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Morning adviser, ritornano i payrolls

Pubblicato 22.10.2013, 09:02
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Davide Marone, 22 ottobre 2013

INTRO

Ebbene ci troviamo ad attendere il market mover di tutti i market mover a fine mese e per giunta di martedì. In questi anni che, ahinoi, ricorderemo nitidamente per tutti gli eventi eccezionali succedutisi da un punto di vista economico e finanziario, aggiungiamo in palmares anche i Non Farm Payrolls di fine mese.

Le aspettative

Come noto, la mancata approvazione del bilancio federale ha portato circa tre settimane fa alla paralisi dell’attività amministrativa con molti uffici pubblici, tra cui il Labour Department of Statistics, che sono rimasti chiusi e che dunque, nella fattispecie, non ha potuto diffondere i dati sul lavoro negli Stati Uniti. Pubblicazione che quindi avverrà alle nostre ore 14,30, come di consueto, e che vede aspettative per nuovi posti di lavoro creati nei settori non agricolo attestarsi a 180mila, con il dato precedente che invece era stato di 169mila unità. Il tasso di disoccupazione atteso è invece al 7,3%, esattamente come la precedente rilevazione. Questi dati rivestono un’importanza fondamentale – nel nostro caso per la volatilità che portano sui prezzi degli strumenti finanziari – non solo perché indicatori di una grandezza economica di riferimento dell’economia più grande del mondo, ma perché ormai da qualche tempo ad essi sono legate le aspettative circa le future manovre della Federal Reserve dal punto di vista dell’ormai famigerato Quantitative Easing 3, che vede attualmente la Banca Centrale Usa iniettare 85 miliardi di dollari nel sistema per acquisti ripartiti in 45 miliardi di titoli di stato e 40 miliardi in Mortgage Backed Securities, titoli legati a mutui ipotecari. E’ noto infatti come esplicitamente Ben Bernanke abbia legato la riduzione del programma di acquisti a precisi target dal punto di vista occupazionale, sia in materia di quello che viene definito “tapering”, sia sulla forward guidance, la politica attesa cioè sui tassi di interesse. In quest’accezione la reazione dei prezzi sarà sovrastimata perché questa variabile peserà inevitabilmente all’uscita dei dati, più che se essi riflettessero esclusivamente la condizione occupazionale dell’economia a stelle e strisce. Anche se, e questo va detto con estrema franchezza, l’ipotesi concreta di un alleggerimento dei piani di acquisti imminente risulta abbastanza lontana dalla realtà e forse, in maniera un po’ maligna, questa falsa aspettativa è ciò che realmente auspicavano di ottenere e probabilmente l’idea del tapering è sempre stata distante dall’essere messa in pratica. La recente crisi di politica fiscale dell’America lo ha dimostrato, così come la nomina della “supercolomba” Yellen a capo della Fed.

