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Morning adviser, prese di profitto sul FOMC

Pubblicato 31.10.2013, 09:26
Aggiornato 11.09.2019, 13:55

Matteo Paganini, 31 ottobre 2013

INTRO

Nessuna novità sul fronte della politica monetaria americana, che continuerà a sostenere tassi bassi tra lo 0% e lo 0.25% fino a quando il tasso di disoccupazione rimarrà sopra il livello di 6.5% a causa di un economia che sta crescendo, ma a tassi moderati e ad un livello disoccupazionale ancora elevato. Questo in sintesi il nulla di fatto, come da attese, di ieri.

Le reazioni delle borse USA

Due giorni fa scrivevamo: “siamo convinti che durante la riunione di domani non verranno forniti riferimenti temporali e non ci saranno fornite sorprese sull’argomento, il che potrebbe, in ultima istanza, rappresentare una buona occasione per prendere profitto sulle borse se non partiranno movimenti a ribasso durante la giornata di oggi (era martedì) e domani (era ieri, mercoledì), che se dovessero invece accadere potrebbero portare ad una reazione diametralmente opposta su un nulla di fatto da parte della Fed, che continuerebbe ad iniettare liquidità nel sistema finanziario (purtroppo non in quello economico). Fino a quando ci si manterrà sopra l’area di 1,750.0 per lo S&P500 e 15,475 sul Dow Jones non esistono pericoli concreti di assistere a tentativi di discesa importanti”, mentre ieri, dopo il movimento di rafforzamento del dollaro cui abbiamo assistito durante la giornata di martedì abbiamo ipotizzato un quadro di reazione che avrebbe potuto essere anche diverso da quanto ci aspettavamo, ma che operativamente parlando lasciava aperta la possibilità di prese di profitto (http://ow.ly/qlCek), sotto i livelli tecnici più importanti delle borse americane, individuati in 1,765.00 per quanto riguarda lo S&P500 e di 15,635 per quanto concerne il cugino Dow Jones. Prima o poi i profitti vanno presi e ieri è stata l’occasione per consolidare parte dei guadagni floating che gli investitori avevano a disposizione nei propri portafogli, ma questo non ci fa pensare a possibili partenze di movimenti ribassisti strutturali, non fino a quando la maggior parte dei flussi crederà ad un tapering spostato nel 2014 e non implementato prima che Bernanke lasci il timone della Fed (attualmente, questa è la nostra aspettativa, chi ci legge lo sa da tempo).

What about the USD?

Questa la domanda arrivata ieri sera da un amico londinese posizionato corto su EurUsd dopo che venerdì scorso il mercato aveva chiuso sotto 1.3875 (il risk reward per vendere l’euro era ottimo e tutti i livelli di analisi tecnica che utilizziamo, abbiamo avuto modo di vederli negli scorsi giorni, suggerivano delle vendite, a partire dai livelli statici di resistenza, per passare a quelli dinamici che individuavano la vicinanza alla parte alta del canale rialzista formatosi con lo stocastico in zona di ipercomprato mentre i prezzi si muovevano in questo canale, con la media a 21 giornaliera che avrebbe potuto rappresentare un buon livello di target). Il atto che lo Speculative Sentiment Index fosse sbilanciato fortemente sul lato short di mercato ci ha fatto propendere per degli stop e reverse sopra i massimi in quanto una partenza dell’euro avrebbe potuto colpire molti stop e avrebbe potuto far realizzare un movimento violento verso 1.3900 ed oltre, cosa che gradualmente non possiamo ancora escludere, seppur molti trader retail siano andati a prendere profitto sulla discesa di ieri sera (attualmente, nel momento in cui scriviamo, lo sbilancio è pari a -3.3958 – il che significa che da 82% di trader long siamo passati al 77%). Anche qui si tratta a nostro parere di prese di profitto ed il movimento correttivo è correlato alle prese di profitto sulle borse americane. Un’ultima nota sulla RBNZ, per dovere di cronaca, dove i tassi sono stati mantenuti al 2.5% e non si esclude la possibilità di procedere con un aumento dei tassi durante il 2014 a causa dell’alta inflazione che sta colpendo il mercato immobiliare.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: ottima tenuta delle resistenze individuate sull’euro, con i prezzi che hanno tentato di approfondire verso 1.3650 dopo il superamento di 1.3725, fermandosi per il momento a 1.3685. Il mancato superamento di 1.3785 ieri non ha creato situazioni di pericolo (andare long) ed ora curiamo potenziali rimbalzi sull’area che passa tra 1.3725 e 1.3740 per pensare ad acquisti di dollaro, sui quali difenderci nel momento in cui le quotazioni dovessero tornare sopra 1.3760. Per valutare possibilità di acquisti di euro però preferiamo attendere il superamento di area 1.3785, ieri ha tenuto molto bene, è sentita dal mercato. Un approfondimento sotto 1.36 ¾ potrebbe portare al target definito anche su time frame daily (http://htl.li/qjiZk).

