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Morning adviser, gli USA portano volatilità

Pubblicato 16.10.2013, 08:52
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Matteo Paganini, 16 ottobre 2013

INTRO

Si sta tirando la corda, ed il nervosismo comincia a farsi sentire. La questione tetto sul debito risulta ancora irrisolta e gli Stati Uniti sono stati messi in out look negativo da Fitch, una delle tre sorelle, come ci piace descriverle.

Inversioni di breve periodo

Il fatto che continuino a rincorrersi voci di risoluzione del potenziale default degli Stati Uniti, smentite fino ad ora dai fatti, ha prodotto dei movimenti importanti sul fronte dollaro, prima in salita e poi in discesa il che, dal punto di vista operativo, ci ha dato una bella mano durante la giornata di ieri ed ha posto delle basi affichè questi potenziali movimenti, pur essendo di fronte a volatilità implicite veramente molto basse, possano in qualche modo continuare. Si è partiti con forti acquisti di dollaro dopo alcune dichiarazioni arrivate dalla Cina che auspicavano una soluzione ad un problema che potrebbe pesare in maniera importante sull’economia mondiale intera, acquisti avvenuti contro tutto, valutario e materie prime comprese, con le uniche eccezioni rappresentate dalle valute oceaniche che stanno vivendo dei momenti di forza intrinseca, pur avendo tentato delle discese su questi acquisti concertati. L’oro ha mostrato un ottimo strappo ribassista prima di andare a formare una divergenza rialzista oraria, molto ben individuabile su uno stocastico a 10-6-3 periodi che ha riportato le quotazioni in area 1,280.00, dopo aver sfiorato quota 1,250.00, il che ci ha confermato come il sentiment sia stato positivo per tutta la mattinata. Nel momento in cui, però, sono iniziate a circolare voci sullo slittamento di un accordo tra repubblicani e democratici abbiamo assistito a movimenti completamente opposti, con il dollaro in ripiegamento, i rendimenti sugli obbligazionari in crescita e le borse che sono andate a chiudere in rosso. Caos totale dunque, ma i livelli tecnici sembrano essere ben rispettati. Non concentriamoci sulle possibili reazioni che si potrebbero avere sui prezzi di fronte ad una soluzione del debit ceiling (plausibili acquisti di dollari insieme alle borse) ma rimaniamo focalizzati sui livelli tecnici e sulle potenziali correlazioni che potrebbero formarsi nel breve periodo (è possibile che il dollaro possa muoversi all’unisono di fronte ad uno scenario del genere).

I dati di oggi

Tra le ore 10.30 e le ore 11.00 si esauriranno tutte le pubblicazioni più interessanti per la giornata odierna. Avremo infatti i dati sul mercato del lavoro inglese ed il CPI europeo. I primi potrebbero portare a reazioni isolate sulla sterlina, che potrebbe beneficiare di fronte a buone notizie e viceversa, mentre il secondo non dovrebbe portare a movimenti significativi, a meno di notare un’inflazione in calo sotto l’1%, il che darebbe delle motivazioni valide per attendersi un taglio di tassi da parte della BCE, il che potrebbe pesare sulla moneta unica europea. Per il resto, in qualsiasi momento potrebbero arrivare notizie dalle sponde americane in grado di far aumentare in maniera importante la volatilità su tutti i mercati, raccomandiamo perciò prudenza soprattutto nell’utilizzo delle leve finanziarie, rischi di slippage più consistenti rispetto alla media sono concreti.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: continua la lateralità dell’euro che si mantiene sopra 1.3460, ultimo livello di supporto da considerare prima di pensare a posizionamenti long di dollaro. Su un grafico orario siamo in correzione rispetto alla discesa di ieri, con l’area che passa tra 1.3525 e 1.3540 che potrebbe fungere da resistenza da poter sfruttare per pensare a vendite di euro, tenendo conto che un superamento di 1.3555 potrebbe portare ad accelerazioni verso 1.3580, area dove passano dei punti precedenti.

USD/JPY: continua la lateralità anche sul UsdJpy, con i supporti di 97.90 che continuano a tenere e riportano i prezzi verso 98.50. Buone possibilità per il buon R/R offerto di vendita sulle resistenze, con stop e reverse sopra 98.80 per puntare ad accelerazioni verso 99.00/99.15. Se dovessimo rivedere i prezzi sui supporti è possibile sfruttare il buon R/R per acquisti, tenendo conto che un superamento di 97.80 potrebbe far convergere verso 97.50.

EUR/JPY: confuso l’EurJpy che su un grafico a 4 ore si sta mantenendo sopra la media a 100. Possibilità di sfruttare delle rotture della congestione formatasi tra 132.90 e 133.30, per movimenti potenziali che potrebbero portare verso, rispettivamente, 132.50 e 133.60.

GBP/USD: cable nuovamente vicino alle resistenze ma con uno stocastico orario vicino alla zona di ipervenduto, pur trovandoci in una fase laterale di accumulazione. Seguiamo con attenzione l’avvicinamento all’area passante per 1.6000/15 dove potrebbero crearsi delle condizioni di vendita da poter sfruttare, eventualmente, coprendosi con degli stop e reverse nel momento in cui i prezzi dovessero superare area 1.60 ¼ (scenario plausibile). 1.5960 il livello su cui cominciare a pensare ad approfondimenti ribassisti del pound, operativamente da sfruttare intorno a 1.5950.

AUD/USD: tentativi di discesa contenuti da 0.9500, che dimostra come il dollaro australiano sia rimasto discostato dai movimenti più forti visti ieri su euro e sterlina. Ci muoviamo ora tra 0.9500 e 0.9550 e fino a quando non usciremo da questa congestione è difficile ipotizzare scenari credibili. Curiamo l’area tra 0.9485 e 0.9500 come potenziale livello di supporto sul quale ipotizzare acquisti di australiano, con stop e reverse sotto i tre quarti di figura. Nel caso in cui i prezzi dovessero avvicinarsi ai massimi raccomandiamo prudenza nel posizionarsi short, scelata possibile a nostro parere soltanto sui massimi di ieri con stop molto vicini e possibilità di valutare long sull’eventuale rottura di area 0.9560/70.

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