Negli ultimi giorni abbiamo evidenziato quanto le notizie riguardanti la guerra commerciale abbiamo ripreso ad influire sul sentiment degli operatori. L'ulteriore riprova l'abbiamo avuta nelle ultime 24 ore, difatti tra ieri sera e stamattina la volatilità è tornata ad essere l'assoluta protagonista dei mercati.
Nel pomeriggio di ieri, quando tutto lasciava presagire una chiusura all'insegna del risk on, l'agenzia di stampa Reuters pubblicava un articolo dove si evidenziava lo spostamento dell'incontro tra il Presidente USA Trump e il suo omologo cinese Xi. Gli operatori interpretavano tale notizia come negativa, orientandosi nuovamente su asset rifugio. L'avversione al rischio emergeva evidente sui rendimenti obbligazionari, in calo, nell'apprezzamento dello yen e dell'oro, nel deprezzamento di valute legate al rischio come AUD e NZD.
In realtà si parlava delle difficoltà nel trovare una location dove siglare la fase 1 dell'accordo commerciale, tant'è che nello stesso articolo si riportava inizio dicembre (ilsummit della Nato che si terrà a Londra) come probabile data cruciale.
Stamattina, subito prima dell'apertura ufficiale delle borse europee, il ministro cinese del commercio dichiarava che tanto USA quanto la Cina sarebbero d'accordo nel rimuovere le tarriffe esistenti quale incentivo alla fase 2 dell'accordo commerciale. A quel punto la propensione al rischio è tornata prepotentemente in scena e sembra proseguire tutt'ora.
Sul fronte macro economico oggi sarà molto interessante capire la decisione in tema di politica monetaria della BoE. In realtà non sono attese variazioni, ma vista l'incertezza politica del Regno Unito tanto la votazione quanto lo statement potrebbero rappresentare due elementi da tenere sott'occhio. Nel pomeriggio avremo anche qualche dato USA, tra I più rilevanti segnaliamo le richieste settimanali di disoccupazione che non dovrebbero registrare sostanziali variazioni rispetto alla media delle ultime settimane.