Morning adviser, l’euro ha stufato

Pubblicato 25.10.2013, 16:43
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Matteo Paganini, 25 ottobre 2013

INTRO

Non c’è niente da fare, l’euro continua a strappare a rialzo e non c’è verso di vederlo scendere. Siamo arrivati a livelli che non si vedevano esattamente da due anni fa, soltanto che…

Due anni fa eravamo in un trend discendente

Se osserviamo un grafico giornaliero dell’eurodollaro il trend risulta chiaramente crescente ed i prezzi continuano a formare nuovi massimi accompagnati da minimi crescenti il che ci fa, purtroppo per l’economia europea, pensare che ci sia la possibilità di raggiungere livelli ancora più alti. Questo non significa senza correzioni, ma fino a quando ci mantereemo sopra il livello di 1.3450 questo risulta tecnicamente possibile e a dire la verità ci spaventa questa possibilità. E’ vero che molte esportazioni dei Paesi europei avvengono verso altri Paesi europei, per cui il fatto di avere una moneta così forte non produce impatti, ma una parte considerevole di esse riguarda Paesi che mostrano una valuta più debole rispetto alla nostra (volutamente ed intelligentemente), il che rende difficile riuscire ad imporsi sui mercati internazionali, con il rischio di dover giocoforza diminuire i margini aziendali per non dover proporre prezzi troppo alti sui mercati esteri che eroderebbero quote di mercato. Per non parlare di chi già non esporta più e che grazie all’intelligente, lungimirante e brillante progetto euro si ritrova a dover cambiare sbocchi commerciali (ma senza domanda aggregata interna dove si va?) o a chiudere bottega, come si suol dire. In tutto questo le istituzioni tacciono e Draghi non commenta una situazione potenzialmente disastrosa per l’intera area euro del sud. Se ricordate vi è stata soltanto una domanda posta da un giornalista durante una conferenza stampa che ha seguito le “non-mosse” della BCE (che almeno non sta alzando i tassi fino ad oltre il 4% come l’incompetente Trichet – l’inflazione era importata, lo dicevo io, semplice economista a Class CNBC) il quale ha chiesto delucidazioni sulle idee di Francoforte circa il potenziale interventismo della BCE sui rapporti di cambio. “………………..”: nel virgolettato le argomentazioni del presidente della Banca Centrale Europea.

Tecnicamente a che punto siamo?

Ci troviamo all’interno di un perfetto canale rialzista, sulla parte alta di esso, con l’oscillatore stocastico che è entrato in zona di ipercomprato, il che segnala acquisti anomali rispetto al periodo che si è scelto di osservare nel passato, nel nostro caso 10 giorni. Questo può significare due cose, completamente opposte: una potenziale rottura a rialzo o una correzione ribassista che, guardando i prezzi, potrebbe anche avvenire su base giornaliera e che, soprattutto, operativamente offre ottime possibilità dal punto di vista del risk/reward. Se dovessimo chiudere la settimana sotto l’area di 1.38 ¾ si creerebbero ottime possibilità di vendita per prendere potenziali correzioni verso la media mobile a 21 periodi ed i livelli statici precedenti passanti per 1.3650 e coincidenti precisamente proprio con la media in questione, con uno scenario difensivo di attacco che potrebbe prevedere degli stop e reverse sopra l’area di resistenza ipotizzata, in quanto una sua rottura potrebbe portare verso l’area iniziale di 1.3960/1.4000. Ma ora passiamo a vedere velocemente i livelli per l’intraday.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: la tenuta dei supporti visti ieri ha condotto i prezzi oltre 1.3800, con movimenti di un nervosismo tale da permettere un’operatività soltanto con ordini di stop oltre i livelli visti ieri mattina, ovvero 1.3760. Oggi siamo sulle resistenze individuabili intorno a 1.3840 ed un loro superamento potrebbe portare verso 1.3875, dove valuteremo eventuali estensioni verso la figura con la cautela di proteggerci con trailing stop molto stretti. La price action di ieri pomeriggio indica la possibilità di assistere a forti movimenti, da una parte o dall’altra, per cui prestiamo attenzione e pensiamo di effettuare ingressi a leve molto controllate per incrementare eventualmente una volta partito il movimento. Un ritorno sotto 1.3785 non dovrebbe essere sufficiente per assistere ad accelerazioni ribassiste, possibili sotto 60 come visto ieri.

USD/JPY: il superamento dell’area di trigger vista ieri in 97.30 ha portato ad estensioni che per il momento si sono fermate esattamente a metà dei due target previsti (97.10 e 96.90, sfiorato quest’ultimo). Siamo ancora di fronte ad un quadro tecnico abbastanza confuso, con l’area che passa tra 97.40 e 97.60 che potrebbe fungere da resistenza (osservabile su un 4 ore). Un superamento di 97.30 (visibile su un grafico orario) potrebbe portare al suo raggiungimento. Sotto 96.90 potenziali estensioni verso 96.75 e 50. In ogni caso, il R/R non è dei migliori.

EUR/JPY: brutto anche il quadro tecnico dell’EurJpy, con i prezzi che sono scesi su una divergenza ribassista sporca formatasi ieri in giornata e che ora si mantengono tra 134.00 e 134.50. Personalmente non vedo nessun tipo di operatività possibile, a meno che non ci si avvicini a 133.85 che se rotto potrebbe portare a visitare i minimi di 133.60 (e per chi segue l’EurJpy sa quanto sia poca questa strada), livello dove si potrebbe cominciare a considerare un movimento più importante verso 133.20. Sopra 134.55 abbiamo lo scoglio del tre quarti di figura, che soltanto se superato potrebbe portare al 135.15 che se rotto potrebbe riproporre i massimi relativi appena compiuti.

GBP/USD: pressione sul cable dopo la salita notturna (sono alcune notti che la sterlina e l’euro si muovono in maniera anomala, l’abbiamo visto). Le uniche possibilità operative possono essere rappresentate dall’attendere il mercato sui supporti che passano in area 1.6180, per pensare ad eventuali posizionamenti long, tenendo conto che un ritorno sotto 1.6160 potrebbe far rivisitare area 1.6130 ed in estensione 1.6110.

AUD/USD: superato l’area di trigger ipotizzata in 0.9635 abbiamo raggiunto e superato la figura, con i prezzi che ora si stanno mantenendo sotto l’area di resistenza statica e dinamica passante per 0.96 ¼. Una sua tenuta potrebbe spingere le quotazioni verso i minimi di 0.9570 ed un superamento di essi, valutabile operativamente da una decina di pips in giù, potrebbe proporre livelli passanti tra 0.9520 e 0.95 figura, area all’interno della quale i prezzi potrebbero frenare in qualsiasi momento. Un ritorno sopra 0.9640 ri rende necessario per riprese verso 0.9670.

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