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Morning adviser, anche la BCE pro euro

Pubblicato 30.10.2013, 09:10
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Matteo Paganini, 30 ottobre 2013

INTRO

Se è vero che le dichiarazioni dei banchieri centrali (o dei membri dei consigli delle banche centrali) possono muovere il mercato, ieri abbiamo avuto una conferma inconfutabile di quanto pensiamo da tempo, ossia che l’asimmetria tra le impostazioni di fondo della BCE e di tutte le altre banche centrali del mondo non andranno a riallinearsi, il che potrebbe mettere l’Europa in una situazione molto pericolosa.

BCE vs RBA

Nowotny e Stevens, due market mover con intenzioni completamente diverse. Il primo, sconosciuto ai più, è il presidente della Banca Centrale d’Austria. Il secondo invece è un po’ più conosciuto ed è il numero uno della Banca Centrale Australiana. Ebbene, visto che l’euro non è abbastanza forte e ieri mattina stava provando a scendere verso i supporti, il buon Nowotny, membro del consiglio della Banca Centrale Europea ha pensato bene di rilasciare delle dichiarazioni secondo le quali l’istituto di Francoforte non andrà a tagliare il tasso d’interesse di riferimento, i policy makers dovranno convivere con una valuta forte ed i tassi di deposito presso la BCE (che possono essere incamerati dalle banche commerciali che vanno a depositare la propria liquidità in eccesso overnight) non saranno tagliati. Tutto questo andando contro Draghi, che durante l’ultima conferenza stampa non aveva escluso quest’ultimo punto come possibile mossa di politica monetaria non convenzionale. Un chiaro tentativo, a nostro avviso, di far risalire la moneta unica europea, che nel giro di mezzora ha compiuto un balzo di 50 punti, per poi tornare velocemente sotto il livello di partenza del movimento. Il che ci conferma come il dollaro sia forte e probabilmente potrà rimanere tale fino al FOMC di stasera. Per Stevens invece, bastano poche parole. Il banchiere centrale ha dichiarato che si aspetta di vedere una valuta materialmente più bassa nei prossimi mesi. I commenti li lasciamo a voi.

Quali le possibili reazioni sul FOMC di stasera?

Il nervosismo comincia ad essere prezzato, qualcuno che si attende delle possibili mosse c’è, ma si trova in minoranza rispetto a chi non si aspetta un nulla di fatto. Le borse americane hanno toccato nuovi massimi ed il dollaro americano è stato in grado di superare le resistenze poste a 10,435 punti (sul DJ FXCM Dollar Index, miglior rappresentazione dello stato di salute del dollaro americano rispetto al classico dollar index che comprende ancora la corona svedese al suo interno). Nel caso in cui non venga comunicato nulla di nuovo, né sul fronte limatura degli acquisti né soprattutto sul lato di indicazione di time frame temporali di riferimento per procedere alla diminuzione delle inizezioni di liquidità è possibile che il dollaro americano torni a rivivere situazioni di debolezza relativa nei confronti delle major e che le borse possano toccare nuovi livelli di massimo, finanziati dall’indebitamento nel biglietto verde. Non è tuttavia da escludere, soprattutto dal punto di vista operativo, l’eventualità che possano partire delle prese di profitto sui mercati americani che potrebbero essere sfruttate con dei reverse sotto i livelli tecnici più importanti, che sullo S&P500 e sul Dow Jones possono essere individuati rispettivamente in 1,758.0 (per i trader di breve cominciare a curare anche 1,765.00) ed in 15,635.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: la situazione daily inquadrata venerdì scorso sta dando buoni risultati e su time frame bassi la moneta unica europea può essere lavorata curando 1.3725 come area per potenziali approfondimenti ribassisti che potrebbero spingere le quotazioni verso la figura, dove valuteremo la possibilità di raggiungere l’importante 1.3650. Un ritorno sulle resistenze che cominciano a passare tra 1.3750 e 1.3765 potrebbe fornire delle buone opportunità per il R/R di pensare ad acquisti di dollaro, con l’area che passa tra 1.3775 e 1.3785 che potrebbe essere presa in considerazione per valutare giri a rialzo dei prezzi, che in questo caso potrebbero tentare di raggiungere dapprima i massimi di 1.3800 ed in caso di loro superamento (almeno una quindicina di pips) potrebbero segnare nuovi massimi relativi di periodo.

