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Morning adviser, Yellen sugli scudi

Pubblicato 11.02.2014, 09:08
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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Davide Marone, 11 febbraio 2014

INTRO

Come ci aspettavamo, la giornata di ieri si è rivelata avari di spunti macroeconomici e tecnici ed era più lecito attenderselo dopo l’alta volatilità successiva alla prima settimana del mese caratterizzata da banche centrali e dati sul lavoro negli Stati Uniti.

Yellen all’esordio

Ebbene il nuovo Chairman della Federal Reserve Janet Yellen parlerà quest’oggi (16 ore italiane) davanti alla commissione servizi finanziari della Camera per il rapporto semestrale sulla politica  monetaria. Cosa ci si potrà aspettare dal suo discorso “d’insediamento”? L’aspettativa condivisa dalla maggioranza degli osservatori ed analisti economici ai quali noi tendenzialmente questa volta ci uniformiamo, è che la Yellen continuerà a mantenersi dovish, o accomodante che dir si voglia, sui prossimi step che l’istituto centrale di Washington intenderà intraprendere. Come ampiamente analizzato nel Morning Adviser di ieri, i dati di venerdì circa il mercato del lavoro negli Stati Uniti sono stati in chiaroscuro, con qualche presupposto positivo e dunque anche diversi aspetti deludenti ed è ben noto come la policy della Fed sia direttamente interconnessa alle dinamiche del fronte occupazionale. E’ per questo motivo che quelle che sono le attese circa ulteriori riduzioni del Quantitative Easing 3, riduzioni per ora estrinsecatesi per un ammontare di 10 miliardi al mese, si sono raffreddate e perciò il Governatore potrebbe precisare quanto effettivamente il cosiddetto “tapering” sia legato al benchmark del tasso di disoccupazione. L’ultima release ci ha mostrato infatti un dato al 6,6%, appena superiore a quel famoso 6,5% ritenuto fondamentale per dismissioni totali dalle misure eccezionali di iniezione di liquidità del sistema. Ancora ieri, ponevamo questa provocazione quando ci chiedevamo se dunque non fossimo davvero ad un passo, se non da un’apocalisse, ma quanto meno da un enorme scossone dei mercati finanziari in seguito all’interruzione della droga da cui questi ultimi sono dipesi negli ultimi anni. Scontando concretamente quest’aspettativa, difficilmente la reazione di venerdì scorso da parte dei mercati stessi sarebbe stata volta ad un dollaro nuovamente indebolito e Borse di nuovo prepotentemente risalite. Uno scenario verosimile, e lo ribadiamo, potrebbe essere quello per il quale Janet Yellen potrebbe ridefinire o chiarire, che dir si voglia, i parametri che legano tapering e disoccupazione; inoltre verosimilmente andrà a puntualizzare circa quella che è la differenza tra tapering e tightening, intendendo con questa seconda espressione il fatto che gli acquisti di titoli di stato e MBS potranno sì continuare a ridursi ma sempre nell’ottica di un  mantenimento dei tassi a zero ancora per lungo tempo. Aspettiamoci dunque, vista la grande attesa, possibile volatilità sullo speech del Chairman con focus, ed è banale specificarlo, su Borse e dollaro americano.

Oggi in brevissimo

La chiusura dei mercati in Giappone non ha impedito discreti movimenti nella notte che, come vedremo a breve, hanno premiato il dollaro australiano sul buon dato sull’Indice dei Prezzi delle Abitazioni su base trimestrale (3,4% vs 2,4% precedente). Purtroppo però le release macro si fermano qui in quanto sul fronte europeo, è la cosa è quasi stupefacente per rarità, non vi è prevista alcuna pubblicazione. Ciò verosimilmente manterrà la volatilità molto ridotta, che comunque non sottrae interesse alle situazioni tecniche di Eurodollaro, cable e UsdJpy su tutti. Da seguire anche una possibile buona partenza dei listini azionari europei, dopo le ottime risalite di quelli americani, così come i nuovi massimi su oro e petrolio.    

QUADRO TECNICO                        

EUR/USD: la divergenza rialzista regolare sul grafico giornaliero continua a ben svilupparsi, con la price action che sta tentando rotture al rialzo del canale ribassista partito dai massimi di fine 2013. La resistenza dinamica passante infatti per 1,3640, è stata superata aprendo breccia verso quella che è l’area di resistenza che stiamo continuando a monitorare tra 1,37 e 1,3730.Il grafico a 4 ore è significativo per il posizionamento delle medie mobili, con la presenza di crossover di segno rialzista oltre che la costruzione di un forte supporto proprio in area 1,3630/40. Nel breve i ritracciamenti potrebbero riguardare però solo l’1,3650 per le salite verso 1,37. 1,36 la soglia cruciale prima di discese significative verso 1,3545.