USD/JPY: tenuta della media a 21 oraria e dei punti statici individuati in area 98.10 con la rottura a rialzo di di 98.35 che ha portato al raggiungimento di area 98.50 (sfiorato il 70). Siamo ora in correzione con i percentili di volatilità passati dal 3% all’11% e con la possibilità di curare l’area di 98.00/10 come potenziale livello di supporto, individuabile su un grafico a 4 ore, per valutare potenziali riprese del dollaro, anche se il risk reward offerto dal papà dei cross yen, come da qualche giorno a questa parte, non è ottimale.

EUR/JPY: mercato che ha tentato estensioni verso i massimi come ipotizzato sui quali si è formata effettivamente una divergenza ribassista oraria che ha riportato i prezzi verso quel 134.50, non ancora raggiunto per la verità dopo che i prezzi hanno rotto a ribasso area 134.75. Siamo all’interno di un bel canale rialzista ben visibile su un grafico orario ed il fatto che i prezzi siano sulla parte bassa del canale, vicino a quel 134.50 visto ieri, con lo stocastico che sta entrando in zona di ipervenduto, fornisce buone opportunità dal punto di vista del R/R per pensare ad acquisti di moneta unica, considerando che una discesa sotto area 134.25 potrebbe portare a buone rivalutazioni di yen.

GBP/USD: ottimo il mancato superamento di area 1.6090 che ha riportato i prezzi verso 1.6000, senza tuttavia raggiungere il potenziale target ipotizzato in area 1.59 ¾ (il cui raggiungimento non è ancora da escludere). Ci troviamo sotto la media a 21 oraria, che insieme a 1.6055 potrebbe rappresentare una buona resistenza per acquistare il dollaro americano. Attenzione ad impostare operazioni long prima che venga superata l’area di 1.6090 vista ieri, anche questa è stata particolarmente sentita dal mercato. Un approfondimento sotto 1.6000 potrebbe portare verso 1.59 ¾, che se superato di una quindicina di punti potrebbe portare ad approfondimenti verso 1.5935.

AUD/USD: buono il quadro tecnico visto ieri sull’australiano, che dopo aver tenuto le resistenze e non aver superato il livello di 0.9530 ha raggiunto i minimi precedenti, ipotizzati come livelli di target. Siamo ora in una fase di distribuzione che possiamo considerare come laterale, con il mercato che potrebbe essere venduto sulle resistenze passanti tra i prezzi attuali a 0.9015, considerando sempre l’area passante intorno a 0.9530 come potenziale trigger oltre il quale valutare acquisti di dollaro, australiano però, non americano. I minimi della notte potrebbero rappresentare un buon target ed in caso di superamento di 0.9430 è possibile attendersi estensioni verso la figura.

Ger30 (Dax): la trendline che congiunge i minimi crescenti a partire dalla metà di ottobre è stata ieri violata al ribasso ed estremamente preciso è stato l’approdo sul supporto statico a 8.985. Su un grafico a 4 ore ciò rappresenta anche il punto di transito della media mobile a 21 periodi la quale, come di consueto, si contrappone all’oscillatore stocastico che dopo numerosi tentativi è finalmente andato in divergenza regolare ribassista. E’ lecito, sfruttando un Risk/Reward ottimale, pensare ad acquisti per riprese al rialzo di 9.030 e 9.070 in estensione. Conferme di cedimento sotto il sopracitato livello ci indurrebbero a short di breve a 8.950, su cui valutare nuovi long e stop e reverse per cedimenti più profondi verso area 8.880.

XAU/USD (oro): oro confuso e vicino a potenziali livelli di supporto passanti a 1,325.00 ed individuabili su un grafico a 4 ore. Curiamo la possibilità di frenate su questi livelli, considerando che discese sotto 20 potrebbero favorire flussi di vendita che potrebbero accompagnare i prezzi verso 1,305.00.

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