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Panoramica mercati - settimana 4 luglio

Pubblicato 04.07.2016, 07:49
Aggiornato 09.07.2023, 12:32
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Un deciso rally ha portato al rialzo tutti gli indici mondiali a seguito del voto inglese.

Si conferma che i meccanismi di uscita di UK dall’unione e le negoziazioni che seguiranno sono tutt’altro che chiare, e le prime dichiarazioni dei leader portano più a pensare che vi sarà un qualche movimento dentro il Regno Unito (con la Scozia pro EU), che non uno smembramento europeo.

Le elezioni spagnole hanno decretato il rafforzamento del PP (decisamente filo-Europa), contribuendo alla costruzione di un sentiment meno catastrofista in settimana.


Ma la cosa che più ci interessa è se questo lungo processo politico post-Brexit avrà influenza sull’andamento delle economie e quanto.

Secondo uno scenario “medio” elaborato da Morgan Stanley (NYSE:MS), ci sarebbe una perdita di circa -0,4%/-0,6% di PIL (rispetto alle stime attuali) per l’Europa nel 2016 e 2017.

E ancor meno per il resto del mondo. Se questo è vero, allora possiamo anche cominciare a pensare che il tutto sia già stato (almeno in gran parte) scontato dai prezzi.

Gli indici principali hanno reagito con veemenza da supporti rilevanti, disegnando molte potenziali candele di inversione o ripristino rialzista. Se si tratta di un falso segnale si vedrà nel tempo, ma certo il rapporto rischio/rendimento è tornato potenzialmente più favorevole, soprattutto per Europa e Giappone.

USA: sopra le attese il PMI manifatturiero di giugno (51,3, sopra le attese), e rivista al rialzo la stima del PIL 1° trim (a +1,1% da +0,8%). Per S&P 500 prezzi che toccano il supporto dei 2000 punti e ripartono con forza, tornando nuovamente in prossimità dei massimi storici.

RSI lontano da soglie critiche e MACD che si appiattisce ma non incrocia al ribasso, lasciano ora più che mai aperte le possibilità di nuovi top.

Europa: qui di seguito le stime di Morgan Stanley sul possibile danno economico di Brexit per area geografica, con uno scenario mediano ed uno più pessimista. Sono variazioni rispetto alle stime attuali. Ad esempio nello scenario peggiore si avrebbe un rallentamento mondiale dello 0,7% nel 2017 (quindi dall’attuale stima di gennaio +3,5% si scenderebbe a +2,8%). Un brutto ostacolo, ma non un cataclisma se ci si limita alla sola uscita di UK. E proprio il 2017 sarà un anno di importante verifica, con le elezioni in Francia e Germania.


PMI manifatturieri europei di giugno tutti sopra le attese, con quello di Eurozona a 52,8 (attese 52,6).

L’indice tedesco Dax tiene di nuovo i supporti settimanali di area 9500, chiudendo poco sotto 9800.

Per ora media mobile veloce che si è appiattita, e potenziale candela di ripristino al rialzo che sembra promettente. Livelli chiave che per ora rimangono invariati.


Dopo l’inatteso voto pro-Brexit, abbiamo avuto l’Islanda che fa fuori dagli Europei gli inventori del calcio e la borsa inglese che si impenna del +7,1%, migliore performance mondiale della settimana. Tutto ampiamente prevedibile. O no?
Aiuta ovviamente la svalutazione della sterlina e la possibilità che sia varato un rafforzamento del QE locale.



Dopo UK, tra i migliori rialzi settimanali abbiamo la Spagna (+6,2%), con i mercati che sembrano gradire il rafforzamento del Partito Popolare di Rajoy. Non c’è ancora una maggioranza, ma le probabilità che si possa formare sembrano migliori di prima. Graficamente abbiamo un analogo segnale di reazione dagli ultimi supporti grafici rilevanti (prima dei minimi del 2012). Grafica non dissimile da quella dell’indice italiano, con alto peso dei bancari e quindi con maggiore volatilità su news (buone o cattive) dal settore a livello europeo.


