Ci siamo, lo stimolo che l’America ha aspettato per tre mesi è arrivato.
Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane vedremo come i mercati risponderanno al pacchetto di stimolo da 1,9 mila miliardi di dollari per vaccinare il paese, erogare fondi agli stati e alle imprese, erogare liquidità nelle tasche dei cittadini e far tornare a lavoro i disoccupati.
Per i mercato dell’oro in particolare, l’attenzione sarà su come il metallo riflette i timori d’inflazione.
Definito per anni come l’asset da scegliere quando si teme la pressione dei prezzi, l’oro ultimamente è stato sollevato da questo ruolo sistematicamente dalle banche di Wall Street, dagli hedge fund e da altri attori che hanno venduto il metallo prezioso spingendo il rendimento dei bond USA e del dollaro.
Il Bitcoin, un asset che difficilmente può provare il suo valore intrinseco, si sta comportando il maniera inversa, e spesso sale alle spese dell’oro.
Con l’arrivo del piano di aiuti del Presidente Joseph Biden e i 1.400 dollari che dovrebbero arrivare sui conti degli americani che ne avranno diritto questo weekend, un’impennata dell’inflazione è praticamente certa nel breve termine.
A gennaio i redditi personali sono aumentati del 10%, superando le previsioni, mentre la spesa dei consumatori è salita del 2,4%, poco al di sotto delle aspettative, dopo gli assegni da 600 dollari erogati dall’amministrazione Trump nell’ambito del precedente pacchetto di stimolo dal 900 miliardi di dollari.
Nonostante ciò, i prezzi dell’oro sono scesi del 2,7% a gennaio e sono scesi al 6% a febbraio. A marzo finora hanno perso un altro 1%.
Il rendimento dei decennali del Tesoro USA sono saliti nel frattempo, toccando i massimi pre pandemia nella convinzione che la ripresa economica accelererà nei prossimi mesi, portando una maggiore inflazione, mentre la Federal Reserve insiste nel tenere i tassi vicini allo zero.
L’indice del dollaro, che dovrebbe crollare in un contesto di timori sull’inflazione, ha toccato massimi che non si registravano da novembre, in base alla stessa logica di una forte ripresa economica.
Durante gli scambi asiatici di questo venerdì, i titoli decennali ed il biglietto verde hanno mostrato nuovamente i muscoli. I future dei titoli di Wall Street sono saliti dopo i massimi di giovedì sul Dow e sull’S&P 500.
L’oro è sceso nuovamente, con il prezzo spot, che i fund manager seguono più dei future, a soli 1.710 dollari l’oncia. A questo livello, è sceso di quasi il 10% sull’anno e del 18% dal massimo di agosto dei 2.073 dollari.
L’oro dovrebbe invertire la rotta, lo stimolo è monetizzato
Se l’oro dovesse invertire la rotta – e lo farà visto che lo stimolo da 1,9 mila miliardi si vedrà nel calo del rendimento dei decennali e nell’aumento dei prezzi reali, dalla benzina agli alimentari – il prezzo dell’oro spot potrebbe toccare 1.785 dollari.
Questo obiettivo mostra è presente su diversi grafici tecnici come resistenza mediana del dollaro, nel tentativo di tornare al livello di 1.800 perso il mese scorso.
Il livello di Fibonacci di Investing.com vede l’oro al rialzo in un range tra 1.743 e 1.761 e 1.789 dollari.
Grafici tutti gentilmente forniti da SK Dixit Charting.
Sunil Kumar Dixit di SK Dixit Charting presenta un modello piuttosto simile nella sua stima della potenziale direzione dell’oro nel caso in cui dovesse riaffermarsi come rifugio dall’inflazione.
Spiega Dixit:
“È presente un cluster di resistenza, a partire dalla EMA (media mobile esponenziale) su 5 mesi di 1.782 dollari, poi la EMA su 50 settimane di 1.786 dollari e la EMA su 50 giorni di 1.792 dollari”.
“Il range superiore dello slancio potrebbe durare fino alla media mobile semplice (SMA) su 20 settimane di 1832 dollari”.
Grafico mensile oro spot
Ha anche citato un altro fattore a favore dei segnali tecnici dell’oro: un indice RSI (indice di forza relativa) stocastico malconcio e in oversold, con una lettura sul grafico settimanale di 4,5/4,5 e di 1,8/8,1 sul grafico mensile che potrebbe risultare in uno sprint degli acquisti.
“La tendenza al rialzo potrebbe tornare all’opera”, ha aggiunto.
Grafico settimanale oro spot
Qualcuno, come Jeffrey Halley, l’esperto di strategie di OANDA a Sydney, pensa che l’oro stia entrando in un’altra fase di debolezza in cui il Bitcoin potrebbe infliggergli ulteriori danni.
Scrive Halley, riferendosi alla difficoltà dell’oro ai livelli di 1.710 dollari negli scambi asiatici di questo venerdì:
“La notte avrebbe dovuto offrire delle condizioni fertili per un rally dell’oro sostenuto. Dire che l’azione di prezzo overnight è stata deludente è un eufemismo. L’asmatica ripresa dell’oro ha probabilmente fatto il suo corso per ora e, osservando l’azione di prezzo overnight del Bitcoin, non posso fare a meno di pensare che le cripto stanno approfittando della svalutazione monetaria destinata invece al metallo prezioso. Aspettiamoci altri dolori e nuovi minimi per i tori dell’oro, da tempo sofferenti, la prossima settimana”.
Il deficit e il debito USA mostrano perché l’oro è necessario come rifugio
Sebbene sia un riflesso naturale sminuire il potenziale di rialzo dell’oro ad ogni downturn di mercato, uno studio del deficit fiscale USA e del rapporto debito/PIL dovrebbe essere un monito per ricordarci perché un simile consacrato rifugio di valore sia importante per il valore degli investitori.
L’ultimo bilancio mensile del Tesoro USA pubblicato mercoledì ha rivelato un deficit di bilancio di 1,05 mila miliardi di dollari nei primi cinque mesi dell’anno fiscale 2021, con 311 miliardi di dollari nel solo mese di febbraio. E questo prima che lo stimolo da 1,9 mila miliardi di dollari di questa settimana si faccia strada nell’economia nei prossimi mesi.
Il debito federale lordo negli Stati Uniti è schizzato al 107,6% del Prodotto Interno Lordo nel 2020 dal 106,9% del 2019. Il debito nazionale USA stesso sfiora i 28 mila miliardi di dollari.
Se il tasso del rendimento dei Buoni del Tesoro a 10 anni USA restasse al 2%, insieme ai 30 mila miliardi di dollari di debito nazionale, i pagamenti annui sarebbero di circa 660 miliardi di dollari. I deficit annui continueranno a far schizzare ancora di più il debito nazionale.
E, sebbene gli Stati Uniti sembrino trovarsi nelle fasi iniziali di un ciclo di espansione monetaria, la disponibilità di denaro potrebbe ancora aumentare sostanzialmente e far tornare il paese ai giorni della crisi finanziaria del 2008/2009.
Con la diluizione del sistema monetario, un’inflazione più alta è quasi certamente all’orizzonte.
In effetti, potrebbe esserci la possibilità che l’economia statunitense quest’anno si riprenda più velocemente di quanto non si aspetti la Federal Reserve.
Se dovesse essere così, sicuramente ci sarà la probabilità che anche l’inflazione aumenti e, con essa, l’oro, che storicamente ha avuto una correlazione fortissima sul lungo termine con l’espansione della base monetaria.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.