commissioni, a 2,3 miliardi, (+12% 2024-2027; cagr +3,8%) con una contribuzione equilibrata di tutte le componenti (prodotti Wealth Management, Bancassurance e servizi bancari).
Previsioni di aumento anche per il risultato netto, passando così a 1,3 a 1,5 miliardi (+15% 2024-2027; cagr +5%), corrispondente ad un Rote di oltre il 16%, mentre l'utile netto cumulato è previsto attestarsi a circa 4,3 miliardi in arco di Piano.
Il Cet 1 Ratio si manterrà al di sopra del 14,5% e grazie ad una forte generazione di capitale, Bper prevede di remunerare gli azionisti con un pay-out ratio sostenibile di circa il 75%, corrispondente a dividendi cumulati cash per circa 3,2 miliardi tra il 2025 e il 2027, pari a un dividend yield superiore al 15%.
Infine, la banca si aspetta una crescita della raccolta diretta da clientela, accompagnata da un piano di circa 8 miliardi di nuova raccolta istituzionale, di cui: 2,5 miliardi di emissioni senior, 500 milioni di At1,500 milioni di Tier2 e circa 4,5 miliardi di covered bond. Il funding plan più che compenserà le scadenze di circa 2,5 miliardi in arco di Piano, nel pieno rispetto dei requisiti normativi.
Gli obiettivi fissati dal piano di Bper risultano superiori al consensus secondo gli analisti di Jefferies, che sul titolo hanno una raccomandazione buy e un prezzo obiettivo a 6,2 euro. Ad essere ottimisti sul titolo è anche il consensus degli analisti raccolto da Bloomberg che ha un target price medio sul titolo a 6,93 euro, più del doppio della barriera e sopra il livello iniziale.



Attenzione: Il Certificate XS2869897723 è soggetto ad un livello di rischio pari a 5 su una scala da 1 a 7.
Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento.

BNP Paribas gode di un ottimo sostegno da parte delle agenzie di valutazione del credito:

  • S&P: +A
  • Moody's: Aa3


I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione.
Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.
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