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La major più importante di tutto il panorama valutario, inizia la nuova ottava con una movimentazione all’interno di un range di prezzi ristretto, seppure al momento sembra che sia rivolta alla rottura del livello psicologico a 1,1900, già testato durante la seduta di venerdì.
La movimentazione ribassista in ottica intraday è dovuta principalmente alla forza del dollaro americano, infatti da come si evince dall’analisi del future del Indice del Dollaro, il green back continua a conservare una buona intonazione bullish dopo aver toccato venerdì il massimo da quattro mesi subito dopo i dati sul mercato del lavoro.
Anche i fondamentali sono a favore di una maggiore forza del dollaro americano nei confronti dell’euro, ed in particolare i dati occupazionali di aprile, pubblicati venerdì scorso, sono risultati leggermente inferiori alle attese per quel che riguarda i nuovi posti e i salari medi orari, guardati come segnale di eventuali pressioni inflazionistiche; ma nel complesso non hanno alterato la percezione generale di un'economia in rafforzamento, anche perché il tasso di disoccupazione ha segnato un nuovo minimo da 17 anni e mezzo al 3,9%.
Mentre sul fronte europeo, gli indicatori macro economici hanno indicato chiaramente un raffreddamento della crescita rispetto ai forti tassi del 2017, allentando le previsioni più aggressive sul ritiro dello stimolo monetario da parte della Bce.
Sempre dal punto di vista macro economico, durante la settimana non sono previste news degne di nota le quali potrebbero minare la fase ribassista in atto sulla major, l’unico intoppo che potrebbe subire il dollaro americano durante la settimana, è l’inasprirsi delle tensioni commerciali tra la Cina e gli stessi Stati Uniti, soprattutto a seguito della richiesta da parte della delegazione americana giunta a Pechino nel fine settimana scorso, di un taglio pari a 200 miliardi di dollari al deficit commerciale Cina USA entro la fine del 2020, proposta definita dai funzionari cinesi come “iniqua”.