Gli elementi di analisi

Il contesto all’interno del quale arrivano le pubblicazioni è evidentemente particolare. Da un punto di vista macro, perché arriva dopo eventi piuttosto drammatici della vita pubblica americana come lo shutdown e il pericolo di default del debito (mai però veramente prezzato dal mercato), e dal punto di vista tecnico, se si considera che la volatilità del mercato resta piuttosto ridotta e che quindi i possibili movimenti di prezzo potranno essere ancora più violenti. La reazione che ci aspettiamo è tanto più quella che vedrà acquisti generalizzati di dollaro americano a fronte di dati “veramente” positivi, ribassi per il sensibile oro e Borse, che nonostante tutto, potrebbero tentare nuovi massimi per poi andare a ritracciare nei giorni prossimi. Quando utilizziamo il termine “veramente” ci riferiamo ad un quadro generale delle release che sia positivo non solo nella forma ma nella sostanza, Ci spieghiamo: per quanto l’attenzione degli operatori (istituzionali con tanto di HFT) sia rivolta a NFP e Tasso di Disoccupazione, il report pubblicato dal LBS è ben più ampio e dettagliato e tiene conto di elementi quali il salario orario medio, la media di ore settimanali e soprattutto la distribuzione dei posti di lavoro creati a livello settoriale. E’ il complesso di questi elementi che determina infatti la portata dei movimenti derivanti dalla release dei dati; sono stati emblematici quei casi in cui il tasso di disoccupazione è sceso a fronte di pochi posti di lavoro creati, scenario nel quale è evidentemente lo scarso tasso di partecipazione (lo scorso era ai minimi dal 1978) a prevalere. Così come se si procede ad un’analisi dei settori che generano nuova occupazione si palesa come nei recenti incrementi positivi ciò sia dipeso da nuovi impieghi in settori caratterizzati da stagionalità, scarsa produttività e tasso di specializzazione molto ridotto. Evidentemente ciò risulta difficile da mettere in pratica a livello operativo, nel momento in cui resta piuttosto complicato se non inverosimile pensare di poter analizzare così tante sfaccettature in pochi minuti. Può però essere d’aiuto, al di là della volatilità dei primissimi minuti post-release che dipende in gran parte dagli NFP, procedere ad una breve revisione della pubblicazione per stimare approfondimenti o sgonfiamenti dei movimenti in atto e rotture più o meno importanti di livelli tecnici di attenzione. Un dato in chiaroscuro comunque potrebbe portare all’appesantimento delle posizioni corte di dollaro, acuire il rialzo delle commodities, tenere gli indici azionari sostenuti così come il prezzo degli obbligazionari. Effetto amplificato di questo quadro, naturalmente, in caso di dati negativi.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: dopo l’estenuante lateralità di ieri, si sono apprezzati movimenti di leggero ribasso nella notte non comunque in grado di riprendere i minimi sui tentativi di rottura di ieri in area 1,3650. Quest’ultimo dunque il riferimento intraday, sostenuto dalla media mobile esponenziale a 21 periodi sul 4 ore il cui appiattimento ben descrive la fase di accumulazione e sulla quale potrebbe scaricarsi definitivamente l’oscillatore stocastico. Prima dei dati varrà la pena considerare questo punto tecnico come supporto e l’1,3685 come resistenza, per poi attendersi strappi al rialzo per l’1,3715 e rotture in grado di spingere fino all’area di 1,3790/1,38. Sulla grande volatilità, in senso ribassista, è lecito aspettarsi il ritorno in area 1,36 con possibili approfondimenti fino a 1,3565.

USD/JPY: discreta la risalita del cambio che in maniera molto tecnica si è arrestata in area 98,30. Da qui è possibile assistere a tentativi di caccia de l livello successivo in area 98,50 da cui verosimilmente attendersi dei ritracciamenti suffragati dal possibile sviluppo di una divergenza regolare ribassista tra prezzo e oscillatore stocastico sul grafico orario per la ripresa di area 98. L’area di resistenza per grossi allunghi rialzisti resta intorno a 99, mentre restano 97,60 e 97,15 i riferimenti al ribasso.

EUR/JPY: regolare dunque il percorso rialzista del cross, che potrebbe tentare estensioni fino a 134,50 per poi poter ritracciare sulla divergenza prezzo-stocastico su 4 ore a favore di 134,20 e 134 in primis. Trattandosi di verosimili flussi a favore o contro dollaro americano, quest’oggi il cross potrebbe essere volatile ma non direzionale e occorrerà porre attenzione a quest’aspetto. Vi sarà dunque la possibilità di assistere a movimenti possibili verso i massimi a 135 per successivi storni, così come al ribasso verso l’area di 133,50.

GBP/USD: il 4 ore del cambio vede il prezzo perfettamente appoggiato sulla media mobile a 21 periodi nonché sul supporto statico a 1,6130. La correzione ribassista potrebbe proprio su questi punti essersi esaurita a favore della ripresa di 1,6150 e 1,6175. Sugli incrementi di volatilità è del tutto lecito un ritorno sui massimi a 1,6225 in senso bullish, e l’affondo verso le confluenze statiche e dinamiche a 1,6070 prima e 1,6015 poi, in senso bearish.

AUD/USD: ancora molto sostenuto il dollaro australiano, appiattitosi sul livello di 0,9680. Strappi al rialzo, pure verosimili in mattinata, farebbero intravedere area 0,9720, dopo l’ottimo appoggio sul supporto a 0,9645. Sotto questo punto ci si può invece girare per la ripresa di area 0,9615. 0,9775 e 0,9660 i punti lontani ma raggiungibili sulle release.

XAU/USD: oro in forte congestione che sembra ben prepararsi a potenti strappi durante la pubblicazione dei dati di questo pomeriggio. L’area di 1,310 è quella di riferimento come supporto e sulla quale ancora convengono acquisti di gold, dal punto di vista del RR. 1.318 e 1.323 i primi riferimenti, seguiti naturalmente da 1.330. Possibile enorme volatilità anche sul metallo giallo per break rialzisti in grado di riprendere area 1.345 e 1.356. Crolli a 1.290 assolutamente verosimili su uno scenario di rafforzamento di dollaro.

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