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Morning adviser, si chiama avversione al rischio

Pubblicato 16.04.2013, 08:23

Ieri mattina, mentre ragionavamo sui movimenti importanti che si sono verificati soprattutto sul fronte materie prime, con l’oro che scambiava intorno a quota 1,450.00 dollari/oncia, pensavamo a potenziali target in caso di rottura ribassista dei minimi fatti segnare nella notte e mentre scrivevamo il livello di 1,300.00 ci sembrava di essere all’interno di un film di fanta finanza.

Il livello fornito però, è stato figlio dell’altissima volatilità e della concentrazione dei flussi di istituzionali partiti settimana scorsa, e non si è rivelato poi così lontano dall’essere raggiunto.

Siamo arrivati a vedere le quotazioni battere 1,321.59/1,322.14 prima di partire con una lieve correzione che ha interessato la maggior parte degli strumenti finanziari, che si trovano tutt’ora non ancora fuori da pericoli di assistere a nuovi approfondimenti, che valuteremo soltanto al superamento dei minimi fatti segnare dal mercato ma che, dal punto di vista empirico, possono ancora palesarsi.

Ci troviamo di fronte ad una situazione di avversione al rischio che non vedevamo da tempo, con il dollaro acquistato contro tutto e con lo yen giapponese in forte recupero sia contro dollaro che contro euro, il che ci conferma come si stia procedendo (neanche troppo gradualmente, anzi, diremmo proprio il contrario) a deleveraging coordinati di portafoglio, soprattutto da parte degli investitori istituzionali, che sono andati a vendere rischio andando a smontare posizioni che vedevano lo yen venduto a fronte di acquisti di attività potenzialmente più remunerative.

La forte discesa vissuta anche sul fronte degli azionari americani ci conferma questo momento di alleggerimento delle posizioni, in attesa di capire cosa il G20 che comincerà il prossimo giovedì vorrà comunicare al mondo, soprattutto sul fronte valutario dato il più che mai attuale tema della guerra valutaria, di cui discuteremo approfonditamente durante la big conference che FXCM terrà proprio giovedì 18 aprile 2013 a Milano (qui tutte le informazioni).


Gold
Iniziano infatti a circolare rumor secondo i quali diversi membri che parteciperanno al meeting potrebbero puntare il dito sui nuovi target macroeconomici che la BoJ è andata a porsi in quanto, il perseguimento di essi potrebbe portare effettivamente a discese strutturali del valore dello yen, andando così a permettere lo sfruttamento di competitività internazionale al Paese del sol levante, il che potrebbe in qualche modo mettere sotto pressione i già deboli tentativi di ripresa che si stanno vedendo soprattutto sul fronte americano.

Siamo dunque pronti a considerare eventuali posizionamenti lunghi per tornare a cavalcare il rischio o ci troviamo di fronte a cambiamenti di medio periodo per quanto riguarda i trend principali che abbiamo seguito fin’ora?

Non crediamo che sia giunto il momento per andare ad acquistare massicciamente rischio, anche se il ridimensionamento dei prezzi di talune attività finanziarie è stato significativo, ricordiamoci sempre che il trend è nostro amico e dobbiamo cercare di evitare di rimanere ingessati in posizioni che potrebbero girarsi contro di noi da un momento all’altro.

Per assistere a movimenti importanti verso l’alto gli istituzionali devono entrare lunghi sulla maggior parte dei fronti, ma osservando gli sbilanci presenti tra i trader retail, che spesso e volentieri si posizionano contro mercato, questa eventualità sembra scongiurata.

Anche sul fronte valutario abbiamo assistito a movimenti concertati sul dollaro americano, come accennato in apertura, ma essi sono stati in grado di palesarsi soprattutto sul fronte commodities, mostrando delle discese importanti sia sul dollaro australiano (parlando in termini percentuali la più grande discesa da novembre 2011) che sul dollaro neozelandese, che a differenza delle materie prime non hanno però rotto e superato i supporti di medio periodo, lasciando spazio a tentativi di correzione più plausibili.

EUR/USD
Dal punto di vista tecnico, l’euro, che si trovava in congestione tra 1.3040 e 1.3150 ha tentato delle rotture sia rialziste che ribassiste, non producendo però forti aumenti di volatilità in grado di raggiungere i più importanti livelli contemplati. Il tentativo di rottura rialzista di 1.3100, che avrebbe potuto portare verso 1.3150 si è fermato a pochi punti sopra il primo livello considerato, dopodiché abbiamo assistito a tentativi di rottura ribassisti, sviluppatisi meglio (siamo arrivati intorno a 1.30 ¼, ma non sufficienti a raggiungere i punti precedenti intorno a 1.3000. Ci troviamo ora di fronte ad un mercato laterale, all’interno di un canale lievemente ribassista che ci restituisce 1.3010 come eventuale punto di supporto dinamico (parte bassa del canale tracciato su un grafico orario) e 1.3100 come potenziale livello di resistenza, sempre dinamico. Possibilità di lavorare in pull back di questi livelli impostando ordini di stop al di fuori di essi. Per quanto riguarda eventuali aumenti di volatilità in caso di tentativi di rottura è difficile andare ad individuare i livelli intorno ai quali sono posizionati gli ordini dei trader, per cui non contempliamo un’operatività di reverse a meno che non si superino 1.3000 o 1.3130, con i 20/25 punti successivi su entrambi i lati che potrebbero comunque contenere le quotazioni (punti precedenti importanti nel breve periodo).