Italia: nuovi minimi anche per l’Italia, che raggiunge un possibile target di breve a 15.000 e reagisce, seppure con minore forza (+3,6%). In caso di proseguimento al rialzo, 17.600/17.800 prima area di resistenza rilevante. Quadro più sereno solo sopra queste soglie. Per il momento tutti gli indicatori tecnici (medie mobili, RSI, MACD) rimangono improntati negativamente, ma segnalo una potenziale divergenza rialzista sull’RSI. Insomma fino a prova contraria area 15.000 potrebbe essere un minimo di periodo rilevante, da dove vale la pena acquistare in caso di riavvicinamenti nei prossimi giorni/settimane, con stop stretto.


Asia: indice Nikkei che sale in settimana del 4,5%, di nuovo in allontanamento dai minimi di periodo. La reazione è simile a molti indici europei, formando un potenziale pattern di doppio minimo a 15.000 che si concretizzerà solo sopra i 17.200 punti. Al ribasso, area 14.000 l’ultimo appiglio grafico visibile a scongiurare violenti affondi. Investimenti su questo indice sempre bene valutarli con strumenti hedged (visto che tende a salire quando si svaluta lo yen), come ETF IJPE

Rimane saldamente rialzista nel medio periodo la situazione in molti altri paesi asiatici. Qui l’India, ora alle prese con il vicino ostacolo di 27.500:


Poi l’Indonesia, con nuovo massimo di periodo. Piuttosto ostica la non lontana resistenza di area 5250, possibile primo target del movimento.


Latin America: al rialzo sia Brasile che Messico, con il secondo che sembra voler di nuovo provare ad essere il primo indice a fare nuovi massimi storici nel 2016, dopo aver toccato il livello 3 settimane fa prima di tornare un po’ indietro. Ricordo che si tratta di grafici in valuta locale, fortemente svalutata contro Usd ed Euro (ma il peggio potrebbe essere passato). Un andamento molto correlato con gli indici Usa, ma con una valuta molto più volatile (in positivo ed in negativo). ETF XMEX è il riferimento per seguire quest’indice con gli ETF disponibili su borsa italiana.


Metalli: bene l’Oro che rimane in prossimità dei recenti massimi, e benissimo l’Argento, che spicca il volo sul finire di settimana, formando nuovi massimi a due anni. Area 22 ora il prossimo possibile ostacolo in caso di immediato proseguimento al rialzo


Agricoli: bene un po’ tutte le materie prime, con l’eccezione dei Frumento e Mais, pesantemente penalizzati. Sui rialzi è interessante il grafico del Caffè, che dopo un lungo periodo di accumulo è di nuovo ripartito al rialzo. Un pattern che può essere visto anche come una figura di testa e spalle rialzista, che al superamento di 152 (resistenza chiave) aprirebbe un target potenziale fino a 170/180 nel tempo


In affondo invece il Frumento (nuovi minimi a 5 anni) ed il Mais, con quest’ultimo che paga le nuove stime di superficie coltivata, con valori più alti del previsto. Prezzi di nuovo sui minimi pluriennali dopo un tentativo, per ora fallito, di inversione rialzista:


Petrolio Greggio: per ora una fase di stabilizzazione, in essere ormai da circa 3 settimane dopo i recenti massimi di periodo. Riferimenti per ora invariati, con 43-44 interessante area di acquisto, o eventualmente per trading sulla forza oltre i 50 dollari e stop poco sotto 45.


EUR/USD: neanche la Brexit alla fine ha smosso più di tanto il sostanziale equilibrio vigente su questa coppia. Il movimento settimanale fa pensare ad un classico pull back (possibili estensioni fino a 1.1230) sulla trend-line rialzista rotta al ribasso la scorsa settimana. Se così è, spazio quantomeno fino ad 1.0860 a seguire, che potrebbe essere un primo possibile target di questo movimento tendenzialmente a scendere delle ultime settimane


Riccardo Zarfati
onehourtrading.it

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