La terza chiusura consecutiva sopra i 1.860 dollari segnala che i tori dell’oro potrebbero essere più vicini che mai al loro obiettivo degli ultimi cinque mesi: un ritorno ai 1.900 dollari.
Dopo il calo a giugno dall’ultimo miglio prima dei 2.000 dollari, i long dei lingotti hanno sperato in un ritorno del rally e dei massimi storici registrati durante il picco dell’emergenza COVID-19.
Per mesi l’oro non è riuscito a fare da scudo all’inflazione come dovrebbe. Il suo ritorno in questa veste nelle ultime due settimane ha incoraggiato i fan.
Negli scambi di ieri sul COMEX a New York, i future dell’oro di dicembre, di riferimento, hanno toccato un picco di 1.873 dollari, solo 23 dollari in meno dell’obiettivo dei 1.900. Per tre giorni di fila, l’oro di dicembre ha segnato anche dei picchi intraday di 1.870 dollari o più.
Grafici gentilmente forniti da skcharting.com
Tutte queste mosse hanno rafforzato l’idea dei tori dell’oro che il livello dei 1.900 dollari sia finalmente a portata di mano, dopo una serie di false partenze da giugno.
Il rialzo dell’oro stavolta è stato alimentato dall’indice sui prezzi al consumo (IPC) USA, che rappresenta un paniere di prodotti che vanno dalla benzina alla sanità, ai prodotti alimentari ed agli affitti, aumentato del 6,2% sull’anno ad ottobre. Si è trattato della crescita dell’IPC più rapida dal novembre 1990, un’accelerazione dovuta perlopiù ai prezzi del carburante alla colonnina arrivati ai massimi di sette anni.
I lingotti sono sempre stati considerati un rifugio dall’inflazione. Ma l’oro non è riuscito ad essere all’altezza di questo ruolo all’inizio dell’anno, con le speculazioni che la Federal Reserve sarà costretta ad un aumento dei tassi più rapido del previsto che hanno spinto i rendimenti dei Treasury ed il dollaro a scapito del metallo prezioso.
Questo trend si è ridotto in parte dopo che il Presidente della Fed Jay Powell ha rassicurato i mercati all’inizio del mese che la banca centrale sarà paziente con gli aumenti dei tassi, che saranno implementati solo nella seconda metà del prossimo anno.
Ma con i buoni del Tesoro decennali USA, un indicatore chiave dei tassi di interesse reali, al massimo di tre settimane dell’1,62% ieri, l’indice del dollaro ha raggiunto un picco di 10 giorni di 95,46. E questo ha innescato le speculazioni che la Fed possa dover abbandonare la linea della pazienza sull’inflazione ed alzare i tassi ben prima del periodo luglio-dicembre 2022 previsto.
Tuttavia, l’oro non è crollato ieri.
L’ultima volta che era stato scambiato ai livelli di 1.900 dollari era giugno.
Prima ancora, aveva toccato massimi record di oltre 2.100 dollari nell’agosto 2020, dopo essere schizzato da meno di 1.500 dollari a marzo, all’apice della pandemia di coronavirus.
Tecnicamente, il livello di 1.900 dollari è a portata dell’oro, spiega Sunil Kumar Dixit, a capo delle strategie tecniche di skcharting.com.
“L’oro ha chiuso sopra i 1.860 dollari per tre giorni ed una chiusura settimanale di 1.860 dollari è il livello di Fibonacci del 23,6%, una buona conferma del fatto che proseguirà verso la via della minore resistenza, cioè 1.900-1.916 dollari”, dice Dixit.
Tuttavia, con il lieve calo di ieri dello 0,1% all’attestazione, il prezzo spot dell’oro, seguito da skcharting.com, potrebbe stare mostrando delle tendenze di correzione, aggiunge.
Secondo Dixit l’indice relativo stocastico dell’oro spot era in overbought sul quadro giornaliero e settimanale e questo potrebbe causare un’azione laterale senza danneggiare il trend in salita.
“Un’infrazione al di sotto del minimo di ieri di 1.856 dollari potrebbe inoltre scatenare una lieve correzione alla media mobile esponenziale su 10 giorni di 1.846 dollari ed il livello di Fibonacci del 38,2% di 1.825 dollari”, spiega.
“Prevedo una piccola resistenza a 1.875-1.880 dollari lungo la strada”.
Christopher Lewis, che ha pubblicato le sue previsioni su FX Empire, sembra d’accordo.
Lewis invita gli investitori dell’oro a prestare molta attenzione al dollaro, “perché se dovesse cominciare a rafforzarsi, potrebbero esserci delle difficoltà”.
Tuttavia, se il prezzo spot dovesse superare il picco di ieri di 1.870 dollari, potrebbe estendere la mossa al rialzo a 1.881 dollari su base intraday, fissando un obiettivo di breakout di 1.900-1.916 dollari sul breve termine, afferma Dixit.
“Non ci sono molte resistenze importanti prima di 1.900-1.916 dollari, ammesso che l’oro resti sopra i 1.860 dollari”, aggiunge.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.