USD/JPY
Buona tenuta dei livelli dinamici pensati ieri mattina sul UsdJpy. La media mobile a 21 periodi oraria ha tenuto molto bene ed il fatto che i prezzi non si siano riportati verso quel 98.75 che ha permesso la discesa nel momento in cui superato, ha aiutato la correzione che ha approfondito ben oltre i target di 97.10 proposti. Durante la notte infatti abbiamo assistito al raggiungimento di area 96.00 prima di assistere ad un recupero che per ora sembra essersi fermato nei dintorni della media a 21 oraria e su punti precedenti che hanno funzionato da supporto statico, prima di lasciare strada alla rivalutazione di breve dello yen. Possibile sfruttare questi livelli per pensare a nuovi acquisti di yen, tenendo conto che ci potremmo trovare di fronte a tre scenari valutativi. Il primo vede una discesa diretta dei prezzi oltre i punti di minimo dopo i pull back delle resistenze, il che potrebbero portare a tentativi di raggiungimento di dell’area di 95 ¼. Il secondo vede invece il tentativo di formazione di nuovi minimi, che se non dovesse riuscire e dovesse mostrare minimi superiori dei precedenti, potrebbe essere propedeutico a tentativi di recupero da valutare in rottura della EMA21 e sul superamento di 97.75, con potenziali target intorno a 98.30 (massimi precedenti e media a 100 oraria. Il terzo invece, vede rotture rialziste dirette, da valutare sempre sopre 97 ¾, Con potenziali aumenti di volatilità verso 98.70.

EUR/JPY
Situazione tecnica simile a quella del papà UsdJpy per il cross EurJpy, che è andato a fermarsi sui primi livelli statici di riferimento (parliamo sempre di un grafico orario). Anche in questo casi le resistenze hanno funzionato molto bene, ma i livelli di target raggiunti sono stati di ben due figure inferiori rispetto a quanto ipotizzato, a causa della forte volatilità vista sul cambio principale UsdJpy. Anche qui gli scenari potenziali possono essere molteplici, con i livelli da curare che passano per 125.00 (prima di assistere a nuovi minimi) e per 128.65, livello che se superato può portare ad accelerazioni verso 129.25 e 129.75 in caso di superamento di quest’ultimo. Buone possibilità di sfruttare le resistenze dinamiche (media a 21 oraria) per pensare a posizionamenti lunghi di yen con stop e reverse sopra i punti indicati.

GBP/USD
L’area di resistenza passante a 1.5350 individuata ieri e data da livelli che nel recente passato sono stati in grado di contenere i tentativi di recupero del pound ha funzionato bene e anche i supporti si sono fatti sentire, con rotture non avvenute nei dintorni di 1.5280. Come sull’euro siamo incanalati a ribasso con i prezzi che nel momento in cui scriviamo stanno sentendo le resistenze dinamiche date dalla parte alta del canale, tracciato su un grafico orario escludendo il massimo fatto segnare durante la notte di apertura dei mercati. Dovessero queste resistenze tenere (area estendibile fino a 1.5330, dove passa la media a 100), potremmo aspettarci tentativi di discesa dapprima verso i minimi di ieri, che se superati possono spingersi vero 1.5240, area dove è possibile valutare acquisti di pound con stop e reverse sotto 30 per accelerazioni potenziali fino a 1.52 figura. In caso di superamento dell’area tra 1.5300 e 1.5330 è possibile attendersi aumenti di volatilità che possono raggiungere, in caso di superamento di 1.5345, 1.5380 ed eventualmente 1.5400 in estensione.

AUD/USD
Dopo i tentativi di rottura ribassista della congestione creatasi durante la notte tra 1.0415 e 1.0475 che si sono visti ieri, l’area di supporto di breve rotta ha funzionato da resistenza ed è stata propedeutica alla partenza di un movimento di discesa in grado di raggiungere 1.03 figura. I prezzi si trovano ora, come tutte quelle attività finanziarie che sono state vendute in base all’avversione al rischio creatasi, sulla media mobile a 21 periodi che restituisce un buon livello per valutare acquisti di dollaro americano, che potrebbero portare i prezzi verso i minimi di ieri sera in caso di superamento ribassista di 1.0340. Per assistere a riprese, che non dovrebbero essere considerate come definitive fino al superamento di 1.0450, possiamo valutare dapprima l’area che passa intorno a 1.0385, con potenziali raggiungimenti di 1.0425 ed in estensione di 1.0450, livello dove passa la media mobile a 100 periodi oraria).

Matteo Paganini
Senior DailyFX Analyst



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