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Oro sotto i 1.800 dollari? Secondo i grafici sì, ma è probabile una rapida ripresa

Pubblicato 11.05.2022, 16:19
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L’oro scenderà sotto il supporto dei 1.800 dollari l’oncia? I grafici dicono di sì, anche se probabilmente i tori lo riporteranno rapidamente su.

Con le perdite che vanno avanti per la quarta settimana di fila, al metallo giallo mancano circa 40 dollari per cedere il supporto al momento della scrittura. Nelle tre sedute precedenti, si era potenzialmente avvicinato al territorio dei 1.700 dollari.

I massimi di 20 anni del dollaro ed il loro impatto su tutte le materie prime in esso denominate hanno colpito l’oro dalla sua caduta dai 2.000 dollari del 18 aprile. Precedentemente, l’oro era arrivato al massimo di 2.079 dollari l’8 marzo, unendosi al rally di tutte le materie prime in scia alla crisi russo-ucraina.

Spot Gold Daily

Grafici gentilmente forniti da skcharting.com

L’oro dovrebbe cavalcare l’onda dell’inflazione statunitense più alta dagli anni Ottanta, per tenere fede al suo ruolo di migliore riserva di valore e rifugio dalle pressioni sui prezzi.

E invece è il dollaro che sta schizzando, con gli aggressivi aumenti dei tassi della Federal Reserve che non solo hanno rovesciato i prezzi di oro e petrolio, ma anche fatto crollare titoli azionari e bond.

L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro sei principali valute, è arrivato al picco del 2000 di 104,21 questa settimana. Ed ha preso nuovo impeto quando i funzionari del Federal Open Market Committee (FOMC) hanno parlato della possibilità di un aumento da 75 punti base in occasione della riunione del 14-15 giugno, dopo gli incrementi da 50-bps e 25-bps rispettivamente a maggio e marzo.

Se la Fed dovesse implementare l’aumento da 75-bps, sarebbe il maggiore dal 1994. Senza dubbio sarebbe un duro colpo per le speranze dei tori dei lingotti di tornare al territorio dei 1.900 dollari ed oltre. I trader hanno già messo in conto una probabilità dell’83% che la Fed applichi un aumento così grande.

Dopo essersi contratta del 3,5% nel 2020 per la pandemia di coronavirus, l’economia statunitense è cresciuta del 5,7% nel 2021, il tasso più veloce dal 1982.

Ma l’inflazione è cresciuta più velocemente. L’indice PCE, l’indicatore sull’inflazione più seguito dalla Fed, è salito del 5,8% sull’anno a dicembre e del 6,6% sui 12 mesi a marzo. Entrambe le letture sono la crescita più rapida dagli anni Ottanta.

L’indice sui prezzi al consumo (IPC) USA, un altro dato chiave sull’inflazione, intanto, è salito dell’8,5% sull’anno a marzo.

Secondo Jeffrey Halley, a capo delle ricerche per l’Asia-Pacifica della piattaforma di trading online OANDA:

“Delle letture ostinatamente alte indicano ulteriore inasprimento da parte della Fed: un male per titoli azionari e bond, ma un bene per il dollaro”.

Spot Gold Weekly

L’oro si trova poco al di sopra del vertice del triangolo di 1.835 dollari, da dove ha visto un breakout ad inizio febbraio a 2.060 dollari, dice Halley.

“Una chiusura giornaliera sotto 1835,00 dollari sarebbe uno sviluppo tecnico nefasto”.

“Un fallimento a 1.835 dollari aprirebbe la strada ad un test del supporto a 1.820 e poi potenzialmente 1.780 dollari. Un fallimento a quest’ultimo livello suggerisce una maggiore correzione a 1.700 dollari. L’oro ha la resistenza a 1.850 e 1.882 dollari, la media mobile su 100 giorni. Prevedo altri range di trading altalenanti nei prossimi giorni”.

Spot Gold Monthly

Ma Sunil Kumar Dixit, a capo delle strategie tecniche di skcharting.com, pensa che l’oro sia in grado di andare verso i 1.885 dollari, nonostante l’aspetto temporaneamente ribassista.

“L’oro può ancora scendere a 1.820 dollari, che potrebbe fare da fondo a breve termine, iniziando una ripresa a breve termine e a 1.850 dollari ed alla media mobile semplice su 100 giorni di 1.885 dollari”, dice Dixit, che basa le sue previsioni sul prezzo spot dell’oro.

“La lettura stocastica giornaliera di 5/3 potrebbe anche innescare un’inversione a breve termine a 1.850-1.880 dollari”.

Persino così, il trend più ampio dell’oro punta in discesa, ammette Dixit.

“Dal momento che il trend a medio termine è diventato ribassista, qualunque ripresa a 1.850-1.885 dollari attirerà i venditori nel tentativo di far scendere il metallo a 1.800 dollari”, dice.

“Se il sentimento resterà vulnerabile, aspettatevi un ulteriore calo a 1.760 - 1.700 dollari nelle prossime settimane. Prepariamoci ad una corsa sulle montagne russe con un doppio slancio sul breve termine”.

Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.

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