USD/JPY: rotto 97.85, il livello ha poi funzionato da supporto ed ha portato al raggiungimento dell’area indicata ieri in 98.10/20. Siamo ora sopra la media a 21 periodi esponenziale, che potrebbe rappresentare un buon livello di supporto sulla quale ipotizzare acquisti di dollaro americano. La congestione creatasi durante la notte (simile a quelle che si creano solitamente sull’euro e sulla sterlina, latitanti da qualche settimana a questa parte a livello di quantità) potrebbe essere sfruttata dai trader di breve per pensare a rotture pari all’altezza della congestione, anche se ricordiamo che i percentili di volatilità su UsdJpy rimangono bassi, siamo al 3% contro gli incrementi visti su EurUsd, al 13%, sul cable che si trova al 24% e sull’aussie che ha raggiunto il 15%). In caso di superamento di 98.35 è possibile attendersi estensioni verso 98.50, mentre per assistere ad una buona discesa occorre vedere superata l’area di 97.65, raggiungibile in caso di superamento a ribasso di 97.90, target potenziale in caso di superamento ribassista di 98.10.

EUR/JPY: i supporti posti a 134.10 hanno tenuto ed il superamento dell’area rilevata in 134.75 ha effettivamente condotto oltre 135.00, che è stato superato di una quindicina di punti (inferiori agli almeno venti stimati per assistere ad ulteriori salite verso 135.50). Siamo sopra la media a 21 oraria che sta funzionando da supporto dinamico e la proiezione della bandiera rialzista rotta stamattina si avvicina ai massimi di ieri. Curiamo l’area di 135.30 per pensare ad ulteriori rivalutazioni di euro, che potrebbe tentare di raggiungere i massimi in area 135.50 dove potrebbe essere possibile curare una divergenza ribassista oraria. Un ritorno sotto 134 ¾ si rende necessario per pensare a discese di mercato verso 134.50 ed in estensione 30.

GBP/USD: ci accorgiamo soltanto ora di quello che viene definito “typo” a Londra, ossia di un chiaro errore di battitura sui livelli ragionati ieri. Scrivevamo infatti che “i prezzi si trovavano sotto la media a 21 oraria, che insieme all’area che passa tra 1.61 ¼ e 1.61 ½ avrebbe potuto rappresentare una buona resistenza che potrebbe contenere gli ascquisti di pound. In caso di approfondimento sotto 1.6085 sarebbe stato possibile attendersi tentativi di raggiungimento dell’area di 1.6165 (invece il livello era chiaramente 1.6065), che doveva essere superata di almeno una quindicina di punti prima di lasciare spazio verso 1.6120 (che invece era 1.6020)”. Scusate, ma crediamo si capisse. Adesso siamo ancora sotto la media a 21 oraria, con i prezzi che hanno formato un doppio minimo. Diviene necessario un superamento di area 1.6090 prima di pensare a salite che rappresenterebbero una buona strategia difensiva da applicare su vendite da poter pensare sulle resistenze che cominciano a passare tra 1.6060 e 1.6075 per assistere a potenziali discese verso 1.5975.

AUD/USD: sfiorato il target di 0.9450 dopo il superamento a ribasso di 0.9485. Siamo ora al tentativo di rottura della media a 21 oraria, che non dovrà essere considerata definitiva fino a quando i prezzi non supereranno l’area statica di resistenza passante per 0.9530. Un suo superamento potrebbe lasciare spazio ad apprezzamenti verso 0.9545 ed in estensione 0.9565. Buona l’idea di pensare a vendite di dollaro australiano sulle resistenze, per il buon R/R offerto, con i minimi della notte come primi target. Se ci si dovesse fermare prima del raggiungimento dei minimi, nel caso in cui si verifichi lo scenario ribassista, attenzione che si starebbe formando quella che possiamo considerare una pera cotta (brutto il nome, ma efficace la figura).

Ger30 (Dax): nuovi massimi dunque per il Dax che ha ormai abbondantemente superato quota 9 mila punti. I ripetuti tentativi dell’oscillatore stocastico di andare in divergenza ribassista con il prezzo, sia su grafico giornaliero che su grafico a 4 ore, sono puntualmente negati dalla tenuta dei supporti e dalle ripartenze in alto del prezzo. Sono perciò possibili dei tentativi di ulteriore violazione al rialzo sopra 9.035 per la ricerca di soglie psicologiche al di sopra di 9.050, verso area 9.100. In primo luogo diviene verosimile apprezzare ritracciamenti in area 9 mila punti per partenze definitive da studiare anche in relazione alla partenza delle contrattazioni in America. Difficile pensare di implementare operazioni corte se non di breve e orientate alla ricerca di punti sotto 8.985 e soprattutto 8.950, possibili livelli di ripresa in long.

XAU/USD (oro): perdura la fase piuttosto confusa del gold. Dal grafico giornaliero si evince come ci troviamo all’interno dei livelli al 50% e 61,8% di Fibonacci tracciati sul percorso discesista articolatosi tra fine agosto e metà ottobre. Timidi ancora i tentativi di superamento al ribasso del 1.340 che, se violato definitivamente, potrebbe condurre fino a 1.328 e 1.321 in estensione (38,2 di Fibonacci). Sopra il pivot daily, in area 1.349, sono valutabili ingressi long di breve verso 1.356 e 1.360 in estensione.

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