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Questo articolo è stato scritto in esclusiva per Investing.com
Un territorio inesplorato per le cripto
L’inflazione ha cominciato ad aumentare nella seconda metà del 2020 per poi esplodere nel 2021. Le maggiori criptovalute hanno raggiunto picchi record il 10 novembre 2021, quando l’inflazione è salita e la politica monetaria è rimasta indietro.
Fonte: Barchart
Il grafico mostra che il Bitcoin ha raggiunto il picco di 68.906,48 dollari il 10 novembre 2021.
Fonte: Barchart
Ethereum ha raggiunto un massimo storico di 4.865,426 dollari lo stesso giorno. Le principali cripto sono poi scese, raggiungendo i più recenti minimi il 24 gennaio 2022.
Ieri, la Fed ha alzato i tassi di interesse di 50 punti base ed ha annunciato la riduzione del suo bilancio. Mentre la Fed cerca di affrontare l’inflazione, le cripto restano più vicine ai minimi del 24 gennaio che ai massimi del 10 novembre 2021.
Finora tutto bene… o forse no
Finora, le cripto non sono state quel barometro dell’inflazione in cui molti speravano, ma stanno rispondendo ad un contesto di tassi di interesse in aumento con i prezzi che restano sottotono rispetto ai massimi di metà novembre 2021.
Creare una curva forward è cruciale
Le criptovalute restano una fiorente classe di asset che si sta aprendo la strada nel mainstream, ma non hanno ancora la liquidità dei mercati di titoli, bond, valute tradizionali o materie prime. Inoltre, in molti rifiutano di riconoscere il loro valore, l’utilità o il ruolo come asset.
Lo scorso weekend, in occasione dell’annuale festa della Berkshire Hathaway (NYSE:BRKa) ad Omaha, Nebraska, l’oracolo della compagnia nonché famosissimo investitore Warren Buffett ha detto:
“Se mi diceste di possedere tutti i Bitcoin del mondo e me li offriste per 25 dollari non me li prenderei, perché non saprei che farci. Dovrei rivenderveli in un modo o nell’altro. Non mi serviranno a niente”.
Buffett non crede che il Bitcoin o le altre più di 19.200 criptovalute siano “asset produttivi”. Il suo socio, Charlie Munger, ha affermato che il Bitcoin “è stupido, perché è probabile che arrivi a zero, ed è un male perché mina il sistema della Federal Reserve”.
La tensione tra sostenitori e detrattori sembra destinata a continuare. Uno degli obiettivi cruciali per la crescita delle criptovalute è stabilire una curva forward liquida e trasparente per fissare i valori futuri.
Un’arma regolatoria
I regolatori USA non supportano un’attività di prestiti per le criptovalute, il fattore cruciale che crea valore futuro. Sebbene il CME abbia introdotto mini-opzioni di future Bitcoin ed Ethereum, la curva forward resta illiquida, restringendo la crescita della classe di asset.
La morale della favola è che l’ostacolo dei regolatori davanti ad una curva forward è la linea del fronte nella guerra tra interessi finanziari tradizionali e l’evoluzione della rivoluzione fintech, nonché arma dei regolatori per la distruzione delle cripto.
Aspettatevi volatilità perché non ci sono precedenti storici
Sebbene l’aumento dell’inflazione ed i tassi di interesse più alti possano avere un impatto sui valori delle criptovalute, non ci sono dati storici. La classe di asset ha solo una decina d’anni d’età e non ha vissuto cicli economici. Inoltre, il trading e l’investimento sulle cripto sono avvenuti solo negli ultimi cinque anni, da quando il CME ha introdotto i future Bitcoin, aumentando la liquidità del mercato. Una curva forward incrementerebbe di gran lungo la liquidità, ma la guerra tra detrattori e sostenitori probabilmente continuerà ad ostacolare il passaggio ad asset mainstream.
Le cripto restano prodotti finanziari altamente speculativi col potenziale di utilità pervasiva che minaccia lo status quo. Gli istituti finanziari tradizionali ed i governi continueranno a mettere degli ostacoli, mentre cripto-sostenitori e speculatori troveranno modi per aggirarli. Aspettatevi parecchia variazione di prezzo sul mercato che segna precedenti storici di giorno in giorno ma ne ha pochi per permettere di ragionare sui movimenti di prezzo. La giuria deve ancora esprimersi sull’impatto dell’aumento dei tassi USA sulla classe di asset e ci vorranno mesi, se non anni, per stabilire dei pattern che potrebbero creare correlazioni.
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