USD/JPY: ribadiamo che sul grafico giornaliero sono andate ben sviluppandosi le figure rialziste palesatesi qualche giorno fa sui cruciali supporto a 100,75 e preciso è stato ieri il  test dell’area della media mobile esponenziale a 21 periodi a 102,70. La figura di riferimento resta il canale rialzista tracciato proprio dai minimi, che individuala confluenza grafica di supporto a 102,00/10, con il passaggio della stessa media 21 su grafico a 4 ore. È infatti buono in quest’area il rapporto rischio/rendimento in caso di acquisto per prime aree di target sul sopracitato 103,70. 103,40 la successiva area di resistenza di riferimento. Short con possibilità di molta strada sono implementabili invece in rottura di 101,80 verso 101,35.

EUR/JPY: discorso molto simile a quello appena fatto per uno dei padri del cambio. Il daily ha mostrato precisi segnali rialzisti e l’area di interesse è quella, oramai imminente, di confluenza grafica tra livelli statici, dinamici e media mobile esponenziale a 21 periodi a 139,75. La figura di riferimento resta in questo caso l’ampio canale ribassista tracciato a partire dai massimi di fine 2013. La rottura dell’area appena descritta potrebbe essere foriera di buoni movimenti al rialzo in grado di violare area 141 verso i livelli di 141,85. I ritracciamenti sono da ritenere ancora propedeutici per acquisti fino all’area di 138,90, sotto il quale vale la pena valutare vendite verso 138,40 e 138.

GBP/USD: in un’originale correlazione positiva con UsdJpy, il cable ci mostra un grafico giornaliero molto simile proprio a quest’ultimo. Ottima la tenuta dei supporti a 1,6250 per le prime aree di resistenza e il test media 21 daily a 1,6420. La figura di riferimento è ora il canale rialzista partito dalle aree di minimo appunto con concrete possibilità di superamento di area 1,6420 verso 1,6455. Le medie mobili sul grafico orario appaiono molto significative in questo senso e non vanno escluse estensioni verso area 1,6490. Primi e aggressivi short sono implementabili sotto 1,6385 per target e stop in pari a 1,6345 e focus a 1,6310.

AUD/USD: buona dunque la risalita di questa notte che è andata, almeno nel breve, a smorzare i segni di debolezza rispetto al pur buono percorso rialzista messo a segno dal cambio dai minimi a 0,8670. Ci siamo infatti portati sopra l’area di 0,90 per quello che potrebbe essere un decisivo allungo a 0,9085. Il primo supporto è qui presente in area 0,8955 e rafforzato da 0,8920, il che rende l’operatività short difficile e comunque legata al brevissimo.

Ger30 (Dax): ribadiamo il quadro generale dicendo come similarmente a UsdJpy con cui è ben nota una correlazione e al GbpUsd (molto meno), il Dax dopo i minimi a 9.075 punti ha ben ripreso proprio verso le resistenze a 9.350 qualche punto sotto la ricorrente e precisa media mobile a 21 periodi del grafico giornaliero. Ci troviamo ora all’interno di un preciso canale ed indicativo canale rialzista che ieri è stato ottimamente suffragato dagli ottimi livelli statici, 9.285 su tutti come punto di supporto al prezzo. Pronti a rotture sopra 9.350 punti per area 9.430. La tenuta di 9.350 ci può invece permettere anche degli short ragionevoli proprio verso 9.285 che, se rotto, condurrebbe a discese degne di nota verso 9.220.

XAU/USD (Oro): ribadiamo la difficoltà operatività dell’oro, che ha comunque ieri mostrato meno nervosismo nella sua price action rispetto alle più recenti sessioni.  Il prezzo è ancora ben inserito all’interno di un buon canale rialzista dai minimi di inizio anno con l’ottima media mobile a 21 periodi sul grafico a 4 ore a suffragare il livello dinamico di supporto e la prima spinta direzionale. Resta dunque fondamentale l’area di 1.285 e ancora di più quella di 1.296 che appare ora verosimile. Oltrepassata quella infatti si tornerebbe sulla soglia di 1.310 dollari l’oncia. Da seguire nel breve la divergenza regolare ribassista oraria verso 1.279 in primis e 1.273 in estensione.

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