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Spinta per l’industria della cannabis a Davos mentre i titoli del settore salgono

Pubblicato 21.01.2020, 15:42
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I leader mondiali non saranno i soli a riunirsi a Davos, Svizzera, per il Forum Economico Mondiale questa settimana. Produttori e promotori del settore della cannabis da una serie di nazioni si ritroveranno fianco a fianco con i colossi politici ed economici di tutto il mondo per incoraggiare ulteriormente l’industria della cannabis.

CannTech Davos 2020 organizza una conferenza di due giorni presso la Cannabis House, al cuore del Forum Economico, per focalizzare l’attenzione sul ruolo economico della cannabis e sulla crescente industria che gli orbita intorno e su come si inserirà nel futuro della sanità, dei commerci internazionali, degli investimenti, della sicurezza di ambiente e risorse e dei cambiamenti climatici.

Relatori di vari paesi saranno presenti alla conferenza sulla marijuana, da Israele, alla Svizzera, all’Asia. Il fine è quello di spingere i delegati del Forum Economico Mondiale a partecipare per saperne di più sul settore. Tra gli sponsor della conferenza vi è la Canadian Securities Exchange, una delle piazze del paese.

Definita un “importante evento per la cannabis” per il settore, la conferenza “presenterà i principali opinionisti ed influencer da tutto il mondo, con le discussioni più rilevanti di tutta l’industria”, affermano gli organizzatori.

I titoli legati alla cannabis segnano un rialzo, ma non tutti

Sfoggiare il futuro della cannabis in Svizzera sarà un po’ più facile questa settimana dopo che i titoli del settore hanno visto guadagni significativi la scorsa settimana.

L’indice North American Marijuana è schizzato dell’11,2% la scorsa settimana, mentre l’indice Horizons Marijuana Life Sciences ha visto un’impennata di quasi il 19%, l’aumento settimanale maggiore dalla seconda metà del 2018.

I guadagni sono stati registrati nonostante alcuni ribassi notevoli di altri titoli.

Tra i più grandi sconfitti troviamo Hexo (TSX:HEXO), con il titolo altalenante per tutta la scorsa settimana, toccando un massimo di 2,51 dollari canadesi (1,93 dollari USA) mercoledì scorso per poi chiudere ieri a Toronto a 2,05 dollari canadesi, con un tonfo del 18%. Sulla Borsa di New York, che ieri è rimasta chiusa per la festa di Martin Luther King, il titolo ha chiuso la seduta del 17 gennaio a 1,62 dollari USA, con un crollo del 16%.

Hexo Weekly Prices

Aphria (TSX:APHA)è stato un altro titolo andato male la settimana scorsa.

La compagnia ha riportato gli ultimi utili martedì scorso, deludendo le aspettative degli analisti. Il coltivatore con sede in Ontario ha anche abbassato le previsioni sull’anno. Le informazioni pubblicate martedì scorso hanno pesato sul titolo, crollato di circa l’8,5% a Toronto e di poco più sulla borsa di New York.

Tra i titoli che invece hanno visto rialzi notevoli la scorsa settimana troviamo OrganiGram Holdings (NASDAQ:OGI).

Le sue azioni negli Stati Uniti sono schizzate di oltre il 46% mercoledì scorso. Sulla borsa di Toronto, il titolo ha visto un’impennata del 40,5% dopo che il produttore con sede a New Brunswick ha riportato gli utili del primo trimestre il 14 gennaio. La compagnia ha reso noto che i ricavi sono schizzati di oltre il 102% a 25,15 milioni di dollari canadesi (19,24 milioni di dollari USA) sul periodo.

OrganiGram Holdings Weekly Prices

OrganiGram ha chiuso a 3,26 dollari venerdì a New York, con un crollo del 4,12%, mentre a Toronto ieri è sceso dell’1,17% chiudendo la giornata a 4,21 dollari canadesi.

Uno studio rivela curiosità nei confronti del CBD

L’ultimo studio condotto da New Frontier Data ha scoperto che tra l’84% degli europei intervistati che hanno risposto di non aver mai fatto uso di CBD, l’estratto non psicoattivo della cannabis, il 18% (circa un quinto) ha risposto che prevede di provarlo nei prossimi sei mesi.

La ricerca ha mostrato inoltre che il trattamento del dolore è il motivo più comune (40%) riportato da chi usa il CBD. Ed è anche il motivo principale riportato da chi lo prenderebbe in considerazione (33%). Rilassamento ed alleviamento dello stress sono stati identificati dallo stesso numero di non-consumatori di CBD (19%) come motivo per cui volerlo provare.

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